martedì 16 luglio 2013

Accoglienza e integrazione, lettera al ministro Kyenge

Una lettera a firma del vicepresidente della Giunta regionale, Michele Petraroia, del  presidente della Commissione Politiche sociali del Consiglio regionale, Domenico Ioffredi, e del  consigliere delegato per Politiche per la parità e le pari opportunità, Nunzia Lattanzio, è stata inviata al ministro per l'Integrazione, Cécile Kyenge Kashetu e, per conoscenza, al Viminale e al prefetto di Campobasso.




Questo il testo:

"Le offese del Vicepresidente del Senato colpiscono la dignità di tutti i cittadini italiani e vanno respinte con fermezza. Così come il cappio appeso a Pescara, da parte di un noto movimento politico di estrema destra, in occasione della Sua visita istituzionale, lede i principi basilari della Costituzione e della Democrazia. L'Italia civile, libera e pluralista, non può rimanere in silenzio al cospetto di simili eventi. Il silenzio aiuta i violenti e l'indifferenza sostiene i tentativi di destabilizzazione culturale della nostra Repubblica.

Per queste ragioni, come amministratori regionali, vogliamo reagire al cospetto di simili episodi, invitandoLa in Molise per presentarLe un progetto di accoglienza umanitaria e di integrazione dei cittadini provenienti da altre terre, che stiano costruendo insieme al Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno.
Una proposta in favore dei richiedenti asilo e dei rifugiati, delle loro famiglie e dei minori, che prendendo spunto dai risultati positivi della gestione dell'emergenza profughi del Nord Africa dello scorso anno, ci spinge a candidarci sui nuovi bandi dello SPRAR in via di definizione presso il Ministero dell'Interno.

Presso la Prefettura di Campobasso si sono già svolti incontri con il Dipartimento Nazionale  dello stesso Ministero dell'Interno e  la Conferenza delle Regioni per le Politiche Sociali ha condiviso la candidatura del Molise come territorio di accoglienza ed integrazione.
 
Un evento sul nostro territorio con la Sua presenza agevolerebbe l'istruttoria di un progetto umanitario nazionale importante e risponderebbe con i fatti a chi pensa di fomentare odio razziale e divisioni inaccettabili".

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