Confermano necessità urgente di una svolta. I dati diffusi ieri dall’Istituto di Statistica denunciano un terrificante impoverimento delle famiglie dei lavoratori dipendenti come quelle dei lavoratori autonomi, e suonano come un monito severo per l’anno in corso.
Si cambi passo, altrimenti il Paese rischia di non uscire più dalla crisi, imboccando una spirale che ci porterà a una perdita strutturale di ricchezza e di lavoro. I dati Istat – spiega Confesercenti – confermano le difficilissime prospettive del Paese. Nel 2012 calano la propensione al risparmio (-0,5%) e il potere d’acquisto, che registra un cedimento vistoso del -4,8%. Soprattutto crolla (-2,1%) la quantità di reddito disponibile delle famiglie italiane, fattore che incide inevitabilmente sui primi due dati.
Un reddito che diminuisce non solo per un generale clima di difficoltà, ma anche a causa di una politica economica che non ha saputo tagliare la spesa come si poteva e doveva fare, utilizzando invece la leva fiscale come una clava su imprese e famiglie.
Non va dimenticato che il mix infernale di crisi e aumenti fiscali ha prodotto risultati pesantissimi: nel 2012 hanno chiuso più di mille imprese al giorno, con più di 120mila tra imprenditori e collaboratori familiari andati a ingrossare le fila dei disoccupati. Con una disoccupazione così alta e gli ulteriori esborsi fiscali in arrivo nel 2013 (10 miliardi aggiuntivi di imposte) le previsioni sul reddito disponibile delle famiglie nel corso dell’anno non sono rosee nonostante che il probabile calo della inflazione.
Lo sblocco dei pagamenti alle imprese è un primo passo, ma non basta: bisogna insistere sui tagli alla spesa improduttiva per ridurre le tasse alle famiglie ed alle aziende. Il rischio è che, continuando sulla strada della sola austerity, il Paese si indebolisca al punto da non riuscire più a imboccare la via della crescita.
Un reddito che diminuisce non solo per un generale clima di difficoltà, ma anche a causa di una politica economica che non ha saputo tagliare la spesa come si poteva e doveva fare, utilizzando invece la leva fiscale come una clava su imprese e famiglie.
Non va dimenticato che il mix infernale di crisi e aumenti fiscali ha prodotto risultati pesantissimi: nel 2012 hanno chiuso più di mille imprese al giorno, con più di 120mila tra imprenditori e collaboratori familiari andati a ingrossare le fila dei disoccupati. Con una disoccupazione così alta e gli ulteriori esborsi fiscali in arrivo nel 2013 (10 miliardi aggiuntivi di imposte) le previsioni sul reddito disponibile delle famiglie nel corso dell’anno non sono rosee nonostante che il probabile calo della inflazione.
Lo sblocco dei pagamenti alle imprese è un primo passo, ma non basta: bisogna insistere sui tagli alla spesa improduttiva per ridurre le tasse alle famiglie ed alle aziende. Il rischio è che, continuando sulla strada della sola austerity, il Paese si indebolisca al punto da non riuscire più a imboccare la via della crescita.
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