martedì 22 aprile 2014

Il Governo del fare si distingua nel...fare cose diverse dal passato

A fronte di dichiarazioni formali nelle quali il Governo si è impegnato a non tagliare sul sistema d’istruzione e sull’università, il decreto legge sulla spending review, varato venerdì scorso, all’articolo 50, comma sei, in poche righe, taglia trenta milioni da subito e quarantacinque milioni dal 2015 in poi, al Fondo di finanziamento ordinario per le università italiane, fondo che dal 2008 a oggi ha perso oltre un miliardo  e mezzo sugli  otto a disposizione. 



Ed ancora, il comma sei annuncia anche nuove “razionalizzazioni di spesa”, senza quantificarle, sugli enti di ricerca controllati dal ministero dell’Istruzione. Questo provvedimento riguarda tutti gli enti, ad esclusione dell’Anvur, l’Agenzia di valutazione.

Per l’Università del Molise ciò rappresenterà un ulteriore colpo al già precario equilibrio finanziario che si sta cercando di realizzare. Non si è ancora placata, infatti, la polemica sull’utilizzo delle sedi decentrate e sui costi connessi, che si interviene, ancora una volta pesantemente, sui fondi annuali. Le risorse per il Funzionamento ordinario passeranno, in questo modo, a distanza di poco tempo, da quasi 700.000 euro a poco più di 200.000 euro. Il tutto con effetti negativi sull’organizzazione dei servizi, sulla didattica e sul diritto allo studio.

 A fronte della decisione del Governo di non rinnovare i contratti nei settori pubblici, quest’ulteriore intervento dimostra che la politica del fare va nella direzione di privare di risorse il sistema formativo nazionale e di penalizzare tutti i comparti pubblici. Nel Def oltre a rinviare al 2020 i contratti pubblici si prevede, per i comparti della conoscenza, la revisione del contratto degli insegnanti, il reclutamento degli insegnanti e dei dirigenti e la valutazione individuale. Si intendono imporre unilateralmente tali misure cancellando il contratto nazionale e negare ai lavoratori il diritto a condizioni salariali dignitose.

L’ultimo provvedimento approvato dal Governo,con la sua ulteriore riduzione al Fondo di Finanziamento Ordinario è decisamente inaccettabile. Alle parole che non sarebbe stato toccato il sistema formativo, seguono fatti che vanno in tutt’altra direzione.

Se finanziare la riduzione dell'imposizione fiscale con tagli alla spesa pubblica è scelta discutibile, diventa assolutamente inaccettabile se ciò avviene a scapito del sistema d’istruzione, della ricerca e dell’università, indipendentemente dalla modalità scelta. Avremmo dovuto discutete di investimenti negli unici settore capaci di assicurare un futuro al nostro Paese, piuttosto che assistere alla consueta politica dei tagli.

Il presidente del consiglio sappia  che  ci mobiliteremo contro la conferma di queste scelte. Si prepari a modificare il decreto altrimenti sarà scontro con il mondo della scuola, della ricerca e dell'università.

E’ ora che anche in Molise si apra una discussione seria sul sistema formativo a partire da una nuova  legge regionale sull’istruzione; quella in vigore è vecchia di  ben 35 anni.

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