venerdì 20 luglio 2012

I fratelli di Stefania Cancelliere replicano alle dichiarazioni dell’omicida

Le dichiarazioni dell’avv. Bazzoni dimostrano che l’omicida Roberto Colombo non solo non mostra alcun segno di pentimento per il brutale assassinio della madre dei suoi figli, ma continua a mentire sia all’Autorità Giudiziaria sia al suo avvocato, il quale – evidentemente all’oscuro di tutto – continua a rilasciare alla stampa dichiarazioni non vere e offensive della memoria di Stefania.







A questo punto, stanchi di sentire tutte queste menzogne, replichiamo brevemente, augurandoci che questo stillicidio di dichiarazioni abbia fine. Già nel maggio 2011, Stefania Cancelliere fu costretta a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso di Legnano a causa dell’aggressione del suo omicida (fatto per il quale, a differenza di Colombo, Stefania non intese sporgere denuncia).

Nell’agosto 2011, Stefania presentò denuncia per stalking nei confronti del suo assassino perché era stanca e sconfortata dal comportamento ossessivo e persecutorio di Colombo, il quale incessantemente la controllava, la fotografava e la filmava ogni qualvolta entrava e usciva dall’abitazione, la maltrattava e ingiuriava in presenza dei figli e anche all’uscita della scuola dei bambini.

E Stefania ha dovuto sopportare tutto questo per mesi e mesi! Sa l’avvocato Bazzoni che il suo assistito inviò una e-mail alla società di intermediazione immobiliare, che aveva ricevuto l’incarico da Stefania di vendere l’immobile di via Marconi, in cui dichiarò falsamente che “l’appartamento era sottoposto a pratica di sequestro giudiziario e qualsiasi trattativa di compravendita doveva pertanto ritenersi inopportuna e passibile di indagine da parte della Magistratura”, firmandosi “avvocato Federico Gussoni”.

Il falso risulta per tabulas, abbiamo l’e-mail, che è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria. Ma l’imbroglio di Colombo impedì a Stefania di allontanarsi dal suo assassino e dal luogo in cui è stata massacrata. Sa l’avvocato Bazzoni della messinscena di Colombo, il quale si presentò al giudice del Tribunale di Milano come un mendico, malvestito, tremolante, con barba e bastone, asserendo addirittura che gli sarebbero rimasti solo tre mesi di vita?

E che anche davanti al giudice non perse l’occasione per denigrare Stefania - che uscì dall’aula in lacrime -, destando lo sdegno del giudice, il quale gli disse: “si vergogni!”. Noi preferiamo tacere, invece, dei tradimenti di Colombo, delle sue manie, del suo narcisismo, delle sue intemperanze e delle sue menzogne (come quella della porsche, color fucsia, acquistata di seconda mano da Colombo, che Stefania non ha mai visto né tantomeno desiderato).

Stefania era letteralmente terrorizzata da Colombo, ne temeva le sfuriate, cercava di evitarlo. Quel pomeriggio non vi è stata alcuna lite, nel palazzo è risuonato solo l’urlo agghiacciante di Stefania. E poi … uno, due, tre, decine e decine di colpi sulla testa, e poi ancora, con ferocia, anche quando Stefania giaceva agonizzante a terra in una pozza di sangue, ha continuato a colpirla fino ad aprirle il cranio. E di fronte a tanta crudeltà, l’omicida Colombo usa l’ironia, si definisce un “cagnolino”.

Tanto altro ci sarebbe da dire, sui tanti episodi che tolsero a Stefania sorriso e serenità. Ma desideriamo ricordare Stefania così com’era un tempo, bella, sorridente, dolce, amata, madre, figlia, nostra sorella. La sua morte, resa ancora più tragica dalla furia omicida di Colombo, ci ha fatto piombare in uno stato di profonda prostrazione. Adesso vorremmo essere lasciati soli. Chiediamo solo questo. Si rispetti il nostro dolore. I nostri genitori sono distrutti. I bambini piangono, cercano la mamma.

Quest’omicida ha sconvolto le nostre vite, ha massacrato una giovane madre, la madre dei suoi figli. L’ha torturata da viva, che adesso la lasci in pace da morta. Cosa spera di ottenere il carnefice, di passare per vittima?

Di un gesto efferato e criminale a noi rimane un corpo devastato che giace in una tomba, tre bambini ancora in tenera età privati per sempre dell’affetto della loro mamma. E un omicida, in carcere, che mente, che si mostra privo di sensi di colpa e rimorsi per l’atrocità commessa.

Non ci sono più parole. Che adesso la giustizia faccia il suo corso. Per le eventuali ulteriori dichiarazioni che risulteranno offensive e lesive della dignità nostra e di Stefania, provvederemo a tutelarci nelle opportune sedi giudiziarie.


I fratelli di Stefania Cancelliere

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