“La proposta illustrata dall'azienda nel corso di questo primo incontro non ci convince per nulla e rimane inaccettabile, specie per quanto riguarda la chiusura di Porcia e il ridimensionamento degli altri tre stabilimenti, insieme alla richiesta di riduzione del salario”.
E' quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada, al termine del tavolo sulla vertenza Electrolux ieri al Ministero dello Sviluppo economico. Una proposta, quella della multinazionale svedese, “che è a maggior ragione inaccettabile perché correlata ad una pesante incertezza sul futuro stesso della produzione di Electrolux in Italia e, di conseguenza, sulle garanzie circa i livelli occupazionali”.
Per questo, ha aggiunto la dirigente sindacale, “se per un verso l'azienda deve chiarire qual è il piano industriale e i conseguenti effettivi investimenti in programma”, dall'altro “ci deve essere un impegno prioritario da parte del governo, a partire dal ruolo del presidente del Consiglio. Questa vertenza, infatti, si inserisce in un settore già in forte crisi e che, per le soluzioni da adottare, per lo specifico segmento produttivo e per il ruolo stesso di una multinazionale nel nostro paese, non è confinabile all'interno di una tradizionale vertenza sindacale”.
In merito poi all'impegno assunto dal governo di promuovere a breve un incontro con l'azienda e con i presidenti delle regioni coinvolte, Lattuada ha continuato: “Ci aspettiamo che da quel confronto nascano soluzioni utili per il proseguimento del negoziato.
Per quello che ci riguarda, il coordinamento unitario delle Rsu di tutti gli stabilimenti Electrolux che si terrà il 3 febbraio farà le sue valutazioni e trarrà le sue conseguenza circa le modalità con le quali portare avanti iniziative e proposte. Resta inteso che, per quanto riguarda la Cgil tutta, siamo impegnati perché la Electrolux cambi i suoi piani e rafforzi - ha concluso Lattuada - la missione produttiva di tutti gli stabilimenti in Italia”.
Per questo, ha aggiunto la dirigente sindacale, “se per un verso l'azienda deve chiarire qual è il piano industriale e i conseguenti effettivi investimenti in programma”, dall'altro “ci deve essere un impegno prioritario da parte del governo, a partire dal ruolo del presidente del Consiglio. Questa vertenza, infatti, si inserisce in un settore già in forte crisi e che, per le soluzioni da adottare, per lo specifico segmento produttivo e per il ruolo stesso di una multinazionale nel nostro paese, non è confinabile all'interno di una tradizionale vertenza sindacale”.
In merito poi all'impegno assunto dal governo di promuovere a breve un incontro con l'azienda e con i presidenti delle regioni coinvolte, Lattuada ha continuato: “Ci aspettiamo che da quel confronto nascano soluzioni utili per il proseguimento del negoziato.
Per quello che ci riguarda, il coordinamento unitario delle Rsu di tutti gli stabilimenti Electrolux che si terrà il 3 febbraio farà le sue valutazioni e trarrà le sue conseguenza circa le modalità con le quali portare avanti iniziative e proposte. Resta inteso che, per quanto riguarda la Cgil tutta, siamo impegnati perché la Electrolux cambi i suoi piani e rafforzi - ha concluso Lattuada - la missione produttiva di tutti gli stabilimenti in Italia”.
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