Come primo degli eletti nelle ultime elezioni comunali non ho voluto commentare quanto si è verificato negli ultimi tempi, ma ora ritengo che le circostanze impongano a tutti, e anzitutto a me, quale consigliere anziano, manifestare il mio pensiero su quanto sta avvenendo in questi giorni nella nostra città.
Da isernino vero devo ammettere che certamente questo non è il periodo migliore per Isernia ma ancor più per l’intero alto Molise perché, come ho sempre sostenuto, Isernia deve riassumere il ruolo di centro propulsore e guida per l’intera "Provincia".
Sono ben note a tutti le vicende che hanno fatto seguito al risultato delle ultime elezioni comunali. Quel risultato ha fatto riflettere non poco e chi come me, ha quotidiani contatti con tanti isernini, può dire che il disorientamento è totale.
"L’anatra zoppa" ha creato senz’altro dubbi, incertezze ed ha animato le discussioni più varie. Nel frattempo la città è nel più assoluto abbandono, affidata all’agire, se così si può definire di un commissario.
A mio avviso le ipotesi che si potevano verificare a seguito di quel risultato elettorale erano solo due:
- la paziente ricerca dell’eletto Sindaco, prima di ogni altra iniziativa di parte, per trovare il più ampio consenso fra gli eletti tutti, nell’interesse della città , al di sopra e al di fuori degli stessi schieramenti politici;
- in assenza di questo, chi veramente aveva a cuore le sorti della città doveva, come ha fatto, provocare il ritorno alle urne affinché i cittadini si esprimessero dando al Sindaco eletto una maggioranza dello stesso colore politico.
Inutile, quindi,continuare a disquisire sulle procedure adottate e/o da adottare quando gli interessi della collettività chiedono sostanziali, prudenti, coraggiosi ed efficaci provvedimenti. E’ciò è quanto hanno ritenuto fare i diciassette consiglieri comunali dimissionari.
Le nostre dimissioni non volevano essere un disimpegno di fronte al mandato ricevuto ma solo la ricerca di una via immediata per fare in modo che con il mezzo più democratico il popolo, alla luce anche del risultato elettorale precedente, si esprimesse nella maniera più giusta.
E’ evidente che l’elettorato ha espresso una maggioranza consiliare, ma per una legge elettorale non condivisibile, si è verificata l’incongruenza con la elezione del Sindaco privo di una maggioranza che potesse sostenerlo.
E’ chiaro che in queste condizioni il ruolo vero deve passare dall’organizzazione dei Partiti alla responsabilità, al buon senso ed al coraggio anche degli eletti: Sindaco e Consiglieri.
Oggi, con quanto si è verificato, sarebbe un grande errore continuare a percorrere la via dei ricorsi anziché quella della ricerca dell’assunzione di responsabilità personale di tutti gli eletti.
In momenti difficili e cruciali per la vita della nostra città e del nostro Molise queste vie si sono già percorse.
La mia disponibilità e quella di tanti altri è totale; è necessario, però, che tutti gli eletti si spoglino delle appartenenze e assumano il ruolo di rappresentanti di una comunità per la quale è necessario agire, superando ogni barriera di appartenenza politica.
Se questa è la via a cui si riferisce l’eletto Sindaco in una delle sue interviste , posso dire che forse più dei ricorsi vale il buon senso e la responsabilità.
Sono ben note a tutti le vicende che hanno fatto seguito al risultato delle ultime elezioni comunali. Quel risultato ha fatto riflettere non poco e chi come me, ha quotidiani contatti con tanti isernini, può dire che il disorientamento è totale.
"L’anatra zoppa" ha creato senz’altro dubbi, incertezze ed ha animato le discussioni più varie. Nel frattempo la città è nel più assoluto abbandono, affidata all’agire, se così si può definire di un commissario.
A mio avviso le ipotesi che si potevano verificare a seguito di quel risultato elettorale erano solo due:
- la paziente ricerca dell’eletto Sindaco, prima di ogni altra iniziativa di parte, per trovare il più ampio consenso fra gli eletti tutti, nell’interesse della città , al di sopra e al di fuori degli stessi schieramenti politici;
- in assenza di questo, chi veramente aveva a cuore le sorti della città doveva, come ha fatto, provocare il ritorno alle urne affinché i cittadini si esprimessero dando al Sindaco eletto una maggioranza dello stesso colore politico.
Inutile, quindi,continuare a disquisire sulle procedure adottate e/o da adottare quando gli interessi della collettività chiedono sostanziali, prudenti, coraggiosi ed efficaci provvedimenti. E’ciò è quanto hanno ritenuto fare i diciassette consiglieri comunali dimissionari.
Le nostre dimissioni non volevano essere un disimpegno di fronte al mandato ricevuto ma solo la ricerca di una via immediata per fare in modo che con il mezzo più democratico il popolo, alla luce anche del risultato elettorale precedente, si esprimesse nella maniera più giusta.
E’ evidente che l’elettorato ha espresso una maggioranza consiliare, ma per una legge elettorale non condivisibile, si è verificata l’incongruenza con la elezione del Sindaco privo di una maggioranza che potesse sostenerlo.
E’ chiaro che in queste condizioni il ruolo vero deve passare dall’organizzazione dei Partiti alla responsabilità, al buon senso ed al coraggio anche degli eletti: Sindaco e Consiglieri.
Oggi, con quanto si è verificato, sarebbe un grande errore continuare a percorrere la via dei ricorsi anziché quella della ricerca dell’assunzione di responsabilità personale di tutti gli eletti.
In momenti difficili e cruciali per la vita della nostra città e del nostro Molise queste vie si sono già percorse.
La mia disponibilità e quella di tanti altri è totale; è necessario, però, che tutti gli eletti si spoglino delle appartenenze e assumano il ruolo di rappresentanti di una comunità per la quale è necessario agire, superando ogni barriera di appartenenza politica.
Se questa è la via a cui si riferisce l’eletto Sindaco in una delle sue interviste , posso dire che forse più dei ricorsi vale il buon senso e la responsabilità.
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