lunedì 30 giugno 2014

Il ponte dei misteri e della molisanità da terzo mondo




    Come si evince dalla relazione di progetto dell'A.N.A.S. il traffico era a senso unico alternato e non si fanno riferimenti ad interruzioni totali o parziali per i mezzi pesanti.




Il rispetto delle regole, sempre il rispetto delle regole per il vivere civile, senza dover costringere gli altri a subire le proprie decisioni. Questo dovrebbe essere il principio, per cui, chi ci amministra e gli enti che sono preposti alla salvaguardia degli interessi della collettività, dovrebbero essere attenti e sensibili alle esigenze di tutti, ma non è così. Nell’egida di interessi più o meno plausibili e non giustificati, si procede ad una gara d’appalto e si stravolgono le regole subito dopo l’assegnazione, senza giustificazioni accettabili e con danni notevoli alle attività produttive. Accade in Molise per la chiusura totale del ponte Callora presso il bivio di Boiano sulla statale 17.  Come ricorderete, l’appalto prevedeva il senso unico alternato e non la totale chiusura al traffico del ponte che divide in due la regione e le due province. Un fatto grave, in primis per chi ha partecipato alla gara d’appalto e ha risposto al bando prevedendo la viabilità aperta al traffico veicolare nell’esecuzione dei lavori. Comprendiamo, come la maggioranza delle ditte che sono state escluse, stiano covando ricorsi su questa vicenda che si rivela esente da regole certe. Si stravolge l’appalto dopo l’assegnazione dei lavori alla Nidaco di Venafro, con giustificazioni superficiali di tempi minori nell’esecuzione degli stessi, con la strada totalmente chiusa al traffico, mentre nessuno, tranne questa testata, si è chiesto quali proventi in più sono destinati nelle casse dell’azienda vincitrice del bando. L’A.N.A.S. può indire un bando e stravolgerlo dopo l’assegnazione dei lavori, in barba alle aziende escluse?
Altro nervo scoperto che dimostra la disattenzione delle istituzioni e dell’A.N.A.S alle esigenze delle attività produttive e dei trasportatori. Si può costringere per più di un anno a compiere una via crucis ai Tir, con percorsi da caccia al tesoro per giungere a Campobasso o ad Isernia?
Ricostruiamo quello che è accaduto nel primo momento.
Il percorso alternativo, dopo l’abuso della chiusura totale al traffico della statale, prevedeva che i camion provenienti da Isernia o dal Capoluogo, per giungere a destinazione e oltrepassare questa striscia di “Gaza” allestita impunemente, dovevano percorrere circa 135 km.
“Cos’ è pazz’ “, mutuando la napoletanità di molti trasportatori campani che provenienti da Caianello per giungere a Campobasso dovevano transitare sulla Trignina, salire a Trivento e poi scendere sulla Bifernina a Fossalto, per poi risalire al capoluogo: un vero suicidio commerciale.
Infatti, su molti prodotti di consumo, quali per esempio la pasta, con questa idea brillante e tanti km in più, si è materializzato immediatamente un aumento di 0,5 centesimi/euro al Kg. per merce trasportata.
Questo vuol dire, che un pastificio o le poche aziende ancora rimaste nel Molise, avrebbero subito un costo annuale di circa 150mila euro in più sul trasporto dei prodotti: un altro colpo inferto alla sostenibilità economica delle aziende e alla loro competitività sul mercato.   
Ma tanto chi se ne frega della nostra economia, un popolo di sommessi pecoroni, pronti a subire e a non ribellarsi, già castrati dalla crisi, in un territorio che precipita nella desertificazione, ma così non è stato: almeno parzialmente.
Le associazioni di categoria sono scese in campo per difendere i diritti di tutti e per far capire che qualcuno aveva preso un granchio.
Le istituzioni e l’A.N.A.S. hanno aperto gli occhi dopo un sonno profondo e si sono finalmente accorti della “cazzata” commessa, prodigandosi nel proporre un percorso alternativo meno stolto, senza comunque ritornare a rispettare le regole d’appalto: realizzare i lavori con il senso unico alternato.
Un vero percorso agevole non c’è, nonostante l’impegno profuso nella direzione di una scelta, la più  indolore possibile.
Provate a transitare con l’auto sul percorso alternativo attuale e maledirete di vivere nel Molise, figuriamoci i trasportatori di merci che prima giungono al bivio di Boiano, inforcano la comunale che conduce al centro matesino, per poi deviare all’altezza del cimitero sulla sinistra, ritornare indietro per circa 8 km.  in prossimità di Spinete, svoltare sulla destra per ritornare a Boiano dal lato opposto. Non è finita. Giungendo all’ingresso opposto negli orari normali, vi è un incolonnamento dovuto al passaggio a livello chiuso e per inforcare il bivio in direzione Campobasso sulla statale 17 dal punto di deviazione, il povero autotrasportatore perde fino a un 30/40
minuti buoni per uscire dalla viabilità trappola: e le spese sono sempre a carico delle vessate aziende molisane!
Concludiamo l’excursus su questa faccenda che sprofonda nella becera molisanità da paese da terzo mondo, con l’ennesima domanda a cui non si vuole assolutamente dare una risposta: nella relazione di progetto era previsto il senso alternato anche per i Tir, non vi è nessuna prescrizione e limitazione che giustifichi la chiusura della statale, per quale motivo continua ad esserci una sorta di omertà sulla vicenda?



  

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