mercoledì 27 marzo 2013

Ue: In Italia servono 500 giorni per chiudere i processi

L'allarme della Commissione Europea: "Un sistema giudiziario efficente aiuta gli investimenti". Peggio di noi solo Cipro e Malta.








"Giù le mani dai giudici. Se si vuole che la magistratura sia davvero indipendente, bisogna lasciarla lavorare". Così il comissario Ue alla Giustizia, Reding, sulla situazione in Italia.

Un rapporto della Commissione europea ha messo di nuovo impietosamente alla luce l’estenuante lunghezza della giustizia in Italia. Il rapporto, reso pubblico oggi a Bruxelles, ha rilevato che nel nostro Paese occorrono mediamente circa 500 giorni per risolvere le cause civili e commerciali. L’Italia è in fondo alla classifica europea, una giustizia più lenta della nostra c’è solo a Cipro e Malta.

Il nostro Paese, inoltre, è il primo nell’Unione Europea per il maggio numero di processi civili e commerciali pendenti: 7 ogni 100 abitanti. Il Portogallo che ci segue, secondo in classifica, ne ha la metà: 3,5 su 100.

Una lentezza che, tra l'altro, rischia di allontanare sempre più la tanto decantata crescita economica. "L’attrattiva di un Paese per essere un luogo dove investire e fare business è senza dubbio rafforzata dall’avere un sistema giudiziario indipendente ed efficiente", ha spiegato la Reding.

Un impatto importante sul sistema economico di cui "l'Italia e il governo Monti sono consapevoli" e per cui il commissario ha "lavorato in stretto contatto con le autorità per riformare il sistema e renderlo più efficiente, affinché i casi amministrativi trovino risposte più rapide e gli investitori abbiano certezza legale".

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