lunedì 29 aprile 2013

Al Governo Letta chiediamo un impegno concreto per affrontare le emergenze sociali del Paese

Il testo del Documento condiviso dai Segretari Regionali dei Giovani Democratici e da alcuni giovani parlamentari PD nel corso dell’assemblea sei Segretari Regionali GD, tenutasi a Roma domenica 28 Aprile 2013.









La possibilità del Governo di cambiamento, nella quale abbiamo creduto e per cui abbiamo lavorato, è risultata perdente. All'esito infelice del voto, che ha segnato una sconfitta del Partito democratico, si è aggiunta la fragilità del suo gruppo dirigente e il rifiuto, da parte del Movimento 5 stelle, di ogni forma di rapporto con il Pd.

Abbiamo assistito, in queste settimane e nelle giornate che hanno portato alla rielezione di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica, all'esplodere delle contraddizioni che covavano sotto la cenere, scaricate sulla pelle del Paese e sull'elezione della prima carica dello Stato.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: indebolimento della nostra credibilità, confusione politica e governo di larghe intese come unica via d'uscita dall'impasse.

La proposta che il premier incaricato Enrico Letta presenterà alle camere corrisponde al tentativo, difficile, di dare all'Italia un governo mettendo insieme forze che fin'ora hanno dato ricette alternative per l'uscita dalla crisi italiana ed europea. Non ci spaventa l'eterno gridare all' "incucio", ma per primi abbiamo voluto sottolineare la profonda distanza sulle questioni di merito che ci divide dal Pdl, partendo dai problemi che vive la nostra generazione: precarietà, disoccupazione, welfare, diritto allo studio, beni comuni. Nei quattro anni in cui Berlusconi ha governato su queste cose e non sui suoi processi abbiamo fatto opposizione politica e sociale.

Oggi vogliamo continuare a dire la nostra e chiediamo un impegno su queste questioni al prossimo governo, consapevoli che tante posizioni del Pdl rischiano di minare la forza della risposta alla crisi. Con questa consapevolezza accompagneremo il nuovo governo, sapendo che è rimasta l'unica strada che è possibile percorrere anche a causa degli errori del nostro partito.

Chiediamo al governo di mettersi al lavoro al più presto, a partire dalle emergenze del Paese: la disoccupazione (con una particolare attenzione a quella giovanile), il rifinanziamento della cassa integrazione e la copertura definitiva di tutti gli esodati, misure per la crescita. Chiediamo inoltre al governo Letta, come ha sostenuto anche il presidente incaricato al termine delle consultazioni, di farsi promotore di una ridiscussione complessiva delle politiche di austerity a livello europeo.

La nostra meta sarà il prossimo congresso. Abbiamo bisogno di una discussione approfondita, che metta al centro il nostro ruolo nella società e la nostra capacità di interpretare i bisogni di chi non si sente rappresentato dalla politica in questo momento. Discussione che al momento sembra mancare del tutto ed alla quale non intendiamo sottrarci.

In questi giorni, pure così difficili, una generazione ha detto che vuole restare nel Pd per rifondarlo e superarne le insopportabili contraddizioni. Siamo convinti che quei ragazzi, i ragazzi di #occupypd, non volevano essere strumentalizzati da qualche dirigente, ma esprimere la loro voglia di politica che si ritrova a fatica in un partito che sembra aver smarrito la via. Questo è e resta il nostro principale impegno: costruire un partito capace, di fronte alla crisi europea, di trovarsi dalla parte della soluzione e non del problema.

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