Si era partiti addirittura dall'idea di potenziare alcune strutture ospedaliere, pensando che la parola ottimizzazione dei servizi, nel rapporto costi/qualità, potesse servire più ad offrire una sanità d'eccellenza a costi congrui che una sanità mediocre a costi alti.
Le varie vicissitudini politiche, economiche, la crisi quasi globale, i debiti accumulati, hanno costretto ad un ripensamento di tutta la questione, facendo emergere un unico elemento che al momento sembra essere quello su cui basare ogni ragionamento: i tagli! Al personale, ai servizi, rimodulazione dei posti letto secondo logiche aritmetiche e non di vera necessità e senza tenere in debito conto le fasce d'età, la dislocazione geografica degli ospedali rispetto al bacino d'utenza, la mobilità attiva, i forti disagi sociali che, purtroppo, si registrano ogni giorno anche in Molise.
Nel corso degli anni, nonostante le tante insistenze dell'intera regione, non si è voluto capire, benché fosse chiaro a tutti, che la riorganizzazione della rete sanitaria molisana, doveva passare attraverso l'ottimizzazione dei servizi, la specializzazione dei vari presidi sanitari, una collaborazione con la sanità privata legata all'eccellenza che questa poteva offrire e non come sostituto di quella pubblica, a volte ridotta all'incapacità di fornire persino le più semplici prestazioni. Così ospedali come Venafro e Agnone, rischiano di essere annientati. Non importa se il primo registra una mobilità attiva e il secondo è avanguardia in un territorio già di per se disagiato. Purtroppo, nella sanità regionale, il rapporto conflittuale tra pubblico e privato è ancora molto acceso, per questo la domanda sorge spontanea: chi tra i due deve essere privilegiato? La sanità pubblica o quella privata capace di offrire servizi maggiori e migliori?
Una cosa è certa, il tema integrazione tra pubblico e privato deve essere meglio regolato vedendo il secondo in una posizione di sussidiarietà rispetto alla centralità del pubblico. I Livelli Essenziali di Assistenza devono essere garantiti dalla sanità pubblica, perciò non vorremmo mai riscontrare lo svuotamento o l'annullamento di Unità Operative Complesse, soprattutto quelle degli ospedali maggiori, a favore di soggetti privati! Scusate lo sfogo! Ma veniamo all'incontro tra i cittadini (che reclamano il diritto alla salute) e la politica (che decide in merito) avutosi sulla questione del Santissimo Rosario di Venafro e che si avrà, a breve, anche sul Caracciolo di Agnone. Rispetto al contratto stipulato tra il Governatore Frattura e i cittadini di Venafro, nella passata campagna elettorale, la proposta di riorganizzazione dell'Ospedale Santissimo Rosario, scorre attraverso un filtro di maglie più o meno strette, la risoluzione dell'equazione costi/benefici riesce, anche se non tutte le opinioni sono unanimi: il bicchiere è sempre o mezzo pieno o mezzo vuoto.
Dipende dai punti di vista. Ha ragione Frattura quando dice: meglio una sanità efficiente e sempre più vicina agli standard massimi di qualità, che una sanità che fa correre rischi seri all'utenza. Però... Il Governatore intanto, sollecitato dall'Assessore Scarabeo e il Comitato pro Santissimo Rosario, ha fatto intendere che darà seguito alla proposta, di non chiudere il nosocomio di Venafro, (perchè non dargli fiducia!) anche se sarà rimodulato nei servizi, soprattutto col mantenimento del Pronto Soccorso che serve al territorio di riferimento più di ogni altra cosa. Mettendo da parte gli expolit giornalistici con annunci dell'ultim'ora, da parte di qualche bontempone ritardatario perché interessato ad altro, va evidenziato che il confronto tra le parti ha avuto un esito abbastanza accettabile. Soprattutto se si pensa che una buona parte dei servizi, già fruibili dall'utenza presso il Santissimo Rosario, resteranno a Venafro, e ciò, di questi tempi non è cosa di poco conto.
Per non farla lunga, (questo è il bicchiere mezzo pieno) le richieste avanzate allo stesso Governatore (sembra) siano state accettate, il Santissimo Rosario manterrà il poliambulatorio, la riabilitazione e il Pronto Soccorso, ed avrà i servizi di day hospital e day surgery per specialità che svariano dalla chirurgia alla cardiologia, passando per l'ortopedia, la senologia, l'oculistica, otorinolaringoiatria e ginecologia oltre all'attivazione di un comparto di R.S.A. e un'altro per la cura dell'Alzhaimer. Sempre meglio che vederlo chiudere...! Arriverebbe anche la specialità di Radioterapia che, considerato il fatto che nelle vicinanze esiste solo a Sora (FR) e Caserta e le liste d'attesa, in regione, svariano tra otto e dodici mesi, l'offerta del Governatore è più che accettabile.
Non ci facciamo l'abitudine, però, perchè Frattura nel gioco: tu dai una cosa a me e io ne do una a te, è molto bravo: s'è "preso" il reparto di Ortopedia (questo il bicchiere mezzo vuoto, sich!) che sarà trasferito a Isernia? Nel contraddittorio, invero, sono emerse anche altre opportunità che "riempirebbero" la struttura ospedaliera venafrana e darebbero anche un aiuto all'economia locale in forte disagio: i Corsi di Infiermeristica e come richiesto già tempo addietro dall'Assessore Scarabeo, una sede distaccata dell'Università del Molise per l'attivazione di corsi di studio sulle specialità presenti presso il Santissimo Rosario.
Che dire allora? Attendiamo fiduciosi che gli interventi di riorganizzazione che si andranno ad intrecciare con quelli sulla struttura, Frattura ha promesso anche l'impegno economico di ben tre milioni di Euro per i lavori sul complesso ospedaliero che ha disperatamente bisogno di manutenzione e rispristino delle criticità, consentano al nosocomio venafrano di continuare ad operare per offrire la sanità migliore che ogni cittadino si auspica. Che sia la volta buona?
Nel corso degli anni, nonostante le tante insistenze dell'intera regione, non si è voluto capire, benché fosse chiaro a tutti, che la riorganizzazione della rete sanitaria molisana, doveva passare attraverso l'ottimizzazione dei servizi, la specializzazione dei vari presidi sanitari, una collaborazione con la sanità privata legata all'eccellenza che questa poteva offrire e non come sostituto di quella pubblica, a volte ridotta all'incapacità di fornire persino le più semplici prestazioni. Così ospedali come Venafro e Agnone, rischiano di essere annientati. Non importa se il primo registra una mobilità attiva e il secondo è avanguardia in un territorio già di per se disagiato. Purtroppo, nella sanità regionale, il rapporto conflittuale tra pubblico e privato è ancora molto acceso, per questo la domanda sorge spontanea: chi tra i due deve essere privilegiato? La sanità pubblica o quella privata capace di offrire servizi maggiori e migliori?
Una cosa è certa, il tema integrazione tra pubblico e privato deve essere meglio regolato vedendo il secondo in una posizione di sussidiarietà rispetto alla centralità del pubblico. I Livelli Essenziali di Assistenza devono essere garantiti dalla sanità pubblica, perciò non vorremmo mai riscontrare lo svuotamento o l'annullamento di Unità Operative Complesse, soprattutto quelle degli ospedali maggiori, a favore di soggetti privati! Scusate lo sfogo! Ma veniamo all'incontro tra i cittadini (che reclamano il diritto alla salute) e la politica (che decide in merito) avutosi sulla questione del Santissimo Rosario di Venafro e che si avrà, a breve, anche sul Caracciolo di Agnone. Rispetto al contratto stipulato tra il Governatore Frattura e i cittadini di Venafro, nella passata campagna elettorale, la proposta di riorganizzazione dell'Ospedale Santissimo Rosario, scorre attraverso un filtro di maglie più o meno strette, la risoluzione dell'equazione costi/benefici riesce, anche se non tutte le opinioni sono unanimi: il bicchiere è sempre o mezzo pieno o mezzo vuoto.
Dipende dai punti di vista. Ha ragione Frattura quando dice: meglio una sanità efficiente e sempre più vicina agli standard massimi di qualità, che una sanità che fa correre rischi seri all'utenza. Però... Il Governatore intanto, sollecitato dall'Assessore Scarabeo e il Comitato pro Santissimo Rosario, ha fatto intendere che darà seguito alla proposta, di non chiudere il nosocomio di Venafro, (perchè non dargli fiducia!) anche se sarà rimodulato nei servizi, soprattutto col mantenimento del Pronto Soccorso che serve al territorio di riferimento più di ogni altra cosa. Mettendo da parte gli expolit giornalistici con annunci dell'ultim'ora, da parte di qualche bontempone ritardatario perché interessato ad altro, va evidenziato che il confronto tra le parti ha avuto un esito abbastanza accettabile. Soprattutto se si pensa che una buona parte dei servizi, già fruibili dall'utenza presso il Santissimo Rosario, resteranno a Venafro, e ciò, di questi tempi non è cosa di poco conto.
Per non farla lunga, (questo è il bicchiere mezzo pieno) le richieste avanzate allo stesso Governatore (sembra) siano state accettate, il Santissimo Rosario manterrà il poliambulatorio, la riabilitazione e il Pronto Soccorso, ed avrà i servizi di day hospital e day surgery per specialità che svariano dalla chirurgia alla cardiologia, passando per l'ortopedia, la senologia, l'oculistica, otorinolaringoiatria e ginecologia oltre all'attivazione di un comparto di R.S.A. e un'altro per la cura dell'Alzhaimer. Sempre meglio che vederlo chiudere...! Arriverebbe anche la specialità di Radioterapia che, considerato il fatto che nelle vicinanze esiste solo a Sora (FR) e Caserta e le liste d'attesa, in regione, svariano tra otto e dodici mesi, l'offerta del Governatore è più che accettabile.
Non ci facciamo l'abitudine, però, perchè Frattura nel gioco: tu dai una cosa a me e io ne do una a te, è molto bravo: s'è "preso" il reparto di Ortopedia (questo il bicchiere mezzo vuoto, sich!) che sarà trasferito a Isernia? Nel contraddittorio, invero, sono emerse anche altre opportunità che "riempirebbero" la struttura ospedaliera venafrana e darebbero anche un aiuto all'economia locale in forte disagio: i Corsi di Infiermeristica e come richiesto già tempo addietro dall'Assessore Scarabeo, una sede distaccata dell'Università del Molise per l'attivazione di corsi di studio sulle specialità presenti presso il Santissimo Rosario.
Che dire allora? Attendiamo fiduciosi che gli interventi di riorganizzazione che si andranno ad intrecciare con quelli sulla struttura, Frattura ha promesso anche l'impegno economico di ben tre milioni di Euro per i lavori sul complesso ospedaliero che ha disperatamente bisogno di manutenzione e rispristino delle criticità, consentano al nosocomio venafrano di continuare ad operare per offrire la sanità migliore che ogni cittadino si auspica. Che sia la volta buona?
Nessun commento:
Posta un commento