sabato 22 giugno 2013

Gam, firmato l’accordo per il rilancio della filiera avicola molisana

La Regione Molise supporterà il progetto di rilancio della filiera avicola e il Ministero dello sviluppo economico sosterrà le Istituzioni locali nell’individuazione di soggetti industriali interessati a investire nel comparto avicolo molisano.








Mise, Regione, commissario liquidatore di Solagrital e Gam firmano l’accordo per il rilancio, la riorganizzazione e l’ammodernamento dell’azienda matesina. Nuovi scenari e nuovi percorsi per la Gam anche grazie a un’iniziativa di Confcooperative, ora all’esame delle parti interessate.

 “Un accordo rilevante per il futuro della nostra filiera – commenta con soddisfazione il governatore Frattura –. Con questa intesa definiamo, ed è un fatto importantissimo, la condivisione di una strategia che assicura ai lavoratori i dovuti ammortizzatori sociali, ma soprattutto garantisce la continuità dell’attività del settore”.

Lungo, dibattuto e, alla fine, foriero di opportunità concrete, l’incontro di ieri al Ministero dello sviluppo economico. Al tavolo con i rappresentanti del Mise, il presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, gli assessori Michele Petraroria, Vittorino Facciolla e Massimiliano Scarabeo, i parlamentari molisani del Pd, Roberto Ruta, Danilo Leva e Laura Venittelli, rappresentanti del Sottosegretariato ai rapporti con il Parlamento, il commissario liquidatore di Solagrital, Danilo Tacchilei, il management di Gam, le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil, Ugl agroalimentare, Fisascat Cisl, Filcams Cgil e le rsu aziendali.

“Abbiamo approfondito e chiarito due aspetti per noi prioritari – specifica il presidente Frattura –,  la messa in sicurezza dei lavoratori e l’ipotesi di una newco”.

Così, nelle more dell’attuazione dell’exit strategy regionale, la Gam continuerà a gestire la filiera avicola e lo stabilimento di produzione con i lavoratori tutelati dagli ammortizzatori di settore della Cisoa.

Discorso analogo per i lavoratori ex Solagrital, oggi Codisal: le parti ieri a Roma hanno stabilito che saranno poste tutte le azioni necessarie ad assicurare ai dipendenti le medesime garanzie e tutele applicate per gli altri lavoratori della filiera. Nello stesso ambito sarà gestita la questione relativa agli ammortizzatori sociali per gli avventizi.

Da parte sua, la Regione si impegnerà a supportare il progetto di rilancio della filiera con l’attivazione delle previste misure a favore di programmi di investimento di soggetti interessati, continuando a misurarsi proprio con il coinvolgimento di un nuovo soggetto industriale.

“Abbiamo ricevuto manifestazioni di interesse – precisa il governatore –, e abbiamo una proposta di Confcooperative Molise che punta a promuovere il modello di socializzazione d’impresa nella filiera avicola regionale. L’idea a noi formulata rende protagonisti gli stessi lavoratori come soci lavoratori e include tutti gli attori della filiera nella creazione ipotizzata di quattro cooperative fondamentali: allevatori, trasformazione prodotti agricoli, servizi trasporti e logistica, commercializzazione”.

Alle strutture presentate dalla Confcooperative si applicherebbero tutte le misure di sostegno previste per il sistema cooperativistico, a cominciare dall’accesso ai fondi di ristrutturazione destinati al comparto agricolo o industriale.

“Basi concrete, con elementi definiti, queste, sulle quali andremo avanti per mettere in campo la migliore soluzione utile al rilancio della nostra filiera avicola, importantissima per tutta l’economia regionale. Questo è il nostro obiettivo”, conclude Paolo Frattura.

1 commento:

Unknown ha detto...

Questo è un altro nulla di fatto strombazzato come grande successo dai politici. Insomma, è un altro modo di presentare le cose già dette re ridette da lungo tempo: cassa integrazione a lunga durata per tutti, trovare un acquirente privato (di cui finora non s’è visto neanche l’ombra) e in caso non si faccia vivo nessuno, formazione di una cooperativa, o una serie di cooperative tra allevatori, trasportatori, trasformatori, e commercializzatori. Immaginiamo come quattro cooperative indipendenti andranno d’accordo, quando dovranno spartirsi qualche cosa o dividere costi comuni!

La cosa fondamentale è che per il rilancio occorrono ingenti capitali di ristrutturazione degli impianti e finanziamento dell’impresa.

Quanti soldi? E che li sborserà? Se non i privati, chi? La Regione? Lo Stato? Entrambi?

Inoltre, ammesso che i soldi necessari inizialmente piovano dal cielo, sarà l’impresa concorrenziale sul mercato e riuscirà a produrre profitti sufficienti alla propria sopravvivenza? In breve, saranno i ricavi maggiori dei costi?
Senza soldi, e senza un’analisi del modello aziendale (ovviamente fatta da qualche azienda seria, indipendente, specialista del settore, non in collusione con la politica) che dia precise risposte a queste domande, sono tutte chiacchiere inutili e sterili.