Nei primi 6 mesi saldo chiusure/aperture negativo di oltre 20mila imprese: peggio del 2013. Rapporto semestrale dell’Osservatorio Confesercenti. 302 chiusure e 109 aperture al giorno. Pesa il calo di nuove iscrizioni, quasi 10mila in meno rispetto allo scorso anno.
Boom di chiusure dei ristoranti, persi 2.500 in sei mesi. Continua la crisi per abbigliamento e sigarette elettroniche. Confesercenti: “Prospettive al ribasso, rischio crescita zero: serve svolta fiscale forte. Usare Garanzia Giovani per favorire l’autoimprenditorialità”
Il dato Istat molto negativo sulle vendite al dettaglio di maggio, che segue a quello non meno preoccupante sulla flessione degli ordini della produzione di qualche giorno fa, segnala con evidenza che la stagnazione dell’economia prosegue. Di questo passo l’eventualità di una crescita zero rischia di rafforzarsi pericolosamente. Attendiamo ora di vedere se lo scenario cambierà con l’ingresso in campo da giugno e luglio del bonus fiscale e dei saldi ma gli elementi di incertezza tuttora presenti fanno temere che le previsioni di consumi praticamente al palo anche nel 2014 potrebbero rivelarsi esatte. C’è bisogno di una svolta fiscale forte, tempestiva e vasta, sostenuta da interventi coraggiosi sulla spesa pubblica. Il prezzo più salato di questa situazione lo pagano soprattutto i piccoli negozi mentre prosegue in modo inarrestabile l’emorragia di chiusure di attività.
Nei primi sei mesi del 2014, secondo i dati dell’Osservatorio Confesercenti, il saldo tra aperture e chiusure d’impresa nei settori del Commercio al dettaglio e del Turismo è stato negativo per 20.244 unità: un bilancio peggiore per 6.431 attività in meno rispetto a quello registrato nell’’anno nero’ del commercio del 2013 (-13.813).
A pesare è stato soprattutto il calo delle nuove iscrizioni: nel periodo hanno aperto 34.341 nuove imprese, 9.532 in meno rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno. In media, nel primo semestre del 2014 ci sono state 302 chiusure al giorno, a fronte di 109 aperture.
Il dato Istat molto negativo sulle vendite al dettaglio di maggio, che segue a quello non meno preoccupante sulla flessione degli ordini della produzione di qualche giorno fa, segnala con evidenza che la stagnazione dell’economia prosegue. Di questo passo l’eventualità di una crescita zero rischia di rafforzarsi pericolosamente. Attendiamo ora di vedere se lo scenario cambierà con l’ingresso in campo da giugno e luglio del bonus fiscale e dei saldi ma gli elementi di incertezza tuttora presenti fanno temere che le previsioni di consumi praticamente al palo anche nel 2014 potrebbero rivelarsi esatte. C’è bisogno di una svolta fiscale forte, tempestiva e vasta, sostenuta da interventi coraggiosi sulla spesa pubblica. Il prezzo più salato di questa situazione lo pagano soprattutto i piccoli negozi mentre prosegue in modo inarrestabile l’emorragia di chiusure di attività.
Nei primi sei mesi del 2014, secondo i dati dell’Osservatorio Confesercenti, il saldo tra aperture e chiusure d’impresa nei settori del Commercio al dettaglio e del Turismo è stato negativo per 20.244 unità: un bilancio peggiore per 6.431 attività in meno rispetto a quello registrato nell’’anno nero’ del commercio del 2013 (-13.813).
A pesare è stato soprattutto il calo delle nuove iscrizioni: nel periodo hanno aperto 34.341 nuove imprese, 9.532 in meno rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno. In media, nel primo semestre del 2014 ci sono state 302 chiusure al giorno, a fronte di 109 aperture.
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