lunedì 12 novembre 2012

Scempi ambientali in Molise

Attivazione procedure ex-art. 14 quater, comma 3 legge 241/1990. Ruolo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. A nome delle nostre associazioni ringraziamo il Corriere della Sera per la sensibilità mostrata nei confronti della nostra piccola Regione, oggetto di attenzione da parte delle imprese del settore dei rifiuti, del fotovoltaico, delle biomasse e dell’eolico.





Con grandi difficoltà, nel corso degli ultimi anni, abbiamo unito le nostre forze per fermare una vera e propria aggressione ambientale che ha fatto scempio dell’agricoltura, del paesaggio, dei crinali e del patrimonio storico, archeologico e culturale.

In questa nostra mobilitazione, avviatasi nel 2001 con Italia Nostra e Coldiretti, e proseguita ininterrottamente fino ad oggi, siamo riusciti a coinvolgere pochi amministratori locali, rari esponenti regionali e, pur con l’alternanza di Governi, quasi nessuna attenzione a Roma.

Eppure il Molise produce il 400% dell’energia che consuma ed ha superato da tempo la soglia del 20% di energia da fonti rinnovabili concordata a livello europeo.

Quindi la nostra Regione con i suoi 4.400 km quadrati ha già contribuito al raggiungimento degli obiettivi sul contenimento dell’effetto serra e non può ospitare sul proprio territorio ulteriori impianti eolici, fotovoltaici, a biomasse o di trattamento rifiuti, altrimenti rischia di degradare in un pattumiera, compromettendo le vocazioni agricole e le attività turistiche.

Raramente la stampa nazionale ci è stata vicina nella nostra lotta, a differenza di Don Luigi Ciotti e di altre personalità nazionali che ripetutamente sono venuti in Molise ad incoraggiarci.

Da ultimo testimoniamo che se il Mezzogiorno ospita il 90% delle pale eoliche italiane, pur avendo una ventosità più bassa, non è un caso e non è solo una responsabilità locale. Ci spieghiamo meglio con un esempio. A fronte di una Sentenza definitiva del Consiglio di Stato la n. 03039/2012 che bocciava due grandi progetti eolici in alcuni Comuni del Basso Molise, un Dirigente della Regione Molise ha proposto impugnativa il 16 luglio 2012 innanzi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ai sensi della Legge 241/1990 attivando un procedimento, che se andrà a buon fine, sarà favorevole alle imprese perché l’eolico viene considerato un investimento di pubblica utilità (!?) che ha preminenza su altre tutele.

Ebbene, il Direttore Regionale dei Beni Culturali del Molise è stato convocato già  il 3 agosto e poi il 20 settembre e quindi ad ottobre presso Palazzo Chigi, per spiegare allo Stato perché abbia sollevato obiezioni sulla realizzazione di progetti eolici in quei Comuni.

Nel Suo articolo assegna tutta la responsabilità dello scempio ambientale al federalismo energetico e alle fragilità culturali delle classi dirigenti locali.

Condividiamo questa Sua valutazione, ma ci spieghi perché il Governo Monti non ha modificato il disposto dell’art. 12 della legge 387/2003 che considera gli investimenti eolici come pubblica utilità nazionale al punto tale da autorizzare gli espropri contro gli agricoltori che si oppongono.

Ci spieghi perché  la Presidenza del Consiglio dei Ministri in assenza di una Determina del Direttore Generale della Regione Molise e/o di una Delibera della Giunta Regionale, a valle di una Sentenza definitiva del Consiglio di Stato abbia attivato una procedura al termine della quale si corre il rischio di ribaltare quella Sentenza e autorizzare progetti bocciati.

Ci pare che nel Suo articolo manchi la parte di responsabilità nazionale del Governo Monti e del Parlamento che sommandosi alle fragilità molisane aiutano l’aggressione ambientale ai nostri danni.

Chieda al Presidente del Consiglio Monti e al Ministro Ornaghi perché non tutelano le posizioni della Direzione Regionale del Ministero dei Beni Culturali. E ci faccia sapere!

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