domenica 16 dicembre 2012

Possibile mai che la Regione Molise si faccia rappresentare nei contenziosi davanti al Tar da un avvocato condannato?

Possibile mai che la Regione Molise si faccia rappresentare nei contenziosi davanti al Tar da un avvocato condannato a quattro anni di reclusione per la vicenda della Sanitopoli abruzzese? Mi auguro si tratti di un incredibile caso di omonimia quello che vede protagonista un avvocato romano che, a seguito della delibera di Giunta Regionale numero 752 del 4 dicembre scorso, rappresenta gli interessi della Regione Molise davanti ai magistrati del Tar.






Una nomina decisa in fretta e furia, a soli due giorni dalla fissazione della camera di consiglio. Un provvedimento che, come è espressamente scritto in delibera, è di esclusiva discrezionalità politica.

In tutta fretta l'ex (di fatto) presidente Iorio e gli ex (di fatto) assessori Chieffo, Di Sandro, Fusco Perrella e Vitagliano (assenti Scasserra e Velardi, non è dato sapere se perché in contrasto con tale decisione) decidono di affidare questo ennesimo incarico (vista l'ampia documentazione ufficiale attinente i ricorsi dei quali si è occupato) all'avvocato Pietro Anello del foro di Roma.

Voglio sperare che non si tratti dello stesso avvocato Pietro Anello condannato a quattro anni di reclusione e all'interdizione dai pubblici uffici per la vicenda delle cartolarizzazioni della Regione Abruzzo!

Riporto testualmente quanto scrive un organo di informazione online abruzzese relativamente al processo per la Sanitopoli abruzzese che si è concluso nel 2011, precisamente il 13 giugno: "Anello è stato dunque condannato per associazione a delinquere, abuso d’ufficio e truffa aggravata e gli sono state concesse le attenuanti generiche ritenute equivalenti alle aggravanti. Per l’indulto la pena è stata inoltre condonata nei limiti dei tre anni.

L’interdizione dai pubblici uffici, invece, avrà la durata di 5 anni, interdetto dall’esercizio della professione di avvocato per la durata di un anno e giudicato «incapace di contrattare con la pubblica amministrazione per la durata di un anno».

Come detto poi la condanna pesante a 1.250.000 in favore delle 5 parti civili (Regione, e le quattro Asl), cifra che sarebbe soltanto l’anticipo del danno che invece sarà eventualmente liquidato in sede di rito normale e all’atto della sentenza di primo grado per il processo di Sanitopoli. Altri 100mila euro sono inoltre la condanna alle spese di giudizio e onorari per le parti civili.

Anello è stato inoltre assolto dal reato di corruzione perchè il fatto non sussiste. Si trattava della richiesta avanzata ad Angelini di versare la somma di 250mila euro affinchè Villa Pini fosse inserita nella lista dei crediti da cartolarizzare"

(fonte: primadanoi.it)

Nell'eventualità invece non si tratti di un incredibile caso di omonimia, mi chiedo come sia stato possibile.

Oltretutto, nel 2011 - anno in cui è stata comminata la condanna che comprende anche l'interdizione dai pubblici uffici - l'avvocato Pietro Anello ha comunque rappresentato la Regione Molise nei giudizi innanzi al Tar che riguardano il famigerato Fondo Anticrisi, la cui gestione attraverso la FinMolise è stata impugnata da un cartello di ricorrenti. Sono quindi decorsi i termini delle prescrizioni della sentenza oppure ci sono atti giudiziari importanti che lo scagionano dalle accuse che gli vengono contestate con la sentenza? Perché la Regione Molise si è affidata all'avvocato in questione, in che modo è stato individuato, perchè tale provvedimento viene identificato come di "assoluta discrezionalità politica"? Ma, soprattutto, una delibera del genere rientra fra gli atti che la Giunta regionale del presidente Michele Iorio può emanare, a fronte delle sentenze del Tar Molise e del Consiglio di Stato che hanno annullato le elezioni dell'ottobre 2011?

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