Il dato definitivo sull’andamento dell’inflazione a dicembre 2012 conferma l’aumento del 3,0% registrato nel complesso dell’anno, causato dalle tensioni sulle materie prime, in particolare energetiche, e dagli interventi sulle imposte.
Anche i continui aumenti dei prezzi dei servizi pubblici locali (+4,9% nell’anno, +10,2% nel biennio 2011-2012) hanno contribuito ad accrescere il tasso d’inflazione. Questi fenomeni hanno, dunque, gravato pesantemente sui redditi delle famiglie insieme alla stagnazione delle retribuzioni reali, con la conseguente eccezionale contrazione dei consumi. Questo il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio alle rilevazioni sull’inflazione a dicembre diffuse ieri dall’Istat.
Gli sforzi attuati dalle imprese della distribuzione - continua la nota - che, comprimendo i propri margini, hanno contribuito al rapido ridimensionamento delle dinamiche inflazionistiche registrato negli ultimi mesi del 2012, al fine di stimolare una domanda gravemente declinante, rischiano di essere compromessi nei prossimi mesi dal previsto aumento dell’Iva o di alcune tariffe e prezzi amministrati.
Considerando gli effetti derivanti da questi interventi e dall’eredità inflazionistica dello 0,6%, difficilmente si potrà scendere, nella media del 2013, sotto la soglia del 2% complessivo.
Gli sforzi attuati dalle imprese della distribuzione - continua la nota - che, comprimendo i propri margini, hanno contribuito al rapido ridimensionamento delle dinamiche inflazionistiche registrato negli ultimi mesi del 2012, al fine di stimolare una domanda gravemente declinante, rischiano di essere compromessi nei prossimi mesi dal previsto aumento dell’Iva o di alcune tariffe e prezzi amministrati.
Considerando gli effetti derivanti da questi interventi e dall’eredità inflazionistica dello 0,6%, difficilmente si potrà scendere, nella media del 2013, sotto la soglia del 2% complessivo.
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