sabato 25 agosto 2012

Adotta un’aiuola vs adotta una fratta, la soluzione è dentro di te

Trovata finalmente la naturale evoluzione del discusso progetto comunale orientato al decoro urbano, che proseguirà con adotta una fratta, per restare in linea con il tema del verde pubblico ma addrizzando il tiro ad un progetto che ha vissuto finora di luci e ombre, a seconda dell'angolazione da cui lo si è guardato.



L’Amministrazione Comunale dice di aver riscosso grossi consensi con il progetto adotta un’aiuola, tali da avere oggi più richieste che rotatorie; associazioni, comitati e singoli cittadini protestano invece per l’incuria e l’abbandono delle aiuole; i titolari della riqualificazione (commercianti, privati cittadini, ecc.) si lamentano perché le aiuole non hanno acqua e terra a sufficienza. E mentre tutti si mettono d’accordo su chi ha torto e chi ha ragione, al solito, Molise Natzione vi esce la soluzione! Sostenibile e low cost, come si conviene in tempi di crisi.

Il problema, come sempre, è il punto di partenza adottato. Cosa ci caratterizza? Cosa ci distingue? Come siamo abituati a interfacciarci con il verde pubblico? La soluzione è a portata di mano, ma ahimè, nessuno sembra vederla. I molisani non sono fatti per il verde pubblico attrezzato, non lo sono mai stati e probabilmente mai lo saranno, tanto che neanche allo stadio riusciamo ad avere qualcosa di più di semplici pozzanghere. Vogliamo allora in un sol colpo dare lustro al progetto messo in campo dall’Amministrazione Comunale, fare felici i cittadini del loro verde pubblico e rendere meno oneroso e più fattibile il lavoro dei privati che prendono in cura il verde?

Basta cambiare il titolo del progetto da "adotta un’aiuola" in "adotta una fratta".

Perché la fratta è più confacente all’essenza molisana, perché da che molise è molise abbiamo sempre avuto fratte e non verde attrezzato, perché nelle fratte ci cogliamo le more, ci facciamo l’ammore, ci espelliamo i bisogni fisiologici, ci portiamo il canO, e ci facciamo il pic-nic la domenica in estate. E a chi ricorda i bei tempi andati, in cui ci siamo guadagnati l’appellativo di “città giardino”, ricordiamo che questo poco ha a che vedere con il verde pubblico, ma bensì con i giardini  (ma con l’italiano ci trasciniamo un problema antico, che non nasce con Di Pietro, Biscardi e Di Bartolomeo, e l’equivoco ce lo siamo creati da soli).

Detto questo, le fratte crescono ovunque, anche sul cemento, non hanno bisogno di manutenzione perché si autogestiscono, né di acqua, fertilizzanti, potature o altro. Risultano inoltre un ottimo covo per le serpi (almeno si stanno là e non vengono fuori) e per i cinghiali (che fa comodo averli vicino, ché nel sugo con due pappardelle…) e soprattutto hanno l’importante funzione sociale di ricordare al cittadino natzionale che non viene da Trento ma che è invece nato e cresciuto nel Molise.

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