mercoledì 18 luglio 2012

L'Adoc Molise chiede di porter discutere direttamente con i responsabili di Poste Italiane

Tagli degli uffici postali, l'Adoc Molise chiede che al tavolo di confronto siano presenti anche le associazioni dei consumatori.








Sette uffici saranno chiusi (Campomarino lido, Santo Stefano di Campobasso, Castellone di Bojano, Monteverde di Bojano, Castelromano di Isernia e Guasto) e 37 razionalizzati (aperti a giorni alterni). Sono questi i numeri dei tagli adottati da Poste Italiane e varati nel Piano d’Intervento della società

Provvedimento che ha scatenato polemiche e in alcuni casi vere e proprie rivolte.

A dire addio alle filiali i piccoli centri interni e montani, quelli dove vivono per lo più anziani soli, impossibilitati a muoversi autonomamente.

“La chiusura degli uffici postali, infatti, rappresenta l’ennesimo servizio eliminato in paesi che quotidianamente devono fare i conti con difficoltà di ogni genere”, sostiene l'Avv. Nicola Criscuoli, responsabile regionale dell'associzione Adoc del Molise. “Gli effetti di tali decisioni comporteranno  notevoli difficoltà per l'utenza, carichi di lavoro insopportabili per il personale  - continuano dall’associazione – e metteranno a rischio immediato posti di lavoro e il diritto dei cittadini più anziani a poter usufruire del servizi postali allo sportello nel proprio comune”.

Va detto, tuttavia, che, poco tempo addietro, più parti sottolineavano le pesanti carenze di personale sia alla sportelleria sia al servizio di recapito che creavano forti disservizi negli Uffici di Poste italiane di tutta la regione Molise, oltre alle code sempre più lunghe dinanzi agli sportelli che si protraggono a tutt'oggi anche per più di due ore per banali operazioni.

“Addirittura” - sostiene il Presidente dell'Adoc - “ si verifica sempre più spesso che nelle province di Campobasso e Isernia la corrispondenza non viene recapitata quotidianamente e spesso non viene recapitata anche per periodi che superano i 10 giorni. Problemi organizzativi interni a Poste hanno comportato che molte zone di recapito delle due province siano prive di portalettere titolari, e che le stesse vengano servite da altri portalettere in regime di abbinamento con altre zone creando notevoli disagi all'utenza”.

Alla dov'è la verità? Se manca il personale, perché “tagliare” gli uffici? Fose per concentrare sempre più l'attività nei settori a profitto, quali banche, assicurazioni, telefoni e, da ultimo, gratta e vinci, trascurando il servizio universale che spetta a tutti i cittadini a prezzi bassi e con una qualità soddisfacente, ovvero il recapito della corrispondenza?

Tali sono i motivi per cui si è già aperto un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali dei lavoratori postali per recepire le diverse rivendicazioni.

Ma è assolutamente necessario che a tale tavolo sia presente l'Adoc e tutte le altre associazioni dei consumatori che dovrano intervenire quali portatrici degli interessi di tutti i cittadini.

Per tali motivi, l'Adoc chiede a gran voce di porter discutere direttamente con i responsabili delle Poste Italiane le recenti decisioni, rappresentando al tavolo l'opinione dei numerosi cittadini contrari a tale scelta e per poter trovare, insieme anche ai sindacati presenti, soluzioni alternative.

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