lunedì 6 ottobre 2014

Ambiente Molise. Totale sfiducia nelle istituzioni, anima la protesta contro la centrale a biomasse matesina.

Questa regione vive delle incongruenze quotidiane, da cui si percepisce che la crisi profonda che sta investendo più degli altri territori italiani, la landa desolata dal nome Molise, è voluta dalle scelte dei molisani che si indignano all’ultimo momento, quando da anni tutti hanno deciso di realizzare una centrale a biomasse, ecco che spuntano come i funghi i dissidenti paladini dell’ambiente e dell’ecologia che gridano allo scandalo: fino a ieri dov’erano?


 
Hanno permesso un iter lungo e farraginoso, l’approvazione a tutti i livelli istituzionali e ora si sono svegliati, hanno spalancato la bocca sbadigliando e si grida allo scandalo biomasse a Campochiaro. Tutti i sindaci che fino a ieri hanno dato la loro benedizione al progetto, oggi fanno gli indignati speciali, insieme ai vecchi amministratori regionali, in prima linea con il no assoluto alle biomasse. Sulla svendita del territorio siamo d’accordo che bisogna intervenire e bloccare, ma per quale motivo si deve giungere così in ritardo? La stranezza, che se vuoi trovare gli ambientalisti - dove da tempo occorrono sit - in e decise posizioni - non ci sono, nemmeno a pagarli oro: tutti svaniti nel nulla. Ci riferiamo ai fiumi inquinati, allo scandaloso corso della giustizia che per esempio, sul fiume Carpino ha posto solo il veto di un foglio A4 con affissa la scritta: area sotto sequestro. Gli organi preposti ai controlli: Forestale, Arpa, Provincia con questa scritta sono salvi da responsabilità. A nessuno importa che alcune aziende, da mesi continuano indisturbate a vomitare liquami direttamente nel fiume dalla zona artigianale di Carpinone, massacrando l’intero ecosistema fluviale, inquinando dal Carpino finanche il Volturno. Tutto questo è normale secondo una logica tutta molisana: chissenefrega, la Procura sta indagando.

E di settimana in settimana come pecore ammaestrate dall’informazione, la popolazione si devia sul tema del momento, ogni singolo individuo è pronto a dire la propria. E’ giunto il periodo delle biomasse su tutte le problematiche già esistenti e mai risolte, ma è un tema importante a cui di giorno in giorno crescono timori più o meno fondati. Come non sposare la causa della popolazione matesina, in riferimento agli scandali quotidiani, alle leggi create per essere raggirate, alle licenze che vengono rilasciate per una motivazione e in corso d’opera vengono estese ad altro. Come fidarsi della giustizia, del legislatore, delle imprese dalle scatole cinesi, delle holding che in misura rilevante realizzano i loro interessi passando anche sulla pelle della popolazione? Abbiamo avuto casi emblematici come quello dei pozzi dell’Eni di Cercemaggiore e potrebbero esserci - oltre alle esistenti - in futuro ancora altre situazioni sfavorevoli per il territorio. L’azienda delle biomasse dovrebbe bruciare cippato, ma  potrebbe estendersi - vi è già nella concessione – nel bruciare prodotti industriali –  monnezza – più facile da reperire del ceppato forestale. 

La questione la si pone nel: son tutti ladri! Questo slogan riecheggia nelle menti della maggioranza degli italiani e si amplifica nei molisani, traditi dal lavoro, dalla politica, dalle promesse di benessere, dagli scandali e dalla negazione del futuro. Abbiamo un ambiente sempre più contaminato dal monossido di carbonio delle auto e dalle polveri sottili, dall’eolico selvaggio e da mega centrali, dallo scandalo termolese dell’inquinamento industriale e dalla radioattività dei famosi pozzi di Cercemaggiore. Come approcciare questioni genericamente complesse e delicate come la costruzione di centrali che bruciano, quindi inquinano?

Non si può. Anche le migliori intenzioni politiche – amministrative, concepite per il bene comune, sono filtrate, rielaborate e messe alla gogna dell’opinione pubblica dell’inciucio e del malaffare. Dietro ogni singola protesta, si cela quindi, la mancanza di credibilità di chi ha proposto l’iniziativa e di chiunque ai diversi livelli politico/amministrativo abbia concesso il via all’impianto.  Anche se lo Stato ha autorizzato, l’iter è scevro da errori, non si può accettare con ragione la nascita di un’altra impresa inquinante, anche se il popolo molisano è considerato a bassa reattività sociale – non fa rivoluzioni e accetta supinamente ogni vessazione -. Nel mare magnum delle  accettazioni ed infinite scorrettezze, il popolo sovrano afferma: non c’è da fidarsi di nessuno, su questo siamo tutti consapevoli, non ci sono temi di smentita.

Se il Carpino muore, sotto gli occhi indifferenti di tutti, istituzioni e popolazione, per quale motivo domani con un inquinamento di diversa natura, come l’incenerimento di biomasse nell’area matesina non dovrebbe verificarsi la stessa negligente incuria e menefreghismo? Allora, anche se in netto ritardo, ben venga la protesta.
                                                                                                      P.T.

  

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