Scenari di Sviluppo delle economie locali: indicatori ancora con il segno meno anche per il 2013. Tiene solo l’export che in regione dovrebbe segnare un +0,6%.
L’Italia condivide con il resto dell’area euro le incertezze e la debolezza del quadro macroeconomico generale. Dopo l’assestamento che aveva preso corpo durante il 2010, quando le dinamiche internazionali parevano offrire spunti alla ripresa su scala internazionale, e dopo il quadro problematico del 2011 con prospettive di crescita assai poco favorevoli, il 2012 è stato caratterizzato dal perdurare di forti tratti di incertezza sul fronte degli andamenti economici globali.
Ne consegue che il contesto che si è andato registrando non va considerato come un episodio di carattere ciclico, ma di tipo sistemico che riflette un quadro macroeconomico sul quale pesano le tensioni dei mercati finanziari segnati da un circolo vizioso tra bilanci bancari e debiti sovrani molto incerti.
In questo contesto generale, l’economia italiana è stata caratterizzata da segnali di rallentamento, legati al perdurare di criticità sul versante dei consumi interni, solo in parte bilanciate da una tendenza ancora improntata alla crescita sul versante dell’export. Già nel primo trimestre dell’anno il Pil si è contratto in termini tendenziali dell’1,4%, particolarmente penalizzato dal lato della domanda da un andamento decisamente negativo delle spese in investimenti fissi, mentre dal lato dell’offerta il valore aggiunto si è ridotto più pesantemente nei settori industriali, in particolare nel comparto delle costruzioni.
Secondo le stime più recentemente diffuse da parte dei principali istituti di ricerca, nel 2012 il Pil italiano potrebbe perdere intorno al 2%. Gli Scenari di Sviluppo delle economie locali realizzati da Unioncamere e Prometeia prevedono un contesto economico italiano che incontrerà difficoltà di ripresa anche nel corso del 2013. Se la crisi ha colpito duro ovunque, e nel 2013 tutti gli indicatori sono previsti ancora in flessione, il divario territoriale tra il Mezzogiorno e il resto del Paese sembra destinato a crescere ulteriormente.
A fronte di una riduzione media del Pil nazionale dell’1%, nelle regioni meridionali il calo sarà pari al -1,7%, contro il -0,8% atteso nelle regioni del Centro-Nord. In un simile contesto il Molise si troverà a fronteggiare nel 2013 una contrazione del Pil di -1,3%, sebbene la flessione sarà più contenuta di quella osservata nel 2012 pari a -3,1%.
Le regioni che dovrebbero contenere meglio le perdite sono il Veneto e la Valle d’Aosta (-0,6%), seguite da Lombardia e Trentino Alto Adige (-0,7%). Sul fronte opposto, perdite più consistenti si registreranno soprattutto in Puglia e Campania (-1,9%). A breve distanza l’Abruzzo (-1,8%), quindi la Sicilia (-1,7%).
Stessa dinamica negativa anche per il tasso di crescita del valore aggiunto che per il biennio 2013-2014 è previsto in diminuzione in regione del -0,1%, diminuzione minore di ciò che è previsto accada a livello ripartizionale (Mezzogiorno -0,6%) ma in controtendenza rispetto al valore nazionale pari ad un +0,1%. Con un valore assoluto pro-capite pari a 18.000 euro per Campobasso e 17.300 per Isernia, le due province molisane si collocheranno in una posizione medio bassa nella speciale classifica delle province per valore aggiunto procapite a prezzi correnti nel 2013, occupando rispettivamente la 73-esima e la 75-esima posizione.
In Molise, così come nel resto d’Italia, a rimarcare l’andamento già negativo del 2012, (-3,7%), continuano a ridimensionarsi i consumi delle famiglie nel 2013 (-1,1%), contro il -0,9% dell’Italia e il -1,2% del Mezzogiorno. Le maggiori difficoltà dovrebbero interessare la Calabria (-1,5%) e la Campania (-1,4%) mentre per il Friuli Venezia Giulia e per l’Umbria la riduzione dovrebbe attestarsi al -0,6%.
Nel 2013 si prospetta un’ulteriore caduta anche per gli investimenti che caratterizzerà tutto il territorio italiano seppur con dinamiche diverse tra il Nord-Est (-2,1%) e il Mezzogiorno (-3,9%); il Molise si collocherà anche per gli investimenti tra il Centro (-3,4%) e il Mezzogiorno d’Italia, con una contrazione di -3,6%.
Sul versante del mercato del lavoro le difficoltà continueranno a persistere e diversamente da quanto previsto per l’Italia e per l’area geografica di appartenenza, caratterizzate comunque da dinamiche negative ma meno intense nel 2013 rispetto al 2012, in Molise l’occupazione dovrebbe registrare nel 2013 una contrazione maggiore di quella prevista nel 2012.
Tali dinamiche contribuiranno a far aumentare il tasso di disoccupazione che, se nel 2012 è stato pari al 12,2%, nel corso del biennio 2013-2014 sarà previsto pari al 12,7%, tuttavia significativamente inferiore al tasso di disoccupazione delle altre regioni del Sud, previsto pari al 17,9%.
Infine per quanto riguarda le esportazioni, mentre in Italia nei prossimi 2 anni potrebbero confermare la performance rilevata nel 2012 ma con maggiore forza, anche nel Molise, dopo la forte contrazione registrata nel 2012 pari a -12,2%, dovrebbero prendere vigore e segnare un +1,6%.
Ne consegue che il contesto che si è andato registrando non va considerato come un episodio di carattere ciclico, ma di tipo sistemico che riflette un quadro macroeconomico sul quale pesano le tensioni dei mercati finanziari segnati da un circolo vizioso tra bilanci bancari e debiti sovrani molto incerti.
In questo contesto generale, l’economia italiana è stata caratterizzata da segnali di rallentamento, legati al perdurare di criticità sul versante dei consumi interni, solo in parte bilanciate da una tendenza ancora improntata alla crescita sul versante dell’export. Già nel primo trimestre dell’anno il Pil si è contratto in termini tendenziali dell’1,4%, particolarmente penalizzato dal lato della domanda da un andamento decisamente negativo delle spese in investimenti fissi, mentre dal lato dell’offerta il valore aggiunto si è ridotto più pesantemente nei settori industriali, in particolare nel comparto delle costruzioni.
Secondo le stime più recentemente diffuse da parte dei principali istituti di ricerca, nel 2012 il Pil italiano potrebbe perdere intorno al 2%. Gli Scenari di Sviluppo delle economie locali realizzati da Unioncamere e Prometeia prevedono un contesto economico italiano che incontrerà difficoltà di ripresa anche nel corso del 2013. Se la crisi ha colpito duro ovunque, e nel 2013 tutti gli indicatori sono previsti ancora in flessione, il divario territoriale tra il Mezzogiorno e il resto del Paese sembra destinato a crescere ulteriormente.
A fronte di una riduzione media del Pil nazionale dell’1%, nelle regioni meridionali il calo sarà pari al -1,7%, contro il -0,8% atteso nelle regioni del Centro-Nord. In un simile contesto il Molise si troverà a fronteggiare nel 2013 una contrazione del Pil di -1,3%, sebbene la flessione sarà più contenuta di quella osservata nel 2012 pari a -3,1%.
Le regioni che dovrebbero contenere meglio le perdite sono il Veneto e la Valle d’Aosta (-0,6%), seguite da Lombardia e Trentino Alto Adige (-0,7%). Sul fronte opposto, perdite più consistenti si registreranno soprattutto in Puglia e Campania (-1,9%). A breve distanza l’Abruzzo (-1,8%), quindi la Sicilia (-1,7%).
Stessa dinamica negativa anche per il tasso di crescita del valore aggiunto che per il biennio 2013-2014 è previsto in diminuzione in regione del -0,1%, diminuzione minore di ciò che è previsto accada a livello ripartizionale (Mezzogiorno -0,6%) ma in controtendenza rispetto al valore nazionale pari ad un +0,1%. Con un valore assoluto pro-capite pari a 18.000 euro per Campobasso e 17.300 per Isernia, le due province molisane si collocheranno in una posizione medio bassa nella speciale classifica delle province per valore aggiunto procapite a prezzi correnti nel 2013, occupando rispettivamente la 73-esima e la 75-esima posizione.
In Molise, così come nel resto d’Italia, a rimarcare l’andamento già negativo del 2012, (-3,7%), continuano a ridimensionarsi i consumi delle famiglie nel 2013 (-1,1%), contro il -0,9% dell’Italia e il -1,2% del Mezzogiorno. Le maggiori difficoltà dovrebbero interessare la Calabria (-1,5%) e la Campania (-1,4%) mentre per il Friuli Venezia Giulia e per l’Umbria la riduzione dovrebbe attestarsi al -0,6%.
Nel 2013 si prospetta un’ulteriore caduta anche per gli investimenti che caratterizzerà tutto il territorio italiano seppur con dinamiche diverse tra il Nord-Est (-2,1%) e il Mezzogiorno (-3,9%); il Molise si collocherà anche per gli investimenti tra il Centro (-3,4%) e il Mezzogiorno d’Italia, con una contrazione di -3,6%.
Sul versante del mercato del lavoro le difficoltà continueranno a persistere e diversamente da quanto previsto per l’Italia e per l’area geografica di appartenenza, caratterizzate comunque da dinamiche negative ma meno intense nel 2013 rispetto al 2012, in Molise l’occupazione dovrebbe registrare nel 2013 una contrazione maggiore di quella prevista nel 2012.
Tali dinamiche contribuiranno a far aumentare il tasso di disoccupazione che, se nel 2012 è stato pari al 12,2%, nel corso del biennio 2013-2014 sarà previsto pari al 12,7%, tuttavia significativamente inferiore al tasso di disoccupazione delle altre regioni del Sud, previsto pari al 17,9%.
Infine per quanto riguarda le esportazioni, mentre in Italia nei prossimi 2 anni potrebbero confermare la performance rilevata nel 2012 ma con maggiore forza, anche nel Molise, dopo la forte contrazione registrata nel 2012 pari a -12,2%, dovrebbero prendere vigore e segnare un +1,6%.
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