lunedì 24 giugno 2013

Legambiente, rapporto Mare Monstrum 2013

In crescita i fenomeni d'illegalità ai danni delle coste e del mare italiano. Un segnale preoccupante della recrudescenza delle attività illecite in un periodo di crisi economica.










Sotto la lente d’ingrandimento di questo dossier: le mega lottizzazioni abusive che violentano le coste del Salento, della Sicilia e dell’Abruzzo, le migliaia di ville che continuano a sorgere a Ischia, sul litorale Domizio Flegreo, ma anche sulla costa cilentana e su quella amalfitana in Campania, la miriade di lidi che colonizza le coste del Lazio e tanto altro ancora. Pesca di frodo, violazioni al codice di navigazione e alle norme sulla nautica da diporto, depuratori difettosi, scarichi fognari e inquinamento da idrocarburi.

Pesca di frodo, abusivismo edilizio sul demanio, violazioni al codice di navigazione e alle norme sulla nautica da diporto, depuratori difettosi, scarichi fognari e inquinamento da idrocarburi: le illegalità che riguardano il mare e le coste italiani, lo scorso anno, sono cresciute. Un incremento del 2,8% rispetto al 2011 e addirittura del 14,4% rispetto al primo gennaio del 2010. Sono aumentati i reati (13.518, pari a 1,8 illeciti per chilometro di costa), le persone denunciate (16.092) e i sequestri che superano quota quattromila (4.076). Oltre la metà dei reati si è consumata nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa - nell’ordine: Campania, Sicilia, Puglia e Calabria - seguite dalla Sardegna e dal Lazio.

Con 3,4 illeciti per ogni chilometro di costa e 122 infrazioni accertate il Molise è al 14/o posto della classifica relativa all'attacco illegale ai danni del mare. Lo dice il rapporto "Mare monstrum 2013" di Legambiente, presentato a Roma in occasione della partenza di Goletta Verde e Goletta dei Laghi 2013.

La top five di Mare Monstrum 2013

I cinque ecomostri, casi di cemento illegale su cui pesa, ignorato da decenni, l’ordine di abbattimento. Casi che Legambiente denuncia da sempre e di cui chiede alle istituzioni, Comuni in testa, l’abbattimento per via preferenziale. In virtù della loro storia e del loro impatto sul territorio rappresentano bene ciò che deve essere finalmente cancellato dalle coste italiane. Sono gli scheletri di Pizzo Sella a Palermo, delle 35 ville nell’area archeologica di capo Colonna a Crotone, dell’albergo sulla scogliera di Alimuri a Vico Equense, del villaggio di Torre Mileto a Lesina in provincia di Foggia. A cui si aggiungono gli otto scheletri che ancora campeggiano sulla collina a Quarto Caldo nel Parco nazionale del Circeo.

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