lunedì 18 novembre 2013

Rimborsi fiscali, Contribuenti.it: In Italia l’attesa dura 15,6 anni, nuovo primato mondiale

In Italia, in cinque anni, il debito pubblico per i rimborsi fiscali si è quasi triplicato passando da 18,4 miliardi del 2008 a 51,6 miliardi del 2013, da rimborsare a 14,7 milioni di contribuenti.







E’ questa la sintesi della nuova indagine, presentata a Roma, condotta dal Centro Studi e Ricerche Sociologiche “Antonella Di Benedetto” di KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it Magazine dell’Associazione Contribuenti Italiani.

In Italia, quando si tratta di pagare le tasse il fisco non perdona. Basta anche un solo giorno di ritardo per far scattare sanzioni ed interessi da capogiro. Ma sul versante opposto, lo Stato, invece, si conferma un pessimo e tardo pagatore. Fa resistenza finanche nei confronti delle aziende che erogano servizi di trasporto pubblico. Le Amministrazioni finanziarie in Italia impiegano mediamente 15,6 anni per rimborsare le imposte, contro una media europea di 9 mesi.

Nella speciale classifica dei rimborsi fiscali, l'Italia si aggiudica il 'primato mondiale' per la lentezza nei rimborsi fiscali con 15,6 anni, seguita dalla dalla Grecia (3,8 anni), Cipro (3,2 anni), Turchia (2,6 anni), dalla Spagna (2,3 anni), Romania (1,8 anni), dalla Francia (1,2 anni), dall'Inghilterra (0,8 anni), dalla Germania (0,4 anni), dall'Austria (0,3 anni), dagli Usa (0,2 anni) e dal Giappone (0,1).

Nel 2013, i contribuenti maggiormente penalizzati dai mancati rimborsi dei crediti fiscali sono quelli residenti nelle regioni del Sud Italia con in testa i residenti in Campania, con +235,6%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente ai residenti nel Molise con + 223,7% ed in Puglia con +215,7%. A seguire nella Sicilia con +201,8%, nella Basilicata con 200,4%, nel Lazio con 197,3%, nelle Marche con +193,5%, nell’Abruzzo con +192,6%, nella Valle d’Aosta con 190,1%, nell’Emilia Romagna con +182,4%, nella Toscana con +175,3%, nella Liguria con +174,1%, nell’Umbria con +171,3%, nel Piemonte con +168,7%, nel Veneto con +108,2%, ed in Lombardia con +102,2%.

Tutto questo accade perché le Amministrazioni finanziarie, dopo 13 anni, non ha ancora dato attuazione all’art. 8 dello Statuto del contribuente, in dispregio della Carta Costituzionale, che prevede la possibilità di pagare tutte le imposte mediante compensazione.

“Per esigenze di cassa non si può sempre far leva sui rimborsi fiscali – afferma Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - Agiremo innanzi alle Corti di giustizia europee per far valere i diritti dei contribuenti italiani.

Solo l’Europa forte, che metta al centro i diritti dei contribuenti, può far rinascere l’economia in Italia. Urge un'armonizzazione fiscale in modo che, quanto prima, in tutta Europa, la tassazione possa essere omogenea e i rimborsi fiscali possano essere erogati con gli stessi tempi e modalità”

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