Le nuove Pagine Gialle senza il termine Provincia sostituito da "territorio"
La nostra idea di sostituire "territorio" con "contado"
E’ triste
dover ammettere che le speranze di rendere più visibile Isernia in quanto
provincia è oramai impossibile. Per legge si
è decretata la cancellazione del termine “provincia” in Italia. E’ ancora
più triste vedere il titolo sulle Pagine Gialle che riporta da quest’anno solo:
“territorio di Isernia”. Siamo
tornati al 1969, ma senza entusiasmo, l’anno prima della costituzione della
provincia pentra.
Tutti gli sforzi degli allora uomini di governo e di rappresentatività delle professioni, in primis l’Avv. Mario Di Nezza, che vollero offrire una dimensione che identificasse questo territorio in un sogno di crescita comune e di importanza nazionale, sono state vanificate, dopo 44 anni, da un decreto legislativo che annulla e cancella la storia di lotta per un’indipendenza che è svanita nel nulla dell’Europa. Dei
sacrifici inutili che si riassumono nella spending review, nella castrazione
chimica di un territorio reso sempre più marginale, per scelta governativa, ma
questo è un altro argomento.
Tutti gli sforzi degli allora uomini di governo e di rappresentatività delle professioni, in primis l’Avv. Mario Di Nezza, che vollero offrire una dimensione che identificasse questo territorio in un sogno di crescita comune e di importanza nazionale, sono state vanificate, dopo 44 anni, da un decreto legislativo che annulla e cancella la storia di lotta per un’indipendenza che è svanita nel nulla dell’Europa.
Soffermiamoci
su una riflessione.
Mentre il Governo cancella le province, non fornisce in contemporanea termini sostitutivi, risulta limitativo, anche il termine “territorio” per identificare le ex province.
Che si possa
chiamarla nel nostro caso “terra di lavoro”, come era identificato storicamente
tutto il territorio molisano, fino all’eversione del feudalesimo nel 1860, risulterebbe
una presa per i fondelli, in quanto con il tasso di disoccupazione che affligge
Isernia e limitrofo, con un terzo dei residenti senza lavoro, oggi il termine più
adatto sarebbe: terra di disoccupazione.
Qualcosa bisogna pur inventarsi per eliminare quel fastidioso insignificante sostantivo racchiuso banalmente in “territorio”.
Dove andiamo in vacanza quest’anno direbbero all’estero: nel “contado di Isernia”, ti riempie la bocca, conduce a sapori di contadini che coltivano ancora viti e olive, frutta e verdura. Il contado, diciamo la verità sa’ di buono e cattura l’immaginario collettivo e lo proietta nella dimensione che abbiamo sempre desiderato, quella di una valorizzazione concreta della nostra terra.
Vada per “Contado di Isernia” con i suoi 52 borghi, 52 perle della collana Isernia.
P.T.
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