mercoledì 2 gennaio 2013

Musei aperti. Una bella iniziativa che apre nuove prospettive per i beni culturali molisani

La Rete delle Associazioni e dei Comitati contro l’eolico selvaggio, il fotovoltaico ed i rifiuti tossici, esprime apprezzamento per la scelta adottata dal Ministero dei Beni Culturali di aprire e rendere fruibili i musei molisani nei giorni di Natale e di Capodanno, e ringrazia il personale ed i volontari che hanno reso possibile una simile opportunità.




I recenti accordi sottoscritti con associazioni e amministrazioni locali che hanno agevolato con l’aiuto di esperti e neolaureati dell’Università del Molise l’apertura del Museo Paleolitico di Isernia e trasformato in Museo Nazionale il Castello Pandone di Venafro, ci incoraggiamo a investire nei giacimenti culturali regionali e nel patrimonio artistico locale, con strategie innovative, oculate e concrete.

In questo settore si possono creare tanti nuovi posti di lavoro puliti, durevoli e di qualità  con indubbi benefici per giovani laureati in materie artistiche, archeologiche, storiche, architettoniche, archivistiche, paesaggistiche e culturali.

Basta saper valorizzare il patrimonio esistente e renderlo disponibile ai visitatori con una collaborazione pubblico-privata multisettoriale e attraverso specifiche cooperative giovanili di professionisti.

Per non pregiudicarci queste straordinarie potenzialità che potrebbero esaltare le ricchezze storiche esistenti occorre tutelare il territorio da interventi invasivi, deturpanti e distruttivi.

A tal fine la Rete delle Associazioni e dei Comitati esprime un sentito apprezzamento alla Direzione Regionale dei Beni Culturali del Molise che nell’ambito delle giornate nazionali sui musei aperti ha voluto promuovere presso la propria sede regionale una mostra articolata e puntuale in cui venivano evidenziati i rischi di devastazione, violenza e stravolgimento connessi con l’invasività dell’eolico selvaggio.

Uno scempio da evitare con una mobilitazione permanente non solo dai tratti difensivi, ma capace di saper evidenziare un modello di sviluppo sostenibile che crei posti di lavoro col nostro patrimonio culturale, naturalistico e archeologico.

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