giovedì 30 gennaio 2014

Tasi, Loy: I comuni incassano, pagano i contribuenti

L’accordo tra Governo Comuni sulla Tasi ha un solo significato: i Comuni incassano e i contribuenti pagano.






Infatti, la decisione di non utilizzare i 500 milioni di euro previsti dalla Legge di Stabilità, che avrebbero permesso di introdurre delle detrazioni (25 euro medi), anche sull’aliquota di base, rischia di far “passare alla cassa” 2,5 milioni di contribuenti “esenti IMU”, che per effetto del combinato disposto delle basse rendite catastali e detrazioni non avevano pagato l’imposta nel 2012.

Inoltre, per oltre 10,5 milioni di contribuenti (il 50% del totale), residenti negli oltre 5.600 Comuni che avevano l’aliquota IMU al 4%, la TASI rischia di essere più pesante della stessa Imu.

Ad affermarlo è Guglielmo Loy – Segretario Confederale UIL, presentando i dati emersi dall’elaborazione del Servizio Politiche Territoriali sulla nuova tassa che ha sviluppato 5 esempi.

Con la decisione di aggiungere un’addizionale (tra lo 0,1 per mille e lo 0,8 per mille) sulle aliquote massime della TASI, da dedicare esclusivamente alle detrazioni, il rischio è che i Comuni siano spinti a portare al massimo le aliquote di riferimento.

Questa operazione porterebbe un’extra gettito di 1,4 miliardi di euro, che equivalgono a soli 63 euro medi per le detrazioni.

Nelle nostre simulazioni, commenta Loy, per la prima casa, si parte da un gettito medio, senza addizionale aggiuntiva, di 135 euro (198 euro senza detrazioni), ai 198 euro (261 euro senza detrazioni), con l’aliquota massima al 3,3 per mille.

Mentre, per le seconde case, si può arrivare ad aumenti del 7,6% (64 euro) nel caso si applicasse l’aliquota dell’11,4 per mille.

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