venerdì 19 luglio 2013

Il Senato ha detto no alla mozione di sfiducia al ministro Alfano

Con 55 voti favorevoli, 226 contrari e 13 astenuti, l'Assemblea ha respinto la mozione di sfiducia individuale nei riguardi del Ministro dell'interno, presentata dal Gruppo Movimento 5 Stelle e sottoscritta da Sinistra Ecologia e Libertà.







Presentata in relazione al caso di Alma Shalabayeva - moglie di Mukhtar Ablyazov, oppositore e rifugiato politico kazako - la quale è stata prelevata, insieme alla figlia di sei anni, nella sua abitazione e rimpatriata nel Paese d'origine, dove rischia trattamenti inumani, la mozione denunciava la grave violazione di norme costituzionali e internazionali che ha danneggiato l'immagine dell'Italia; rilevava la responsabilità politica del Ministro dell'interno, che non poteva non essere a conoscenza dell'operazione di polizia - e sarebbe, in ogni caso, responsabile dell'assenza di un canale informativo con i suoi più diretti collaboratori - e impegnava il Ministro Alfano a rassegnare le dimissioni.

Dopo l'illustrazione della mozione n. 110 da parte del senatore Giarrusso (M5S), si è svolta la discussione generale, nella quale sono intervenuti i senatori: De Cristofaro (Misto-SEL); Russo, Casson, Lepri, Chiti (PD); Ciampolillo (M5S); Giuseppe Esposito, Bernini, Bondi (PdL); Compagna (GAL); Nencini (Aut-PSI); Divina (LN-Aut); Casini (SCpI).

In replica, il Presidente del Consiglio ha riconosciuto che l'espulsione di Alma Shalabayeva e di sua figlia è motivo di imbarazzo e di discredito. Il Governo, che ha revocato il provvedimento di espulsione di cui non era a conoscenza, ha aperto un'indagine dalla quale è emerso in modo inoppugnabile il mancato coinvolgimento dell'Esecutivo e l'estraneità del Ministro dell'interno. La Ministro degli esteri Bonino è impegnata a verificare le condizioni della signora Shalabayeva. Saranno inoltre adottate le misure necessarie per evitare nuove inammissibili interferenze.

Il Presidente Letta ha poi chiesto un nuovo atto di fiducia al Governo, ricordando i provvedimenti varati nei primi ottanta giorni dal Consiglio dei Ministri per aiutare i cittadini e le imprese e per cambiare l'agenda europea. L'Esecutivo, che ha affrontato la vicenda Shalabayeva con volontà di trasparenza e senza sconti, non intende cedere a polemiche che alimentano l'immagine di un Paese precario e irriformabile. Il Presidente del Consiglio ha espresso quindi la volontà di proseguire l'azione volta a rafforzare il lavoro, a riformare il fisco, a risolvere il problema degli esodati, a rilanciare gli investimenti e a intercettare i segnali di ripresa di fine d'anno.

La maggioranza richiesta era di 148 voti. Hanno votato contro tutti i gruppi di maggioranza ( Pd, PdL, Scelta Civica, Gal, Autonomie ). A favore Sel, M5S. Ad astenersi sono stati i senatori della Lega. Alcuni senatori del Pd in dissenso,come Puppato, non hanno partecipato al voto. Il capogruppo Zanda ha detto che non dovrebbero esserci conseguenze per chi ha votato in difformità.

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