giovedì 3 luglio 2014

Con il Pos completata la "top ten" degli strumenti contro l’evasione fiscale

Nel 2013 sono stati effettuati 400.000 controlli sugli scontrini e sulle ricevute fiscali: Il 117 della Guardia di Finanza ha ricevuto 23.000 telefonate di natura fiscale.







Con l’introduzione dell’obbligo del Pos per le imprese e i lavoratori autonomi, si allunga la lista degli strumenti a disposizione del Fisco per contrastare l’evasione. 

La CGIA ne ha individuati almeno 10:

1. Studi di settore;

2. Blitz contro la mancata emissione di scontrini e ricevute;

3. Redditometro;

4. Spesometro;

5. 117 (il numero di pubblica utilità della Guardia di Finanza);

6.
Serpico (super cervellone che registra decine di migliaia di informazioni al secondo per mettere a confronto dichiarazioni dei redditi, polizze assicurative, informazioni del catasto, del demanio, della motorizzazione, etc.);

7. Abolizione del segreto bancario;

8. Metodologie di controllo delle Pmi e dei lavoratori autonomi;

9.
Limite all’utilizzo dei contanti fino a 999 euro;

10. Utilizzo del Pos per le transazioni commerciali sopra i 30 euro.

“Con l’adozione di queste misure – denuncia il Segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi – non ci sono più alibi. Ora, l’Amministrazione finanziaria ha tutti gli strumenti per contrastare efficacemente l’evasione fiscale. Finalmente questa piaga può essere affrontata e vinta, a favore di coloro che non vogliono e non possono evadere le tasse: ovvero la stragrande maggioranza dei contribuenti italiani. Ricordo che, anche tra i soggetti sottoposti agli studi di settore, vale a dire le piccole imprese e i lavoratori autonomi, ben l’80% è congruo con quanto richiesto dal Fisco”.
 
Il problema, tuttavia, rimane: secondo Bortolussi: “Ci sono ancora moltissime persone completamente sconosciute al Fisco che continuano a nascondere quote importanti di valore aggiunto; non dimentichiamo, poi, il mancato gettito imputabile alle manovre elusive delle grandi imprese e alla fuga di alcuni grandi istituti bancari e assicurativi che hanno spostato le sedi fiscali nei Paesi con una marcata fiscalità di vantaggio per pagare meno tasse”.

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