Meno agnello e frutti di mare, resistono i prodotti artigianali. Uova di cioccolato giù dell'8%.
Pasqua bassa, consumi al ribasso. Nemmeno le prossime festività pasquali sfuggono al generale calo della spesa delle famiglie italiane: secondo le stime degli operatori, le vendite alimentari per la Pasqua segneranno una contrazione media molto pronunciata, nell’ordine del 10%. La stima è di Fiesa, l’associazione di categoria Confesercenti che riunisce gli esercenti specialisti di alimentazione.
In occasione delle festività pasquali, Fiesa ha condotto il consueto sondaggio sugli operatori commerciali del settore per tracciare un primo bilancio dell’andamento delle vendite. Le aspettative sono improntate a forte preoccupazione: sulla base degli ordini ricevuti fino ad ora, gli esercenti Fiesa si attendono una sostanziale diminuzione delle vendite totali rispetto a Pasqua 2012, anche se sulla spesa finale inciderà molto l’aspetto meteorologico, cui è legata la variabile dell’eventuale praticabilità del ponte pasquale.
In occasione delle festività pasquali, Fiesa ha condotto il consueto sondaggio sugli operatori commerciali del settore per tracciare un primo bilancio dell’andamento delle vendite. Le aspettative sono improntate a forte preoccupazione: sulla base degli ordini ricevuti fino ad ora, gli esercenti Fiesa si attendono una sostanziale diminuzione delle vendite totali rispetto a Pasqua 2012, anche se sulla spesa finale inciderà molto l’aspetto meteorologico, cui è legata la variabile dell’eventuale praticabilità del ponte pasquale.
La crisi economica, occupazionale e politica ha compresso il reddito globale delle famiglie italiane. Un fattore che, insieme alla lunghezza estenuante del periodo di difficoltà, ha contribuito a generare un clima di pessimismo, di cui risente anche il mercato dei prodotti tipici della Pasqua. Nello specifico, sul fronte dei dolci tipici della ricorrenza, i panificatori e i pasticceri Fiesa prevedono una riduzione media degli acquisti tra il 5% e il 7% per le colombe, mentre un calo del 8% interesserà gli acquisti di uova.
Stabile invece la nicchia delle pizze pasquali, dolci e salate. Meglio dovrebbero andare i prodotti artigianali: i clienti li preferiscono per l’alta qualità e perché gli operatori, per mantenersi competitivi e conservare quote di mercato, abbassano i prezzi tagliando sulla propria marginalità.
Lieve calo anche per le carni, con stime che variano in modo significativo a seconda della tipologia di prodotto esaminata: pressoché inalterate le vendite delle carni bianche - soprattutto polli e tacchino – mentre ci si aspetta una contrazione del 10% per gli agnelli. Sui salumi si registrerà una lieve flessione, di circa il 5%, in parte ascrivibile alle incertezze legate alle condizioni di praticabilità del ponte pasquale.
Non sfuggono al calo generale neanche le vendite di pesce, (-3%), nonostante la diminuzione dei prezzi (fino al -10%) che ha riguardato il pesce d’allevamento e le vongole in particolare. Stabile il consumo di pesce azzurro, mentre calano decisamente gli acquisti di crostacei e frutti di mare (-8%).
Stime in ribasso (-3%) anche per le vendite dei vini. Il settore è tra quelli che hanno maggiormente risentito della forte crisi economica e della perdita di potere d’acquisto dei cittadini, che depotenzia il mercato in termini di valore. Rimangono stabili, comunque i vini di qualità da regalare. Tutta la nicchia della regalistica alimentare, dagli alcolici di pregio ai cesti regalo, sembra indirizzata verso una sostanziale stabilità delle vendite.
Nessun commento:
Posta un commento