Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, ha presentato un'interrogazione a risposta scritta ai Ministri dell'Interno e della Pubblica Amministrazione sugli sprechi di risorse pubbliche avvenuti nella nostra regione.
Sanità, opere pubbliche e gestione del personale,
consulenze, attribuzioni di cariche sociali e favoritismi nei
confronti di privati. Questi ed altri, i contenuti di una
interrogazione a firma dell’on. Di Pietro sugli sprechi della
Regione Molise.
Facendo seguito alle dichiarazione del Presidente e del
procuratore della Corte dei Conti del Molise, Sciascia e Romanelli,
che hanno recentemente fatto cenno a cedimenti all’illegalità e
mala gestio da parte di enti locali, amministrazioni e, soprattutto,
società pubbliche partecipate riconducibili alla Regione Molise, il
presidente dell’Italia dei Valori ha inteso interrogare il Ministro
della Pubblica Amministrazione e della Semplificazione e il Ministro
dell’Interno per portare la questione all’attenzione del governo
e per sapere quali interventi si intendano mettere in atto per porre
rimedio a tale situazione.
Nel testo dell’interrogazione Di Pietro ha riportato i
riferimenti citati dal Procuratore Romanelli come esempio di cattiva
amministrazione della cosa pubblica. In particolare, quello di Molise
Acque e dell’Arsiam passando dall’allarme per il ricorso ad un
numero consistente di consulenze di dubbia utilità e trasparenza
affidate dalle pubbliche amministrazioni. Tali consulenze, infatti,
mascherano vere e proprie assunzioni di personale per l’espletamento
di ordinarie attività istituzionali (ovvero di cui non sono ben
chiari i contenuti e l’utilità). È stata registrata inoltre, come
ricordato dalla Procura della Corte dei Conti - la mancata
osservanza dei tetti di spesa fissati dalla legge, l’attribuzione
di compensi sproporzionati rispetto alla natura e all’oggetto
dell’incarico, la violazione del criterio di oggettiva trasparenza
durante le specifiche operazioni di selezione.
In questi casi, diversi e a più livelli, si incorre
sistematicamente in sanzioni pari allo stesso importo dell’incarico
affidato.
“Le numerose indagini della magistratura contabile –
si legge nel testo dell’interrogazione - hanno ormai rivelato
come, la struttura messa in piedi di assunzioni, attribuzioni di
cariche sociali e favoritismi nei confronti dei privati, non si possa
esattamente definire finalizzata a una più efficiente ed oculata
gestione dei servizi pubblici bensì strumentalmente diretta a
sottrarsi alle stringenti regole del patto di stabilità, se non
proprio ad esclusivi fini clientelari” .
Alla luce di tutto ciò, ad avviso dell’on. Di Pietro,
oltre alle responsabilità amministrative o penali, è messo in
pregiudizio un uso responsabile di denaro pubblico, con una grave
ricaduta sulla spesa e sui contribuenti.
È per questo che il presidente dell’Italia dei Valori
ha inteso sollecitare i ministri competenti affinchè intervengano
con strumenti atti a porre rimedio all’ allarmante situazione
riscontrata nella nostra regione.
Di seguito
il testo integrale dell’interrogazione:
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Di Pietro. – Ai
ministri della Pubblica amministrazione e della semplificazione e
dell’Interno -. Per sapere - premesso che:
l’8 marzo u.s., nel corso di una conferenza stampa, il presidente
della Corte dei Conti del Molise - Michael Sciascia - ha affermato
che il valore delle condanne inflitte nei confronti di amministratori
pubblici e' stato, in un anno, di un milione e 168mila euro. Al primo
posto, nell'elenco degli sperperi, c'è la sanità, ma anche il
settore delle opere pubbliche e la gestione del personale; nella nota
del presidente si legge, proprio riguardo quest'ultimo campo, <<
si denotano cedimenti all’illegalità con scarsi controlli sul
rispetto dell’orario di servizio, corresponsione di incentivi a
pioggia, compensi ed indennità speciali senza alcun collegamento
all’effettivo svolgimento delle particolari mansioni che li
giustificano o con il raggiungimento degli obiettivi, che spesso non
sono stati nemmeno posti, e con il ricorso disinvolto alle consulenze
esterne, peraltro molto gravose per l’Erario, pur in presenza di
adeguate professionalità non valorizzate esistenti nell’apparato
amministrativo>>.
Il 9 marzo u.s. è stato inaugurato l’anno giudiziario 2012 con la
relazione illustrata del procuratore della Corte dei Conti del Molise
- Francesco Paolo Romanelli - che riporta un elenco di casi di mala
gestio messi in campo da enti locali e amministrazioni, ma
soprattutto, dalle società pubbliche partecipate riconducibili alla
Regione Molise;
Molise Acque - ente sub regionale le cui quote fanno capo alla
regione Molise - è stata condannata a risarcire oltre 2 milioni di
euro per avere affidato la costruzione di un acquedotto a 4 impiegati
sprovvisti del titolo di studio necessario - laurea in ingegneria -
per progettare le opere dell’appalto. Il Tar prima e il Consiglio
di stato poi hanno condannato Molise Acque ad un risarcimento del
danno di oltre 2 milioni di euro in favore dell’impresa seconda
classificata determinando così un grave danno erariale di pari
importo all’ente sub regionale;
è stata evidenziata una mancanza di trasparenza nella gestione di
risorse pubbliche all’interno dell’Arsiam – agenzia regionale
per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura in Molise –
anch’esso ente sub regionale; la Corte dei Conti ha appurato
l’illecita liquidazione di indennità non dovute in favore del
direttore regionale per un ammontare di circa 179.000 euro e rimborsi
spese non dovuti in favore del Presidente per un importo di circa
11.000 euro;
la Procura della Corte dei Conti ha riscontrato un numero consistente
di consulenze di dubbia utilità e trasparenza affidate dalle
pubbliche amministrazioni: si passa dall’affidamento di consulenze
che mascherano vere e proprie assunzioni di personale per
l’espletamento di ordinarie attività istituzionali - ovvero di cui
non sono ben chiari i contenuti e l’utilità - alla mancata
osservanza dei tetti di spesa fissati dalla legge, all’attribuzione
di compensi sproporzionati rispetto alla natura e all’oggetto
dell’incarico, alla violazione del criterio di oggettiva
trasparenza durante le specifiche operazioni di selezione; in questi
casi, diversi e a più livelli, si incorre sistematicamente in
sanzioni pari allo stesso importo dell’incarico affidato;
la Procura della Corte dei Conti ha affrontato il caso di un
soprintendente ai beni culturali della Regione Molise che ha
autorizzato un’impresa privata a stendere del misto di cava su un
antico tratturo di epoca sannitica e dal notevole interesse
archeologico alterandone profondamente i caratteri originari così da
consentire il passaggio degli automezzi in direzione dell’impianto
eolico realizzato dalla stessa impresa; la Corte dei Conti ha
contestato al soprintendente una “macroscopica negligenza e
imperizia, tradottasi in oggettivi e indebiti vantaggi ottenuti
dall’impresa privata” richiedendo un risarcimento pari a circa
1.140.000 euro;
le numerose indagini della magistratura contabile hanno ormai
rivelato come, la struttura messa in piedi di assunzioni,
attribuzioni di cariche sociali e favoritismi nei confronti dei
privati, non si possa esattamente definire finalizzata a una più
efficiente ed oculata gestione dei servizi pubblici bensì
“strumentalmente diretta a sottrarsi alle stringenti regole del
patto di stabilità, se non proprio ad esclusivi fini clientelari”
-:
ad avviso dell’interrogante i fatti esposti, oltre alle
responsabilità amministrative o penali, mettono in pregiudizio l’uso
responsabile di denaro pubblico, con grave ricaduta sulla spesa e sui
contribuenti,
quali siano gli orientamenti dei ministri in indirizzo in ordine ai
fatti indicati in premessa e con quali strumenti intendano porvi
rimedio.
U.S.
IDV MOLISE
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