giovedì 20 dicembre 2012

Non si fa campagna elettorale sulla pelle degli animali

L'Ente Nazionale Protezione Animali punta il dito contro chi ancora nel 2012 strumentalizza le Carresi.





Nell’ottica della salvaguardia indiscriminata di tutti gli animali intendiamo esprimere il nostro parere in merito agli articoli apparsi recentemente su numerose testate giornalistiche locali.

Alcuni politici infatti hanno inserito nel loro programma elettorale la difesa alle Carresi così come oggi le vediamo. Vogliamo ricordare a tutti che, pur nel rispetto della tradizione popolare, esistono delle leggi di tutela animale che vanno rispettate.

E’ antiquato ed inaccettabile da parte di alcuni politici credere di poter perdurare in tale situazione che ormai è tristemente sotto gli occhi di tutti gli italiani dopo i tanti accadimenti e soprattutto dopo la Carrese di Portocannone di Maggio 2012 in cui un bue è stramazzato a terra ed è stato trascinato per diversi metri sull’asfalto.

Non si mette in discussione il trattamento dei buoi sotto il profilo sanitario per il periodo antecedente la gara, ma si pone il dito contro la sicurezza degli animali durante la manifestazione; animali che sono costretti ad uno sforzo fisico enorme (ben al di sopra delle loro possibilità), che devono correre sull’asfalto e non su un terreno, che percorrono un tragitto troppo lungo, che vengono pungolati, incitati ed inseguiti in motorino da decine di facinorosi peraltro senza casco.

Si rileva inoltre la mancanza di qualsiasi tipo di transenne per garantire l’incolumità degli spettatori.

Pertanto chiediamo che gli animali non vengano più utilizzati come strumento di rivalsa tra le varie fazioni in lotta tra loro e che siano rispettate le prescrizioni imposte dal Ministero della Sanità con una precisa Ordinanza che prevede l’esclusivo utilizzo di percorsi autorizzati su terra battuta e l’effettuazione di controlli sanitari seri sugli animali sia prima che dopo le gare.

Invitiamo le popolazioni di San Martino in Pensilis, Ururi e Portocannone a prendere atto di questo stato di cose che non significa dover rinunciare ad una loro antica tradizione, ma comprendere che con opportune modifiche alla corsa tutto può essere fatto anche nel rispetto della dignità degli animali,  perché sia una festa sia per loro che per gli esseri umani.

Una politica sorda a tutto ciò, che pensa solo ad ottenere voti anche sulla pelle di poveri animali indifesi, non è quello che può rendere i nostri paesi competitivi con le altre realtà regionali e noi non vogliamo più che si pensi che nel Molise siamo ancora rimasti al Medioevo.

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