Considerazioni di un contribuente. Attualmente siamo alla resa dei conti con il fisco, è questo il periodo di maggiore frustazione ed incubi notturni per i contribuenti onesti e ligi alla legge fiscale.
L'argomento di cui si dibatte è la tanto odiata IMU, (Imposta Municipale sugli Immobili) come tutti sanno partorita dall'ICI. L'IMU è stata resa insopportabile dal Governo Monti che ha aumentato i coefficienti di moltiplicazione della rendita catastale degli immobili ed ha consentito l'applicazione dell'aliquota massima sul valore degli stessi da parte dei comuni quando, questi si trovavano in situazione di bilanci destabilizzati per effetto della cosiddetta legge di stabilità o stupidità come qualcuno l'ha ribattezzata e non a torto, visti gli effetti negativi che ha prodotto.
Orbene, siamo oggi oppressi da questa imposta che ha rivalutato gli immobili non sempre a ragione ed ha applicato l'aliquota di prelievo sul relativo valore in modo generalizzato e senza tener conto delle differenze esistenti all'interno della stessa tipologia immobiliare da superare, in alcuni casi, anche il valore di mercato.
Per esempio, mi chiedo da semplice contribuente: perché sugli immobili oltre all'IMU che è una vera patrimoniale, si continua a far pagare l'IRPEF sulla rendita catastale. La R.C. non è un reddito e non fa pervenire nulla nelle tasche del contribuente per cui in questo caso si tassa l'astratto. Ma quando questa rendita si aggiunge ad un reddito da pensione o altro reddito, fa cumulo e fa scattare l'aliquota IRPEF superiore che genera maggiore prelievo dalla tassa propria e dalle relative addizionali comunali, provinciali e regionali. Si dovrebbe porre fine a questa ingiustizia che viene perpetrata da un fisco vorace a carico del contribuente onesto.
Per quanto concerne poi il metodo di calcolo che determina il valore dell'immobile ai fini IMU, qui non si tiene conto di opportuni coefficienti di svalutazione e di rivalutazione che pure sarebbero opportuni nel caso di vetusta o di assenza di ascensore. Tali coefficienti furono utili nel calcolo dell'equo canone nello stabilire il canone appunto di una locazione.
Avrei qualcosa da aggiungere sull'IVA a riguardo del suo aumento dal 21 al 22 per cento. Aumentarla di un punto in questa pericolosa fase di stagnazione dei consumi, contribuisce ad aumentare le chiusure di quelle attività che già sono in grave difficoltà di sopravvivenza. Ciò comporterebbe ulteriore diminuzione di redditività e di conseguenti versamenti di IVA e IRPEF al fisco. Andrebbe diminuita e non aumentata.
L'Iva al 21 per cento che non è poco andrebbe portata al 15 per cento per favorire la ripresa. In questo caso il gettito minore che si andrebbe a generare per la diminuzione dell'aliquota, sarebbe compensato nel tempo dal maggiore introito fiscale generato dal reddito maggiore. Riprendendosi le vendite si produce maggiore reddito che darebbe più gettito IRPEF. In altri paesi non hanno avuto paura di adottare questi provvedimenti ed i risultati si sono visti.
Orbene, siamo oggi oppressi da questa imposta che ha rivalutato gli immobili non sempre a ragione ed ha applicato l'aliquota di prelievo sul relativo valore in modo generalizzato e senza tener conto delle differenze esistenti all'interno della stessa tipologia immobiliare da superare, in alcuni casi, anche il valore di mercato.
Per esempio, mi chiedo da semplice contribuente: perché sugli immobili oltre all'IMU che è una vera patrimoniale, si continua a far pagare l'IRPEF sulla rendita catastale. La R.C. non è un reddito e non fa pervenire nulla nelle tasche del contribuente per cui in questo caso si tassa l'astratto. Ma quando questa rendita si aggiunge ad un reddito da pensione o altro reddito, fa cumulo e fa scattare l'aliquota IRPEF superiore che genera maggiore prelievo dalla tassa propria e dalle relative addizionali comunali, provinciali e regionali. Si dovrebbe porre fine a questa ingiustizia che viene perpetrata da un fisco vorace a carico del contribuente onesto.
Per quanto concerne poi il metodo di calcolo che determina il valore dell'immobile ai fini IMU, qui non si tiene conto di opportuni coefficienti di svalutazione e di rivalutazione che pure sarebbero opportuni nel caso di vetusta o di assenza di ascensore. Tali coefficienti furono utili nel calcolo dell'equo canone nello stabilire il canone appunto di una locazione.
Avrei qualcosa da aggiungere sull'IVA a riguardo del suo aumento dal 21 al 22 per cento. Aumentarla di un punto in questa pericolosa fase di stagnazione dei consumi, contribuisce ad aumentare le chiusure di quelle attività che già sono in grave difficoltà di sopravvivenza. Ciò comporterebbe ulteriore diminuzione di redditività e di conseguenti versamenti di IVA e IRPEF al fisco. Andrebbe diminuita e non aumentata.
L'Iva al 21 per cento che non è poco andrebbe portata al 15 per cento per favorire la ripresa. In questo caso il gettito minore che si andrebbe a generare per la diminuzione dell'aliquota, sarebbe compensato nel tempo dal maggiore introito fiscale generato dal reddito maggiore. Riprendendosi le vendite si produce maggiore reddito che darebbe più gettito IRPEF. In altri paesi non hanno avuto paura di adottare questi provvedimenti ed i risultati si sono visti.

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