L'AFASEV di Coppolicchio (IS)
L’Afasev a
fine mese chiude i battenti? Ma siamo
matti? Abbiamo o
non abbiamo più un governo comunale che amministra? Vogliamo
smetterla di fare proclami e presenziando a feste e festini, mentre tutto sta
morendo e curarci almeno dell’ordinaria amministrazione? Non è
possibile, pensabile che una struttura indispensabile per i meno fortunati,
dopo tanti sacrifici per garantire alle famiglie con familiari disabili, quella
basilare assistenza che permette di svolgere una vita dignitosa, nonostante il
fato, la malattia privi, sia i malati, sia genitori e parenti di quella
necessaria tranquillità per poter affrontare il quotidiano, chiuda con l’indifferenza
di tutte le istituzioni.
Non è un’azienda che fallisce, con l’Afasev è la stessa società che compie un passo indietro di civiltà e di dignità. Da venti
anni il centro socio – educativo si fa carico di quell’assistenza necessaria ai
diversamente abili. Furono i genitori di alcuni bambini sfortunati ad
inaugurare il centro. Come si fa a dimenticare la figura, quasi eroica, di Elio
Tartaglione. Un impegno costante, indefesso, per far crescere il centro e guardare
al futuro con tranquillità, sapendo che gli operatori di questa struttura sono
i genitori adottivi di queste persone che hanno bisogno di assistenza continua
e di affetto. Proprio l’idea
di costruire quella casa indispensabile a cui lasciare in custodia, dopo la
scomparsa dei genitori i figli disabili che animava Elio Tartaglione e che a
qualche anno dalla sua scomparsa, si è materializzata con la residenza protetta
“Dopo di Noi”. La struttura
che ospita i disabili a Coppolicchio nell’immediata periferia di Isernia, non
riesce a gestire più i servizi. Gli sforzi economici dei genitori degli ospiti
non sono più sufficienti per reggere i costi di gestione. La dirigenza, di
concerto con le 15 unità lavorative impegnate nell’assistere quotidianamente 24
ore/24 i disabili hanno deciso di arrendersi. Non è un
ultimatum alle amministrazioni comunale, provinciale e regionale competenti per
territorio, non vi è più denaro sufficiente per garantire l’ordinario. Se la
chiusura dell’Afasev si concretizza, sarà un disastro per tutti: genitori e
parenti delle persone inabili, per gli stessi ospiti della struttura e per i 15
operatori che contribuiranno ad aumentare le fila degli 88.000 senza lavoro del
Molise. Se la
chiusura avverrà come promesso, senza che nessuno intervenga con un contributo
adeguato, magari distraendo fondi da capitoli meno impattanti: c’è da schifarsi
- non trovo altro termine - ad essere cittadini isernini - molisani.
Non è un’azienda che fallisce, con l’Afasev è la stessa società che compie un passo indietro di civiltà e di dignità.
P.T.
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