"Lo Stato centrale continua a non pagare? "La domanda se la pone il segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi, dopo aver letto il nuovo decreto sullo sblocco dei primi 40 miliardi di euro di debiti che la Pubblica Amministrazione (P.A.) deve onorare nei confronti delle imprese italiane.
"Ebbene – prosegue Bortolussi – al netto dei 6,5 miliardi di rimborsi fiscali – tasse che i contribuenti italiani hanno 'pagato in più' – e dei 26 miliardi di euro che il Ministero dell’Economia e delle Finanze farà confluire in un apposito fondo a disposizione degli Enti locali e delle Regioni prive di liquidità, risorse che dovranno comunque essere recuperate tra le pieghe dei loro bilanci e restituite con gli interessi, pare di capire che l’Amministrazione centrale metterà a disposizione solo 500 milioni di euro all’interno del pacchetto relativo all’allentamento del Patto di stabilità interno".
Prendendo come buona la stima di 91 miliardi di euro quale debito della P.A. nei riguardi delle imprese, la CGIA è comunque convinta che siano molti di più perché nell’indagine campionaria della Banca d’Italia non si tengono conto delle imprese al di sotto dei 20 addetti che costituiscono il 98% di tutte le aziende presenti in Italia e di quelle operanti nei servizi sociali e sanitari, oltre al fatto che l’indagine è limitata al 31-12-2011.
Pertanto, dei 91 miliardi di debito complessivo, ben 44 miliardi sono in capo a Regioni ed Asl. Gli altri 47 miliardi, invece, si distribuiscono tra Comuni, Province e Stato centrale.
"Purtroppo, dalle stime della Banca d’Italia non è possibile misurare quant’è il debito da attribuire all’Amministrazione centrale. Tuttavia – conclude Bortolussi – non c’è sicuramente proporzione tra lo sforzo richiesto alle Regioni, alle Asl ed agli Enti locali e quello che dovrà fare lo Stato centrale, visto che di suo sborserà, in questa prima fase, solo 500 milioni di euro".
Prendendo come buona la stima di 91 miliardi di euro quale debito della P.A. nei riguardi delle imprese, la CGIA è comunque convinta che siano molti di più perché nell’indagine campionaria della Banca d’Italia non si tengono conto delle imprese al di sotto dei 20 addetti che costituiscono il 98% di tutte le aziende presenti in Italia e di quelle operanti nei servizi sociali e sanitari, oltre al fatto che l’indagine è limitata al 31-12-2011.
Pertanto, dei 91 miliardi di debito complessivo, ben 44 miliardi sono in capo a Regioni ed Asl. Gli altri 47 miliardi, invece, si distribuiscono tra Comuni, Province e Stato centrale.
"Purtroppo, dalle stime della Banca d’Italia non è possibile misurare quant’è il debito da attribuire all’Amministrazione centrale. Tuttavia – conclude Bortolussi – non c’è sicuramente proporzione tra lo sforzo richiesto alle Regioni, alle Asl ed agli Enti locali e quello che dovrà fare lo Stato centrale, visto che di suo sborserà, in questa prima fase, solo 500 milioni di euro".
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