venerdì 16 marzo 2012

Censis: il salasso della sanità vale 30 miliardi

Nel triennio 2007-2010 la spesa pubblica per i farmaci in Italia ha subito un taglio del 3,5%, mentre l'esborso privato è aumentato del 10,7%. Lo rivela una ricerca del Censis che spiega come per le famiglie aumenta il peso dei ticket sui farmaci (a fine anno si supererà di molto il miliardo di euro).





Nel complesso, sul fronte sanità la spesa pubblica continua a contrarsi e sale la spesa privata.

I cittadini per salute hanno speso infatti, tra il 2007 e il 2010, 30,6 miliardi, l'8% in più. Insomma, le risorse messe a disposizione dal pubblico per la salute sono sempre più inadeguate alle necessità effettive secondo quanto emerge dalla ricerca del Censis "Quale futuro per le risorse in sanità? Quale sanità dopo i tagli?".

Secondo l'indagine, viene stimato in 17 miliardi di euro nel 2015 il gap cumulato totale tra le risorse di cui ci sarebbe bisogno per coprire i bisogni sanitari dei cittadini e i soldi pubblici che presumibilmente il Servizio sanitario nazionale avrà a disposizione. Poche risorse pubbliche rispetto ai bisogni reali, con tagli inevitabili ai servizi.

Tornando sul fronte farmaci, se i ticket non saranno aboliti arriverà presto anche la stangata su diagnostica, specialistica e pronto soccorso: insieme al salasso sui farmaci si stima che il peso sui cittadini sarà pari a 4 miliardi di euro.

I settori "scoperti"
Ma non è tutta colpa delle recenti manovre di bilancio, secondo il rapporto. "Ci sono settori dalla copertura pubblica da sempre giudicata inadeguata, come l'odontoiatria, con il 95% della spesa a carico dei privati, quasi 12 miliardi di euro l'anno. Al moltiplicarsi dei piccoli disturbi, le persone cercano risposte rapide, molto spesso a spese proprie, per continuare a svolgere le funzioni quotidiane in famiglia e al lavoro".

Le malattie e i disturbi più comuni
Dall'indagine del Censis emerge poi che sono milioni gli italiani afflitti da piccole patologie: 19,3 milioni soffrono di ricorrenti dolori muscolari, articolari o di altro tipo (1,4 milioni di giovani, con meno di 30 anni, e 7,6 milioni di anziani); 18,7 milioni hanno problemi alla vista (dalla miopia alla presbiopia, all'astigmatismo: 2,4 milioni sono giovani); 10,7 milioni soffrono di allergie (2,3 milioni sono giovani); 10,6 milioni tendono a ingrassare troppo; 9,1 milioni hanno emicranie frequenti; 9 milioni hanno difficoltà a prendere sonno o soffrono di insonnia.

Di fronte ai tanti piccoli disturbi e a sintomi non gravi, il 39% degli italiani consulta subito il medico di base, il 31% tenta di curarsi stando a casa (con riposo e alimentazione corretta) e il 15% assume qualche farmaco che in altre occasioni si è rivelato efficace. Un altro esempio di spesa privata è quella per i medicinali non convenzionali, pari a 1,7 miliardi di euro l'anno. Nel complesso, in dieci anni la spesa privata per la sanità è cresciuta del 25,5%.

Caccia alla sanità scontata
Davanti a un settore che taglia sempre più sui servizi e a cui diventa sempre più difficile accedere, è partita la caccia alle offerte. Si cercano prestazioni a prezzi più bassi, di qualità accettabile e con buoni tempi di accesso. E' stimato in 10 miliardi di euro il valore della sanità "low cost", sempre secondo la ricerca presentata dal Censis. "Questo segmento di mercato crescerà del 25% l'anno - si legge nel testo -. I tagli dei prezzi delle prestazioni sono di solito non inferiori al 30%, ma possono arrivare al 60% e sul Web si moltiplicano le offerte".

Dall'odontoiatria ai servizi di prevenzione sanità, ha sottolineato il vicedirettore del Censis Carla Collicelli, su Internet le offerte sembrerebbero mettere a disposizione sconti fino all'85% rispetto ai comuni prezzi di mercato.

"Nella componente privata del mercato sanitario - ha detto - cresce dunque l'appeal del low cost, destando però qualche preoccupazione a causa della mancanza di controlli di qualità e per la possibile induzione di una domanda impropria con risposte inappropriate". Un esempio è la medicina e la chirurgia estetica, con un milione di italiani (di cui 800mila donne) che vi hanno fatto ricorso: un settore nel quale si registrano molte offerte promozionali low cost.

La qualità scende nelle Regioni che tagliano di più
Naturalmente la qualità dei servizi sanitari scende soprattutto nelle Regioni nelle quali i tagli sono maggiori. Nelle Regioni con Piano di rientro, più del 38% degli intervistati afferma che la sanità è peggiorata nei due anni precedenti e meno dell'8% dichiara che è migliorata (con un saldo tra miglioramento e peggioramento molto negativo, pari a -31%). Nelle Regioni senza Piani di rientro il peggioramento percepito è del 23,3%.

Nel Mezzogiorno (38,5%) e al Centro (34,2%) sono più alte le percentuali di persone che lamentano un peggioramento della sanità.

"La sanità peggiora dunque nelle Regioni in cui i Piani di rientro hanno imposto controlli rigidi della spesa e tagli a servizi e prestazioni - ha detto Carla Collicelli, vicedirettore del Censis -. In queste Regioni si spende meno rispetto al passato, ma per ora non si spende meglio".



Fonte: Censis

Nessun commento: