lunedì 30 giugno 2014

Neodiplomati italiani, 4 studenti su 10 non sanno cosa fare

Lo rivelano i dati di un sondaggio di Skuola.net su un campione di 5100 diplomati.









Da grande - Che cosa farò da grande? E' questa la prima incognita dei ragazzi che in questi giorni stanno portando a termine gli esami di maturità. Per mesi sono stati impegnati su tesine e appunti ma, ora che è tutto finito, lo sguardo al futuro mette paura. Il 43% dei diplomati, infatti, ammette di non sapere che cosa fare a settembre. Di certezze non ce ne sono, dunque, ma la scelta più probabile per 2 ragazzi su 3 sarebbe l'università: tra questi si confermano tra le prime scelte medicina e professioni sanitarie per un ragazzo su 5, ingegneria informatica per il 17%, lingue e materie umanistiche per il 15%.

Dal pubblico al privato - Sul tipo di università i ragazzi non sembrano avere dubbi: 6 su 10 preferiscono quella pubblica e, qualora dovessero iscriversi, lo farebbero in un ateneo statale. Va sottolineato però che il popolo delle private non è da poco: quasi il 40% vorrebbe infatti frequentare un ateneo privato, tra questi il 26% ammette che non ci si iscriverà solo a causa della spesa, non della qualità.

A lavorare – Non solo università, a conti fatti almeno un ragazzo su 3 pensa di entrare nel mondo del lavoro, a vari livelli. Vediamo nel dettaglio: nei progetti degli studenti ancora ampiamente indecisi c'è infatti anche la chiara ricerca di un lavoro ed è quanto dichiara a Skuola.net circa il 15% degli intervistati. A questi segue il 7% che vorrebbe andare a fare un'esperienza all'estero per imparare una lingua mentre un 6% preferirebbe prendersi un anno sabbatico, di quelli in cui si riflette con calma sul proprio futuro. Un 4% vorrebbe entrare a far parte delle forze armate, mentre un altro 4% pensa di iscriversi ai corsi di formazione non universitaria, come quelli organizzati dalle singole Regioni.

Sos consigli – I ragazzi, stando a quanto dichiara il 65% al sondaggio di Skuola.net, cercheranno di scegliere la strada migliore seguendo le loro inclinazioni personali. Non manca però una forte dose di praticità che porterà il 30% a muoversi in base alle prospettive occupazionali offerte dalla propria scelta. Uno su 3, quindi, metterebbe da parte passioni e attitudini in cambio di un lavoro certo.

Orientamento, il grande assente – Una cosa è certa: per i neodiplomati è mancata l'impronta dell'orientamento fatto a scuola o nelle singole università. Il 35% degli intervistati non ha mai seguito corsi di orientamento a scuola e, tra coloro che invece hanno avuto la fortuna di poter usufruire di attività di questo tipo, ben 8 su 10 non hanno risolto niente. Tra loro c'è addirittura una buona fetta, circa il 26%, che le reputa assolutamente inutili. E gli open day nelle università? Sono stati seguiti da uno studente su 2, tra i restanti oltre la metà assicura di non volerne seguire nessuno, neanche a settembre.

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