venerdì 25 gennaio 2013

Risposta dei Sindacati alle accuse di un gruppetto di operai Atm

Da qualche tempo, un non dichiarato gruppo, o meglio cellula, di operai Atm, si arroga il diritto di parlare in nome e per conto di tutti i dipendenti, seminando rancore nei confronti dell’azienda e discredito verso i Sindacati.






Depone male e suscita sospetto già di per sé il ricorso all’anonimato, fatto che la dice lunga sulla indole di tal genia di persone. Il fatto è che in Atm la loro identità è il segreto di Pulcinella, e tutti sanno che, da tempo, il loro unico mestiere è quello dei fomentatori, dei denigratori, dei seminatori di odio.

Il loro sforzo nulla ha portato nelle tasche dei dipendenti, mentre tanto denaro sonante ha portato in altre tasche, che non sono certo quelle dei lavoratori.

In questi ultimi due mesi le nostre sigle sindacali hanno portato nelle tasche dei lavoratori il pagamento dello stipendio, quasi completamente la tredicesima, la restituzione della indennità di agente unico, già trattenuta sulla base di una sentenza. Abbiamo, inoltre, chiuso un Accordo per la monetizzazione dei buoni mensa, che l’azienda aveva sospesi: 7 euro al giorno in più, che di questi tempi non sono poca cosa.

Abbiamo, inoltre, posto le basi per portare a casa un accordo decentrato, sul quale stiamo lavorando e che si svilupperà nei prossimi mesi.

Nel frattempo altri cosa facevano ?

Gridavano  e schiamazzavano sulle piazze in uno sventolar di bandiere e rullio di tamburi; innalzavano peana di guerra ( meglio di guerriglia), chiedevano la chiusura dell’azienda, sfilavano sottobraccio con provocatori di professione e mestieranti del sindacato alla ricerca di un reddito per campare. Un commovente quadretto di famiglia, tipo soviet. Una bella scena, anche piena di pathos nostalgico, ma dei tempi della corazzata Potemkin.

Bel programmino, stile sessantotto, e per fare che cosa? Far passare uno sfizio personale ad un gruppetto aziendale, che sicuramente non ha bisogno dello stipendio Atm, perché magari i suoi adepti fanno due lavori o hanno in casa doppio reddito e, magari, anche la pensioncina dei vecchi.

Proprio per questo, invitiamo i dipendenti Atm a prendere coscienza della situazione, a stare dalla parte di chi davvero e concretamente tutela i loro interessi, invece di far da sponda a guerre di altri, del tutto personali, e tutte sulla pelle dei lavoratori.

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