Le contestazioni, velate o esplicite che siano, non fanno mai troppo piacere e questo è naturale. Le contestazioni, come il confronto - anche acceso, serrato, duro - tra i diversi modi di intendere le cose davanti a noi, sono, però, fondamentali per crescere e migliorarsi. Lo sappiamo tutti.
Per questo la vostra lettera così piena di passione ha per noi un significato importante: da una parte ci spinge a una scommessa alta, non sbagliare, dall’altra ci dà la forza per difendere le nostre scelte. Nelle vostre parole c’è un giudizio molto severo sui criteri di selezione della nuova giunta regionale. Con sincerità, però, ci appare una valutazione politica un tantino precipitosa e sostenuta più da un pregiudizio che da una constatazione dei fatti. Resta, senza nasconderlo, una certa amarezza per espressioni come 'composizione che guarda agli schemi delle vecchie logiche'.
Non è una vecchia logica rispettare la volontà popolare, seguire, cioè, le indicazioni degli elettori molisani nella selezione di chi siede al governo della nostra regione. È, al contrario, il più alto principio di democrazia. Questo abbiamo provato a fare, senza la presunzione di aver imboccato l’unica strada possibile, quella perfetta, ma una strada, la più naturale, tra le tante che avevamo di fronte. Abbiamo cercato di mettere su un esecutivo nel rispetto di un principio meritocratico dettato appunto dalle indicazioni dei cittadini. Forse anche dalle vostre.
Nella distribuzione delle deleghe abbiamo scelto di indirizzarci sulle competenze e sulle esperienze dei nostri assessori e questo, come crediamo, non può essere considerato un errore. Se sia stata una intuizione giusta, come ci auguriamo, o un grossolano sbaglio, come non vorremmo mai, ce lo diranno gli atti, i fatti e di sicuro il tempo. Che sarà un tempo immediato: i riscontri dovranno arrivare prima di subito.
Ci siamo messi già al lavoro, tutti assieme, perché 'il grido di speranza' di cui voi ci parlate è per noi una missione. Per tutti noi, assessori e consiglieri, l’obiettivo è chiaro e semplice: fare del nostro Molise la terra delle buone pratiche. Riuscire a rendere questa bellissima 'cenerentola di Italia' una regione di esempio virtuoso, di riscatto morale e territoriale. Le scelte coraggiose non sono precluse a una giunta come la nostra. Assolutamente no.
Non è una vecchia logica rispettare la volontà popolare, seguire, cioè, le indicazioni degli elettori molisani nella selezione di chi siede al governo della nostra regione. È, al contrario, il più alto principio di democrazia. Questo abbiamo provato a fare, senza la presunzione di aver imboccato l’unica strada possibile, quella perfetta, ma una strada, la più naturale, tra le tante che avevamo di fronte. Abbiamo cercato di mettere su un esecutivo nel rispetto di un principio meritocratico dettato appunto dalle indicazioni dei cittadini. Forse anche dalle vostre.
Nella distribuzione delle deleghe abbiamo scelto di indirizzarci sulle competenze e sulle esperienze dei nostri assessori e questo, come crediamo, non può essere considerato un errore. Se sia stata una intuizione giusta, come ci auguriamo, o un grossolano sbaglio, come non vorremmo mai, ce lo diranno gli atti, i fatti e di sicuro il tempo. Che sarà un tempo immediato: i riscontri dovranno arrivare prima di subito.
Ci siamo messi già al lavoro, tutti assieme, perché 'il grido di speranza' di cui voi ci parlate è per noi una missione. Per tutti noi, assessori e consiglieri, l’obiettivo è chiaro e semplice: fare del nostro Molise la terra delle buone pratiche. Riuscire a rendere questa bellissima 'cenerentola di Italia' una regione di esempio virtuoso, di riscatto morale e territoriale. Le scelte coraggiose non sono precluse a una giunta come la nostra. Assolutamente no.
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