"Quella del Master Plan è stata sicuramente un’occasione mancata per la Città. Inutile recriminare o approfondire ora i motivi che hanno procurato questo ritardo, meglio pensare al presente ed al futuro di Campobasso e a un progetto che è destinato senza dubbio a cambiare il Capoluogo e realizzare quelle opere tese a valorizzare e rendere più funzionale la città.
L’incontro avvenuto in Consiglio comunale è servito a fare il punto della situazione e a conoscere nel dettaglio le linee programmatiche dell’attuale Governo regionale. Pur condividendo la necessità di razionalizzare l’uso delle poche risorse a disposizione, nella consapevolezza che l’attuale stato delle cose obbliga ad una seria e attenta rivalutazione del piano, auspico che il ridimensionamento degli interventi non corrisponda in toto anche ad un mortificante ridimensionamento delle idee e delle ambizioni di chi legittimamente sogna ancora una Campobasso a portata d’uomo ma al contempo “europea” e “contemporanea”.
Che la drammatica assenza di risorse non ci allontani troppo da quello spirito internazionale con cui in passato si è pensato giustamente di intervenire per dare un volto nuovo e più “aperto” alla città. Anche in questo momento credo sia essenziale che architetti di fama mondiale possano studiare la nostra città, cercare di ridisegnarla, di immaginarla oltre le ovvie valutazioni sulla necessità di non ridurre tutto a semplici colate di cemento.
Il punto è che concetti come qualità, creatività, accessibilità non possono oggi essere accantonati e non può non essere considerata una priorità la riqualificazione urbana e paesaggistica della città. Si tratta di un investimento a lungo termine da cui dipende il destino di una intera comunità e su cui non si può non pensare in grande. La spending review, sacrosanta e inevitabile (che anche l’amministrazione di cui faccio parte ha dovuto applicare sfidando l’impopolarità), non deve farci però rinunciare alla competitività e al progresso.
E proprio su questo delicato equilibrio (austerità - modernità) che bisogna rilanciare le aspirazioni di un Capoluogo di regione che ha voglia di tornare a ricoprire un ruolo centrale nella vita economica, culturale e sociale del territorio. Non c’è contraddizione tra idee innovatrici e risparmio, solo comprendendo il futuro possiamo cambiare il nostro presente. Si tratta semplicemente di una sfida inedita e difficile, che però la classe politica tutta ha il dovere e la responsabilità di affrontare".
Che la drammatica assenza di risorse non ci allontani troppo da quello spirito internazionale con cui in passato si è pensato giustamente di intervenire per dare un volto nuovo e più “aperto” alla città. Anche in questo momento credo sia essenziale che architetti di fama mondiale possano studiare la nostra città, cercare di ridisegnarla, di immaginarla oltre le ovvie valutazioni sulla necessità di non ridurre tutto a semplici colate di cemento.
Il punto è che concetti come qualità, creatività, accessibilità non possono oggi essere accantonati e non può non essere considerata una priorità la riqualificazione urbana e paesaggistica della città. Si tratta di un investimento a lungo termine da cui dipende il destino di una intera comunità e su cui non si può non pensare in grande. La spending review, sacrosanta e inevitabile (che anche l’amministrazione di cui faccio parte ha dovuto applicare sfidando l’impopolarità), non deve farci però rinunciare alla competitività e al progresso.
E proprio su questo delicato equilibrio (austerità - modernità) che bisogna rilanciare le aspirazioni di un Capoluogo di regione che ha voglia di tornare a ricoprire un ruolo centrale nella vita economica, culturale e sociale del territorio. Non c’è contraddizione tra idee innovatrici e risparmio, solo comprendendo il futuro possiamo cambiare il nostro presente. Si tratta semplicemente di una sfida inedita e difficile, che però la classe politica tutta ha il dovere e la responsabilità di affrontare".
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