Scorrendo i dati riportati sulla decisione finanza pubblica regionale 2013, deliberata dalla Giunta regionale con proprio documento n. 853 del 21/12/2012, balzano agli occhi alcune considerazioni di carattere generale, che fanno trasparire il profondo malessere di questa regione, in materia di occupazione e crescita economica e sul sociale in modo particolare.
Se è vero che non siamo indenni dalle problematiche legate alla recessione mondiale, a quelle del Sud dell'Europa soprattutto, non possiamo sottacere il fatto che gli interventi fin qui posti in essere da questo esecutivo, non hanno sortito, né le stanno sortendo e né le sortiranno, tutte le aspettative intese come aiuto al perdurare della crisi che interessava ed interessa anche il nostro Molise. Insomma, se per il 2012, i dati sulla disoccupazione (+ 4000 unità), quelli sulle nuove imprese (- 203) rispetto al periodo precedente, e la cessazione di ben 1804 imprese, il futuro per questa regione non è affatto roseo.
Le due province molisane, sono state bocciate nella competizione sulla vivibilità del territorio che viene fuori da una ricerca del Sole 24 Ore per il 2012 dove Campobasso risulta 80esima facendo registrare tre posizioni in meno rispetto al 2011 e Isernia, rispetto allo scorso anno perde sette posizioni e precipita all'89esimo posto.L'analisi come sempre prende in esame le 107 province in sei campi e trentasei indicatori, per arrivare a sondare ogni microcosmo con cui il cittadino fa i conti quotidianamente, quali la ricchezza prodotta, i risparmi, l'assegno per chi è a riposo, i consumi privati, l'inflazione e l'abitazione, con il PIL pro capite che oscilla tra i 16.800 e i 17mila euro.
Le due province molisane, sono state bocciate nella competizione sulla vivibilità del territorio che viene fuori da una ricerca del Sole 24 Ore per il 2012 dove Campobasso risulta 80esima facendo registrare tre posizioni in meno rispetto al 2011 e Isernia, rispetto allo scorso anno perde sette posizioni e precipita all'89esimo posto.L'analisi come sempre prende in esame le 107 province in sei campi e trentasei indicatori, per arrivare a sondare ogni microcosmo con cui il cittadino fa i conti quotidianamente, quali la ricchezza prodotta, i risparmi, l'assegno per chi è a riposo, i consumi privati, l'inflazione e l'abitazione, con il PIL pro capite che oscilla tra i 16.800 e i 17mila euro.
Non va meglio se si analizza l'area affari e lavoro dove Isernia è finita all'88esimo posto per spirito d'iniziativa, propensione a investire, export, disoccupazione e imprenditorialità giovanile. Un tenore di vita, soprattutto quello degli isernini che è peggiorato parecchio se si considera che rispetto al 2011 si sono perse sedici posizioni e Campobasso, nonostante un lieve miglioramento, resta sempre nella parte bassa della graduatoria.
Per quel che riguarda servizi, ambiente e salute Isernia risulta più vivibile solo di Vibo Valentia e Crotone. Pochi asili nido, ancor meno spettacoli, appeal turistico embrionale, banda larga carente e, soprattutto alta migrazione sanitaria, nonostante cospicui interventi ad hoc, sul bilancio regionale a favore della sanità privata. Il tutto, mi sembra, in controtendenza proprio con quanto affermato in tutti questi anni in cui si è fatto finta di nulla, facendo credere tutto e il contrario di tutto.
Per quel che riguarda servizi, ambiente e salute Isernia risulta più vivibile solo di Vibo Valentia e Crotone. Pochi asili nido, ancor meno spettacoli, appeal turistico embrionale, banda larga carente e, soprattutto alta migrazione sanitaria, nonostante cospicui interventi ad hoc, sul bilancio regionale a favore della sanità privata. Il tutto, mi sembra, in controtendenza proprio con quanto affermato in tutti questi anni in cui si è fatto finta di nulla, facendo credere tutto e il contrario di tutto.
Né possono valere, sempre contrariamente a quanto ci è stato detto da chi ha governato il Molise in questi ultimi anni e come si afferma nella relazione presentata dalla Giunta Regionale, le azioni poste in essere e chiamate "strategie regionali, le risorse finanziarie e gli interventi messi in campo" a sostegno delle imprese, quali incentivo alla capitalizzazione - Cinque per uno" e "Piccolo Prestito - Mi fido di te" dato che, ad oggi, continua a crescere, incessantemente, il numero delle insolvenze delle Imprese molisane verso le Banche e, come accennato molte attività imprenditoriali sono costrette a chiudere.
Dice letteralmente l'ultima relazione previsionale e programmatica 2012 della CCIA di Isernia: l’incidenza delle sofferenze sul totale degli impieghi, risulta uguale al 10,8% nella provincia di Isernia e all’8,1% in provincia di Campobasso, valore superiore al dato registrato in Italia pari al 4,6%. Confrontando gli ultimi dati disponibili con quelli relativi allo stesso periodo dell’anno precedente, si nota un generale aumento dei crediti non riscuotibili. Il valore delle sofferenze bancarie in Molise, è in aumento rispetto all’anno precedente del 15,1%.
Dice letteralmente l'ultima relazione previsionale e programmatica 2012 della CCIA di Isernia: l’incidenza delle sofferenze sul totale degli impieghi, risulta uguale al 10,8% nella provincia di Isernia e all’8,1% in provincia di Campobasso, valore superiore al dato registrato in Italia pari al 4,6%. Confrontando gli ultimi dati disponibili con quelli relativi allo stesso periodo dell’anno precedente, si nota un generale aumento dei crediti non riscuotibili. Il valore delle sofferenze bancarie in Molise, è in aumento rispetto all’anno precedente del 15,1%.
Il dato allarmante è in provincia di Isernia dove si registra un incremento su base annua di quasi il 37%. Sul mercato del lavoro, la stessa relazione, non offre, purtroppo dati confortanti, senza elencare cifre e percentuali, valga su tutti questo dato: a livello settoriale ci si caratterizza per la maggiore concentrazione di occupati nel settore dei servizi, che impegna il 67% delle unità, mentre i restanti sono distribuiti fra l’industria, al 28% e l’agricoltura, che si attesta su un bassissimo 5% delle unità di lavoro.
Quindi anche il tanto osannato POR FESR 2007 - 2013, al quale si accenna nella relazione a corredo del bilancio regionale e attinente a "ricerca e innovazione" e start up e spin off di impresa" lascia molte perplessità se si guardano i dati sopra descritti rispetto alle aspettative dell'Europa, all'atto dell'emanazione di questo programma, il 28 novembre 2007. L'impatto sull'economia e sull'occupazione, infatti, previsto da quel programma nel periodo di riferimento, era legato alla creazione di nuovi posti di lavoro (di cui almeno il 50% per le donne), all'aumento della produttività della manodopera delle PMI, a quello del del tasso di occupazione delle persone di età compresa tra 15 e 64 anni, e anche alla crescita della componente del valore delle esportazioni nel PIL regionale. Ad un anno dalla sua conclusione, tutto questo, mi sembra, non si sia affatto verificato.
Ora, è inutile pensare che nella situazione politica in cui siamo, alla vigilia, peraltro, di nuove elezioni, il bilancio di previsione, documento primario della vita regionale, possa essere stravolto nel suo insieme per poterlo riadattare alle reali esigenze del Molise e dei molisani, come invece si dovrebbe. Ancora una volta, ci troviamo di fronte ad un compito in classe fatto male, dato questo, emerso anche dai lavori della 1^ Commissione Consiliare che ha sottolineato alcune pecche in esso contenute, tra cui contraddizioni che difficilmente possono trovare giustificazione. Ecco perché, se nelle intenzioni c'è la volontà di intervenire sull'economia, ambiente e territorio, giovani e sociale, dall'altro, sul piano pratico, somme sufficienti a favorire queste iniziative, nel bilancio non sono affatto contemplate!
Senza commentarlo analiticamente, basta guardare le discrepanze che balzano all'occhio, relative a emergenze che possono essere utilizzate come volano per la ripresa economica: il turismo, il territorio, l'agricoltura, penalizzate, invece dai tagli ai contributi alle associazioni turistiche ed alla promozione turistica in genere, alle realtà di attrazione turistica come Capracotta per esempio, a tutte quelle attinenti la salvaguardia ambientale come il Parco dell'Olivo di Venafro, zero Euro per le politiche giovanili e lo sport, quale strumento di aggregazione e di crescita sociale.
Quindi anche il tanto osannato POR FESR 2007 - 2013, al quale si accenna nella relazione a corredo del bilancio regionale e attinente a "ricerca e innovazione" e start up e spin off di impresa" lascia molte perplessità se si guardano i dati sopra descritti rispetto alle aspettative dell'Europa, all'atto dell'emanazione di questo programma, il 28 novembre 2007. L'impatto sull'economia e sull'occupazione, infatti, previsto da quel programma nel periodo di riferimento, era legato alla creazione di nuovi posti di lavoro (di cui almeno il 50% per le donne), all'aumento della produttività della manodopera delle PMI, a quello del del tasso di occupazione delle persone di età compresa tra 15 e 64 anni, e anche alla crescita della componente del valore delle esportazioni nel PIL regionale. Ad un anno dalla sua conclusione, tutto questo, mi sembra, non si sia affatto verificato.
Ora, è inutile pensare che nella situazione politica in cui siamo, alla vigilia, peraltro, di nuove elezioni, il bilancio di previsione, documento primario della vita regionale, possa essere stravolto nel suo insieme per poterlo riadattare alle reali esigenze del Molise e dei molisani, come invece si dovrebbe. Ancora una volta, ci troviamo di fronte ad un compito in classe fatto male, dato questo, emerso anche dai lavori della 1^ Commissione Consiliare che ha sottolineato alcune pecche in esso contenute, tra cui contraddizioni che difficilmente possono trovare giustificazione. Ecco perché, se nelle intenzioni c'è la volontà di intervenire sull'economia, ambiente e territorio, giovani e sociale, dall'altro, sul piano pratico, somme sufficienti a favorire queste iniziative, nel bilancio non sono affatto contemplate!
Senza commentarlo analiticamente, basta guardare le discrepanze che balzano all'occhio, relative a emergenze che possono essere utilizzate come volano per la ripresa economica: il turismo, il territorio, l'agricoltura, penalizzate, invece dai tagli ai contributi alle associazioni turistiche ed alla promozione turistica in genere, alle realtà di attrazione turistica come Capracotta per esempio, a tutte quelle attinenti la salvaguardia ambientale come il Parco dell'Olivo di Venafro, zero Euro per le politiche giovanili e lo sport, quale strumento di aggregazione e di crescita sociale.
Senza attivare gli strumenti programmatici e le possibilità di finanziamento per la realizzazione di infrastrutture per l’attività sportiva, non si potrà mai offrire sostegno della pratica sportiva a livello dilettantistico ed amatoriale. Di contro si palesano somme ingenti destinate a capitoli specifici quali l'orchestra del Molise, o a quello di Molise Cultura, foraggiati per oltre un milione di Euro.
Nemmeno un soldo per la legge regionale sull'inquinamento luminoso e, soprattutto, per quella sul risparmio energetico e quella delle fonti energetiche rinnovabili. Desta qualche ilarità anche la proposta di legge sulla finanziaria regionale del 2013 dove, per esempio, si modifica la L.R. n. 35 del 2006 relativa alla riduzione di emissioni inquinanti dovute al traffico veicolare che, pur rimpinguando il capitolo di bilancio dai 50.000,00 Euro previsti a 200.000,00, questi bastano a malapena per finanziare circa 400 conversioni di impianto da benzina a GPL o metano.
Per i Piani d'Azione per l'Energia Sostenibile, per esempio, i cosiddetti PAES, a quanto mi risulta relativamente alla Provincia di Isernia, soltanto da qualche giorno sono stati affidati gli incarichi ai tecnici che dovranno curare i rapporti con gli enti locali. Così si riduce l'inquinamento in Molise? Ma anche sul sociale, pesano i tagli al bilancio dove non sono previste somme di cui alla legge 24/90 sui diversamente abili,per esempio, dove, le associazioni di rappresentanza, si sono viste costrette a richiedere, formalmente, alla Regione Molise, le somme spettanti per il rimborso delle spese sostenute relative alle attività realizzate nel corso dell'anno 2012.
Prescindendo dall'attuale contesto politico, in fibrillazione a causa delle prossime elezioni, è più che palese l'impossibilità di questa Giunta di offrire, attraverso il bilancio, nuove e più utili opportunità di crescita per il Molise, grazie, si fa per dire, ai madornali errori fatti nel passato e ai quali, diciamocelo, non è facile porre rimedio. E anche se il momento di congiuntura economica può essere un condizionamento di non poco conto su certe scelte di bilancio, esso non può rappresentare un alibi inattaccabile per non pensare che molto di più di può e si deve fare.
Concludo, non possono essere sempre e soltanto la crisi latente, gli sprechi nella sanità, i tagli dei fondi statali, le cause che contribuiranno a far recedere, ulteriormente, questa regione, sotto il profilo economico e soprattutto sociale. Piuttosto, a mio avviso, lo sono state e questo bilancio continua ad evidenziarle, proprio le scelte sbagliate di una classe politica dirigente poco attenta ai problemi dei molisani, problemi importanti per la crescita e lo sviluppo di questa regione. Alla luce di ciò, esprimo il mio voto contrario a questo documento contabile in fase di approvazione.
Nemmeno un soldo per la legge regionale sull'inquinamento luminoso e, soprattutto, per quella sul risparmio energetico e quella delle fonti energetiche rinnovabili. Desta qualche ilarità anche la proposta di legge sulla finanziaria regionale del 2013 dove, per esempio, si modifica la L.R. n. 35 del 2006 relativa alla riduzione di emissioni inquinanti dovute al traffico veicolare che, pur rimpinguando il capitolo di bilancio dai 50.000,00 Euro previsti a 200.000,00, questi bastano a malapena per finanziare circa 400 conversioni di impianto da benzina a GPL o metano.
Per i Piani d'Azione per l'Energia Sostenibile, per esempio, i cosiddetti PAES, a quanto mi risulta relativamente alla Provincia di Isernia, soltanto da qualche giorno sono stati affidati gli incarichi ai tecnici che dovranno curare i rapporti con gli enti locali. Così si riduce l'inquinamento in Molise? Ma anche sul sociale, pesano i tagli al bilancio dove non sono previste somme di cui alla legge 24/90 sui diversamente abili,per esempio, dove, le associazioni di rappresentanza, si sono viste costrette a richiedere, formalmente, alla Regione Molise, le somme spettanti per il rimborso delle spese sostenute relative alle attività realizzate nel corso dell'anno 2012.
Prescindendo dall'attuale contesto politico, in fibrillazione a causa delle prossime elezioni, è più che palese l'impossibilità di questa Giunta di offrire, attraverso il bilancio, nuove e più utili opportunità di crescita per il Molise, grazie, si fa per dire, ai madornali errori fatti nel passato e ai quali, diciamocelo, non è facile porre rimedio. E anche se il momento di congiuntura economica può essere un condizionamento di non poco conto su certe scelte di bilancio, esso non può rappresentare un alibi inattaccabile per non pensare che molto di più di può e si deve fare.
Concludo, non possono essere sempre e soltanto la crisi latente, gli sprechi nella sanità, i tagli dei fondi statali, le cause che contribuiranno a far recedere, ulteriormente, questa regione, sotto il profilo economico e soprattutto sociale. Piuttosto, a mio avviso, lo sono state e questo bilancio continua ad evidenziarle, proprio le scelte sbagliate di una classe politica dirigente poco attenta ai problemi dei molisani, problemi importanti per la crescita e lo sviluppo di questa regione. Alla luce di ciò, esprimo il mio voto contrario a questo documento contabile in fase di approvazione.
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