sabato 10 marzo 2012

L'Europa post-Fukushima, cambiano le politiche energetiche

L'incidente nucleare di Fukushima ha avuto, tra le conseguenze, anche quella di un cambio di rotta nell'ambito delle politiche energetiche europee. Mentre Germania, Svizzera, Italia e Austria hanno deciso di ridurre o eliminare la loro dipendenza dal nucleare a seguito di quell'evento, la Francia sta portando avanti il suo vasto programma nucleare, così come il Regno Unito.





La Germania, che si piazza al secondo posto nella classifica dell'Eia, Energy Information Administration, sul nucleare in Europa, ha annunciato l'intenzione di eliminare gradualmente la produzione di energia nucleare entro il 2022.


Secondo i dati dell'Eia, nel 2010 nove Paesi europei hanno prodotto oltre il 30% della propria energia elettrica da fonti nucleari, e altri cinque ne hanno ricavato oltre il 20%. Attualmente la Germania produce circa un quarto della sua elettricità da centrali nucleari, ma ha annunciato piani di smantellamento dei suoi oltre 20 gigawatt di capacità nucleare entro il 2022. La Svizzera genera oltre un terzo della sua energia elettrica da fonti nucleari, ma ha deciso di bloccare la costruzione di nuovi impianti e a quelli esistenti sarà consentito di operare fino al termine della loro vita, abbandonando così progressivamente il nucleare a partire dal 2034.


L'Italia ha votato contro il nucleare di nuova costruzione e l'Austria ha deciso di porre fine alle importazioni di energia elettrica prodotta da fonti nucleari entro il 2015. I Paesi dell'Unione europea devono però prendere in considerazione gli obiettivi energetici che includono una riduzione del 20% delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2020. Poichè l'energia nucleare non emette Co2, la rinuncia a produrla da parte di alcuni Paesi potrebbe rendere più difficile rispettare gli impegni a livello comunitario.


Fonte : Adnkronos

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