100mila le iscrizioni, ma il bilancio è il più modesto degli ultimi dieci anni. Da gennaio fallimenti in crescita del 5,9%, +72,5% i concordati.
Il sistema delle imprese avanza, ma ha il fiato decisamente corto. Nel secondo trimestre dell’anno, il saldo tra aperture e chiusure di imprese fa segnare un bilancio positivo per 26.084 imprese in più. Ma è il risultato meno brillante nella serie degli ultimi dieci anni di rilevazioni relative al periodo aprile-giugno. A determinarlo, hanno concorso il basso numero di iscrizioni (100.448, il secondo peggior risultato del decennio) e l’elevato livello di cessazioni (74.364, il terzo valore più elevato della serie dei secondi trimestri).
A livello complessivo - al netto dell’agricoltura che ha chiuso il trimestre con 5.195 unità in meno - tutti i settori evidenziano un saldo positivo tra aperture e chiusure. In questo scenario, però, a certificare la persistente durezza della crisi restano i dati dei fallimenti e il bilancio anagrafico del comparto artigiano, rimasto fermo a tre mesi fa.
Per le crisi d’impresa, il dato relativo ai primi sei mesi del 2013 certifica un aumento del 5,9% delle aperture di procedure fallimentari, corrispondenti a 6.456 imprese che hanno portato i libri in tribunale (nello stesso periodo del 2012 questa sorte era toccata a 6.095 aziende). Sul fronte artigiano, per la prima volta in dieci anni si registra un sostanziale stallo (-113 imprese) tra aperture e chiusure.
Frutto soprattutto della forte riduzione di iscrizioni di nuove imprese (4.835 unità in meno, pari ad una riduzione del 16% nel numero di aperture rispetto a quelle registrate nello stesso periodo del 2012). A fronte di questa caduta di vitalità, la lieve contrazione delle chiusure (849 in meno nel confronto con il secondo trimestre dell’anno scorso) non è stata sufficiente a mantenere il saldo in territorio positivo. A incidere maggiormente sullo stallo del comparto artigiano sono stati i bilanci negativi delle costruzioni (-828 imprese), dei trasporti e magazzinaggio (-568) e delle attività manifatturiere (-506).
Questi i dati di sintesi più significativi di Movimprese - la rilevazione trimestrale sulla natalità e mortalità delle imprese condotta da InfoCamere – diffusi oggi da Unioncamere nel corso del convegno “Programmazione 2014-2020: Un nuovo dialogo per una politica di coesione condivisa”, svoltosi a Roma alla presenza del Ministro per la Coesione territoriale, Carlo Trigilia.
"Il Paese si rilancia se riusciamo a rilanciare le imprese – ha detto, commentando i dati, il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - perché è solo dalle imprese che viene il lavoro. Il tessuto produttivo italiano sta combattendo una battaglia di resistenza ormai da anni. La caduta dei consumi e degli investimenti hanno 'impantanato' le possibilità di ripresa del mercato interno. Serve una forte iniezione di fiducia e di risorse.
Oltre a quelle del credito, indispensabili per dare operatività alle imprese, serve mettere a frutto con intelligenza quelle messe a disposizione dall’Europa. A sei mesi dalla chiusura del ciclo 2007–2013, abbiamo davanti la sfida ad accelerare la spesa per utilizzare i quasi 30 miliardi di euro di risorse disponibili.
Le Camere di commercio sono pronte a dare il proprio contributo, sia per individuare progetti prioritari per le imprese sia per cofinanziarli. E ancora di più vogliamo fare in vista del ciclo di risorse 2014-2020. Da poche settimane, infatti, Unioncamere ha lanciato una "cabina di regia nazionale" interamente finanziata dal sistema camerale per sostenere le Camere locali nella fase di negoziato con le istituzioni territoriali per la predisposizione delle misure della prossima programmazione".
A livello complessivo - al netto dell’agricoltura che ha chiuso il trimestre con 5.195 unità in meno - tutti i settori evidenziano un saldo positivo tra aperture e chiusure. In questo scenario, però, a certificare la persistente durezza della crisi restano i dati dei fallimenti e il bilancio anagrafico del comparto artigiano, rimasto fermo a tre mesi fa.
Per le crisi d’impresa, il dato relativo ai primi sei mesi del 2013 certifica un aumento del 5,9% delle aperture di procedure fallimentari, corrispondenti a 6.456 imprese che hanno portato i libri in tribunale (nello stesso periodo del 2012 questa sorte era toccata a 6.095 aziende). Sul fronte artigiano, per la prima volta in dieci anni si registra un sostanziale stallo (-113 imprese) tra aperture e chiusure.
Frutto soprattutto della forte riduzione di iscrizioni di nuove imprese (4.835 unità in meno, pari ad una riduzione del 16% nel numero di aperture rispetto a quelle registrate nello stesso periodo del 2012). A fronte di questa caduta di vitalità, la lieve contrazione delle chiusure (849 in meno nel confronto con il secondo trimestre dell’anno scorso) non è stata sufficiente a mantenere il saldo in territorio positivo. A incidere maggiormente sullo stallo del comparto artigiano sono stati i bilanci negativi delle costruzioni (-828 imprese), dei trasporti e magazzinaggio (-568) e delle attività manifatturiere (-506).
Questi i dati di sintesi più significativi di Movimprese - la rilevazione trimestrale sulla natalità e mortalità delle imprese condotta da InfoCamere – diffusi oggi da Unioncamere nel corso del convegno “Programmazione 2014-2020: Un nuovo dialogo per una politica di coesione condivisa”, svoltosi a Roma alla presenza del Ministro per la Coesione territoriale, Carlo Trigilia.
"Il Paese si rilancia se riusciamo a rilanciare le imprese – ha detto, commentando i dati, il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - perché è solo dalle imprese che viene il lavoro. Il tessuto produttivo italiano sta combattendo una battaglia di resistenza ormai da anni. La caduta dei consumi e degli investimenti hanno 'impantanato' le possibilità di ripresa del mercato interno. Serve una forte iniezione di fiducia e di risorse.
Oltre a quelle del credito, indispensabili per dare operatività alle imprese, serve mettere a frutto con intelligenza quelle messe a disposizione dall’Europa. A sei mesi dalla chiusura del ciclo 2007–2013, abbiamo davanti la sfida ad accelerare la spesa per utilizzare i quasi 30 miliardi di euro di risorse disponibili.
Le Camere di commercio sono pronte a dare il proprio contributo, sia per individuare progetti prioritari per le imprese sia per cofinanziarli. E ancora di più vogliamo fare in vista del ciclo di risorse 2014-2020. Da poche settimane, infatti, Unioncamere ha lanciato una "cabina di regia nazionale" interamente finanziata dal sistema camerale per sostenere le Camere locali nella fase di negoziato con le istituzioni territoriali per la predisposizione delle misure della prossima programmazione".
Nessun commento:
Posta un commento