venerdì 18 luglio 2014

Randagismo: una piaga per i comuni del Molise, il terrore della popolazione.

In seguito al drammatico episodio di cronaca di ieri, in cui abbiamo riportato, l’aggressione di un cane randagio ad una bimba di 8 anni a Santa Maria del Molise, è giunto in redazione un appello a firma di una giovane donna dell’area del Volturno.



Questa la missiva:

<< Sono contenta che finalmente una testata si occupi del fenomeno del randagismo, e ne denunci senza peli sulla lingua e senza garantismi la portata. Ho letto dei post su F.B. di chi si professa animalista e non si rende conto che il fenomeno randagismo è molto più ampio e le sole associazioni non possono risolvere il problema: seppur condivido il loro impegno. Sono una sportiva, da diversi anni mi reco sia presso l’area di San Vincenzo al Volturno, sia presso il lago di Castel San Vincenzo, a volte in bici e spesso anche di corsa: amo il footing.

Fino a qualche mese fa, non ho mai avuto problemi, incontravo qualche cane sciolto nei pressi delle diverse fattorie e case rurali sparse, ma senza difficoltà: oltre ad abbaiare erano innocui. Qualche settimana fa, in bici, sulla pianura che costeggia l’Abbazia di San Vincenzo e arriva fino alle sorgenti del Volturno, mi imbatto in un nutrito numero di cani randagi, mi rincorrono, per circa 300 metri.

Sfinita per la paura cerco di pedalare a più non posso, ma nonostante tutto non mi lasciano. Ho avuto fortuna, in quanto, un signore che sopraggiungeva con l’auto si è accorto della situazione che stavo vivendo e ha puntato i cani con la sua macchina. Si sono così fermati, hanno smesso di inseguirmi, ed ho avuto modo di raggiungere, trafelata la mia auto, parcheggiata nei pressi dell’ingresso del paese di Rocchetta al Volturno.  

Da quel giorno, non mi sono più azzardata da sola a ritornare in quest’area magnifica, ma senza controllo alcuno da parte dell’amministrazione comunale. Stessa situazione a Castel San Vincenzo, dove, da qualche anno l’amministrazione comunale ha creato un’area sportiva lungo il percorso circolare del lago, con panche e aree ginniche attrezzate. E’ magnifico percorrerla sia in bici che a piedi.

Due settimane fa ero, di domenica mattina, sulle sponde del lago con un’amica. Ci avviammo correndo per effettuare il solito giro, quando all’improvviso una mezza dozzina di cani randagi ci tagliarono la strada, pensai si trattasse della seguita naturale di una cagna in calore che li aveva mossi insieme, ma non era così. Furono 5 minuti di terrore assoluto.

Il primo più grande, si avventò sulla mia amica facendola cadere a terra, ma poi si allontanò senza morderla. Ebbi il coraggio istintivo di prendere una pietra, quel gesto del piegarmi, li mise in fuga, ma poteva andare anche peggio. Intanto, la mia amica cadendo all’indietro, aveva urtato violentemente a terra con il gomito destro e non riusciva a distendere il braccio, oltre ad aver riportato diverse escoriazioni sulle gambe e sulle braccia.

Con una tensione emotiva inimmaginabile, tornammo all’auto parcheggiata a circa 500 metri, sempre con la paura che i cani potessero tornare ad attaccarci: una bella giornata demolita dai cani randagi. Mi ero ripromessa di scrivere una lettera ai sindaci di Rocchetta al Volturno e di Castel San Vincenzo, poi, quando ho visto che avevate realizzato un articolo sulla protesta degli abitanti dell’alto Molise sul randagismo, ho preferito inviare alla vostra testata, la testimonianza di queste due brutte avventure, affinchè, possiate diffonderle e interpellare direttamente le amministrazioni interessate stimolando controlli periodici su queste zone.>>

Tutti parlano di turismo, di rivalutazione delle nostre aree naturali, poi siamo nella disperazione più totale, anche per l’ordinaria amministrazione. Ci auguriamo, che questa testimonianza possa essere d’esempio e faccia aprire gli occhi a maggiori controlli su queste aree meravigliose. Non si possono tollerare certi episodi, si rivelano forti deterrenti, non solo per gli eventuali turisti, ma anche per chi decide di sfruttarle per una semplice passeggiata.

Il randagismo è un fenomeno che si deve arginare! Capiamo comunque le difficoltà che affrontano le amministrazioni con l’attuale legge. Ogni singolo cane randagio, costa in termini di mantenimento nei canili preposti ad ospitarli circa 5 euro al giorno. Se consideriamo il gran numero di cani randagi che vagano per i singoli comuni, le amministrazioni non sanno come fare per risolvere il problema.

Di media ogni comune mantiene dai 20 ai trenta randagi. Dieci randagi costano alla collettività comunale 1.500 euro mensili (il costo di un operaio part time con contributi versati). In questo momento storico di ristrettezze familiari, vi è il paradosso che per legge i comuni debbano spendere molte migliaia di euro per mantenere i randagi nei canili, mentre molte famiglie non hanno di che vivere.

Lodevole il lavoro delle associazioni animaliste che in un buona percentuale, cercano di affidare e gestire la questione randagi, ma a tutti è sfuggita di mano. La legge applicata da pochi anni, è chiara e costringe i proprietari di cani a non abbandonarli, a recensirli attraverso il microcip sub cutaneo: chi non rispetta la legge è punito giustamente con multe, fino ad arrivare per l’abbandono a denunce penali. Il problema, non è di oggi, ma di un lungo periodo di “vacatio legis”, dove abbandonare un cane, era se pur deprecabile: la normalità.

Tutti i cani che negli ultimi anni sono stati insensatamente abbandonati, si sono riprodotti in maniera esponenziale. Consideriamo che una cagnetta partorisce fino a sei cuccioli, moltiplicando le centinaia di nascite che si hanno mensilmente, siamo arrivati ad avere centinaia di cani randagi che vagano indisturbati nei nostri comuni alla ricerca di cibo: non trovandolo diventano anche pericolosi. La conseguenza estrema dell’umana idiozia, dell’abbandono del migliore amico dell’uomo, ha portato a conseguenze estreme e non più gestibili la questione randagismo.


P.Tonti



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