Ieri mattina la Terza Commissione consiliare ha affrontato, con una seduta monotematica allargata anche ai colleghi consiglieri componenti della IV Commissione, l’allarmante vicenda che riguarda i paventati interramenti e sversamenti di rifiuti tossici nel territorio molisano.
Hanno partecipato alla riunione l’assessore regionale all’Ambiente, Vittorio Facciolla, il direttore generale per la Salute, Antonio Lastoria e il dottor Mauro Di Muzio del Servizio Prevenzione della Direzione generale della Salute.
Nel corso della seduta si è proceduto ad una attenta disamina delle situazioni “note” che riguardano l’area della provincia di Isernia, l’hinterland venafrano e la zona del Matese. Territori questi che, com’è noto, sono espressamente citati dal pentito Carmine Schiavone come aree di sversamento di rifiuti di provenienza illecita. L’attenzione su questa parte del nostro Molise era e resta alta, come confermano le azioni messe in campo in maniera sinergica dalle Prefetture, dalle Procure, dalle forze dell’ordine e dalla Regione Molise che stanno monitorando, prima di tutto, quelle aree. Lo conferma del resto anche la presenza a Venafro dell’onorevole Antonio Di Pietro che lunedì incontrerà il sindaco Sorbo assieme al presidente della Regione Paolo Frattura, incontro al quale parteciperò nella doppia veste di presidente della III Commissione consiliare competente per materie e di consigliere delegato alla Protezione Civile.
L’attenzione si è focalizzata anche sul territorio della provincia di Campobasso, teatro negli ultimi anni di numerosi e inquietanti episodi, datati e tutti noti. I fusti tossici rinvenuti nel 2003 a Campomarino, nelle immediate vicinanze di terreni coltivati a grano, in contrada Arcora; i rifiuti radioattivi ancora “custoditi” nel centro storico di Castelmauro e oggetto solo qualche giorno fa di una ulteriore e approfondita verifica posta in essere proprio dall’Agenzia Regionale di Protezione Civile; le vicende del Nucleo Industriale di Termoli che solo qualche anno fa allarmarono le comunità che insistono su quell’area e che sono ancora oggetto di casi giudiziari.
Fra i siti che necessitano di ulteriori verifiche, a mio parere, anche i pozzi utilizzati dall’Agip e dalla Montedison, negli anni Ottanta, per le reimmissioni nel sottosuolo di fluidi associati alla produzione di idrocarburi liquidi.
I siti erano in funzione a Rotello e Cercemaggiore. Nello studiare gli atti pubblici che interessano il percorso istituzionale delle richieste di autorizzazione - cominciate fin dal 1976 per poi concretizzarsi nella prima, concessa nel 1981 a fronte di precise richieste legate alla sicurezza dei luoghi e delle comunità – è emersa anche la delibera con la quale l’allora Giunta regionale decise di sospendere le autorizzazioni dell’ impianto di Cercemaggiore a causa di sversamenti non autorizzati di fluidi non ben identificati.
Nel corso della seduta si è proceduto ad una attenta disamina delle situazioni “note” che riguardano l’area della provincia di Isernia, l’hinterland venafrano e la zona del Matese. Territori questi che, com’è noto, sono espressamente citati dal pentito Carmine Schiavone come aree di sversamento di rifiuti di provenienza illecita. L’attenzione su questa parte del nostro Molise era e resta alta, come confermano le azioni messe in campo in maniera sinergica dalle Prefetture, dalle Procure, dalle forze dell’ordine e dalla Regione Molise che stanno monitorando, prima di tutto, quelle aree. Lo conferma del resto anche la presenza a Venafro dell’onorevole Antonio Di Pietro che lunedì incontrerà il sindaco Sorbo assieme al presidente della Regione Paolo Frattura, incontro al quale parteciperò nella doppia veste di presidente della III Commissione consiliare competente per materie e di consigliere delegato alla Protezione Civile.
L’attenzione si è focalizzata anche sul territorio della provincia di Campobasso, teatro negli ultimi anni di numerosi e inquietanti episodi, datati e tutti noti. I fusti tossici rinvenuti nel 2003 a Campomarino, nelle immediate vicinanze di terreni coltivati a grano, in contrada Arcora; i rifiuti radioattivi ancora “custoditi” nel centro storico di Castelmauro e oggetto solo qualche giorno fa di una ulteriore e approfondita verifica posta in essere proprio dall’Agenzia Regionale di Protezione Civile; le vicende del Nucleo Industriale di Termoli che solo qualche anno fa allarmarono le comunità che insistono su quell’area e che sono ancora oggetto di casi giudiziari.
Fra i siti che necessitano di ulteriori verifiche, a mio parere, anche i pozzi utilizzati dall’Agip e dalla Montedison, negli anni Ottanta, per le reimmissioni nel sottosuolo di fluidi associati alla produzione di idrocarburi liquidi.
I siti erano in funzione a Rotello e Cercemaggiore. Nello studiare gli atti pubblici che interessano il percorso istituzionale delle richieste di autorizzazione - cominciate fin dal 1976 per poi concretizzarsi nella prima, concessa nel 1981 a fronte di precise richieste legate alla sicurezza dei luoghi e delle comunità – è emersa anche la delibera con la quale l’allora Giunta regionale decise di sospendere le autorizzazioni dell’ impianto di Cercemaggiore a causa di sversamenti non autorizzati di fluidi non ben identificati.
Una sospensione ritirata a fronte di relazioni e pareri forniti dai Ministeri Competenti. Qualche anno dopo, per l’impianto di Cercemaggiore, fu concessa – sempre dietro richiesta specifica suffragata da documenti e relazioni scientifiche, tutti citati in delibera - l’autorizzazione alla reimmissione delle acque di strato edotte dal giacimento di Masseria Spavento di Melfi, dove insistevano otto pozzi della Montedison. Oggi quei pozzi di Rotello e Cercemaggiore sono inaccessibili, sommersi da una colata di cemento armato che impedisce qualsiasi facile verifica.
Nel corso della seduta, durata circa 2 ore, l’assessore Facciolla ha relazionato in maniera puntuale circa le azioni promosse dalla Regione Molise che, con immediatezza, ha messo a disposizione il proprio know-how, le strutture subregionali, quelle tecniche, le professionalità operanti al suo interno, per fornire ogni supporto necessario alla completa disamina delle vicende che vedrebbero coinvolto il Molise.
All’assessore abbiamo chiesto di essere costantemente aggiornati sia sugli esiti delle riunioni della task force, fin dalla prossima che si terrà il 21 novembre p.v. , sia delle azioni integrate Governo-Regioni che dovranno interessare anche il Molise, assieme a tutte le altre “chiamate in causa” dalle dichiarazioni di Carmine Schiavone.
Propositivo e improntato ad un sincero spirito di collaborazione l’intervento del neo direttore generale alla Salute, il dottor Antonio Lastoria, che si è soffermato sulle difficoltà derivanti dalla esatta individuazione dei terrenti eventualmente oggetto di sversamenti illeciti. Anche grazie al Registro Tumori potranno essere evidenziate numerose e utili informazioni che risulteranno determinanti a circoscrivere le aree a rischio.
Il dottor Lastoria e il dottor Di Muzio, dietro mia sollecitazione, ci hanno rassicurato sulla tempistica necessaria per l’attivazione del Registro Tumori, il cui iter è in fase avanzata.
Nel corso della seduta, durata circa 2 ore, l’assessore Facciolla ha relazionato in maniera puntuale circa le azioni promosse dalla Regione Molise che, con immediatezza, ha messo a disposizione il proprio know-how, le strutture subregionali, quelle tecniche, le professionalità operanti al suo interno, per fornire ogni supporto necessario alla completa disamina delle vicende che vedrebbero coinvolto il Molise.
All’assessore abbiamo chiesto di essere costantemente aggiornati sia sugli esiti delle riunioni della task force, fin dalla prossima che si terrà il 21 novembre p.v. , sia delle azioni integrate Governo-Regioni che dovranno interessare anche il Molise, assieme a tutte le altre “chiamate in causa” dalle dichiarazioni di Carmine Schiavone.
Propositivo e improntato ad un sincero spirito di collaborazione l’intervento del neo direttore generale alla Salute, il dottor Antonio Lastoria, che si è soffermato sulle difficoltà derivanti dalla esatta individuazione dei terrenti eventualmente oggetto di sversamenti illeciti. Anche grazie al Registro Tumori potranno essere evidenziate numerose e utili informazioni che risulteranno determinanti a circoscrivere le aree a rischio.
Il dottor Lastoria e il dottor Di Muzio, dietro mia sollecitazione, ci hanno rassicurato sulla tempistica necessaria per l’attivazione del Registro Tumori, il cui iter è in fase avanzata.
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