martedì 29 luglio 2014

Isernia. All'ente provincia si teme per una riduzione drastica del personale.

Si cerca di non parlare dell’evoluzione peggiorativa del prossimo assetto amministrativo provinciale. Tutti muti in attesa di un miracolo governativo che possa cambiare le sorti dell’unico ente che funzionava perfettamente in provincia di Isernia.



In Via Berta regna la sconsolazione degli amministratori che hanno oramai le ore contate e dei dipendenti che non sanno a che santo votarsi per garantirsi un futuro lavorativo.



La minaccia nemmeno troppo velata, è quella della riduzione delle maestranze per la mancanza  fondi da parte dello Stato centrale, che in base alla nuova legge Delrio, toglie alle autonomie periferiche per distribuire a doppie mani alle nuove città metropolitane, indebolendo di fatto i territori periferici come il nostro e non assicurando più quei flussi finanziari per reggere l’ordinaria amministrazione e le maestranze già assunte da anni.
Il colpo di mannaia potrebbe arrivare già da inizio anno. Con il nuovo consiglio provinciale ed un nuovo presidente, potrebbero andare a casa quasi il 50% dei 130 impiegati. Un onere di cotanta impopolarità che il governo Mazzuto cede ben volentieri al suo successore. Tutte le speranze sono riposte in una revisione della legge e delle necessità di poter continuare, come in passato, a garantire i servizi primari, di manutenzione delle strade, la manutenzione e la gestione delle scuole secondarie, la preservazione dell’ambiente e tutte le funzioni demandate alle province, a cui la nuova legge non toglie legittimità gestionale.

Per reggere la macchina amministrativa, con le riduzioni già esecutive da qualche mese, non si potrà fare a meno di ridurre il personale. Ci saranno ulteriori cittadini quarantenni e cinquantenni senza la possibilità di reintegrarsi nel tessuto sociale lavorativo, che andranno ad aumentare sensibilmente le fila degli 88.000 disoccupati molisani. Una vera tragedia che già oggi è fuori controllo e insanabile, ma come sappiamo: al peggio non c’è limite.

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