venerdì 20 settembre 2013

Ittierre, incontro tra la Filctem CGIL e Bianchi

Ieri in Ittierre c’è stato un incontro con il Dott. Bianchi e l’avvocato Ramundo. L’incontro non è stato decisionale, anche perché abbiamo partecipato solo noi della Filctem CGIL (RSU e segretario generale Lino Zambianchi).






Di seguito le comunicazioni ricevute:

* L’Ittierre ha presentato ieri un concordato in bianco ai sensi del D.L. "crescita e sviluppo" - L. 7 agosto 2012 n. 134. L’Imprenditore intende procedere, se si creeranno le condizioni per ciò, ad un concordato preventivo con continuità dell’attività produttiva, sempre ai sensi della sopra citata legge. Tale percorso dipende in parte da lui e molto anche dai creditori che influenzeranno il giudice incaricato sulla direzione nella quale procedere. Non si può escludere a priori l’ipotesi di un fallimento di Ittierre;

* L’idea dell’imprenditore è quella di procedere ad una Newco che riproporrebbe un percorso molto simile a quello praticato con l’A.S. qualche anno fa. Ci sarebbero degli imprenditori interessati che chiedono una forte riduzione del numero degli addetti per procedere alla costituzione di una Newco in continuità con l’Ittierre attuale che diventerebbe la Bad Company. Il numero degli addetti della nuova società sarà definito dal nuovo imprenditore subentrante che dovrà presentare un piano industriale per la Newco con l’indicazione dei livelli occupazionali e gli obiettivi industriali;

* Nel frattempo i fasonisti stanno rivendicando le loro spettanze che l’azienda ritiene di non poter soddisfare legalmente, avendo avviato la procedura di concordato preventivo in bianco che sospende temporaneamente le richieste creditizie a cui deve far fronte Ittierre. Sembrerebbe che esse, se soddisfatte dall’imprenditore, possano esporlo a conseguenze penali e comunque essere oggetto di revocatoria da parte del tribunale. Nel primissimo pomeriggio sembrava possibile una forma di pagamento legale e auspichiamo tutti che si possa trovare una soluzione. La sopravvivenza dei fasonisti in condizioni economiche tali da poter produrre e consegnare ad Ittierre è precondizione perché si possa sperare in un futuro dell’azienda;

* Abbiamo chiesto all’azienda rassicurazioni sul pagamento degli stipendi dei dipendenti, ricevendo ampie assicurazioni che lo stipendio di agosto sarà pagato al massimo entro la fine del mese corrente, così come tacitamente concordato nell’assemblea tenuta dallo stesso imprenditore con i dipendenti. Abbiamo anche sottolineato che, nella gestione della Bad Company, dovranno essere compresi tutti gli ammortizzatori sociali possibili, compreso la CIGS lunga che deve essere agganciata ad una ricollocazione di parte o tutto il personale che il nuovo imprenditore subentrante ritenesse eccedente per la gestione della New Company;

* L’Imprenditore, a domanda, ha chiarito che per fine ottobre non pagherà i 4 milioni di euro dovuti all’A.S. e che presenterà documentazione utile a dimostrare che i crediti vantati con l’A.S. sono superiori a quanto dovuto, in linea con quanto dichiarato al Ministero dello Sviluppo Economico nell’ultimo incontro. L’Azienda si è dichiarata anche indifferente alla probabilità che l’A.S. incassi i 4 milioni di euro dalla Regione Molise (che molto probabilmente non li ha), precisando che l’attivazione di un probabile contenzioso e l’improbabile utilizzazione della penale sottoscritta con la fidejussione di 12 milioni di euro, vedrebbe scattare una quota societaria della Bad Company in favore della Regione Molise del 17%. Tale quota societaria vedrebbe la Regione Molise in quota di minoranza su una Ittierre Bad Company. La quota del 51% scatterebbe solo al mancato pagamento dell’ultima rata dovuta sui dodici milioni di euro, e quindi la Regione Molise rischia di inseguire quote azionarie e di diventare progressivamente proprietaria del 51% di una società liquidata o in liquidazione;

* Abbiamo definitivamente chiarito che l’azienda ha rinunciato all’utilizzo dello straordinario per le sarte che sembrava inevitabile ieri e che ha generato il blocco degli straordinari e lo stato di agitazione non sottoscritto dalla Filctem CGIL. A tale scopo è utile precisare che la CGIL, nelle interlocuzioni telefoniche con gli altri segretari, aveva chiesto che la proclamazione di ogni tipo di protesta fosse rimandata a domani (oggi), o comunque in una fase immediatamente successiva alla richiesta formale di straordinario da parte dell’azienda, richiesta che non è stata e che non verrà formalizzata. Di fatto, la decisione dell’azienda, sottrae a tutti le motivazioni che hanno generato la protesta, indipendentemente da ciò che è stato scritto nel comunicato a firma di UGL, UIL e CISL;

* L’azienda ha anche precisato che non esclude la propria assenza al Tavolo Ministeriale convocato per il 25 settembre, perché non ha la certezza di avere un accordo concreto con un nuovo imprenditore per quella data ed anche perché ritiene che la partecipazione a tali incontri sia dovuta solo per rispetto istituzionale e non per un dovere imposto dalla legge, visto che tale tavolo non genera aiuti concreti per la prosecuzione dell’attività industriale dell’Ittierre;

Pertanto gli scenari futuri che si prospettano per Ittierre, sono certamente preoccupanti e noi della CGIL riteniamo che necessitino di vedere unite tutte le sigle sindacali in un’azione unitaria mirata a difendere i livelli occupazionali, la continuità dell’impresa, l’utilizzo di tutti gli ammortizzatori possibili, siano essi ordinari e/o straordinari, per garantire la sopravvivenza di una realtà industriale che tanto rappresenta per il territorio, per le persone che ci lavorano e per tutte le attività di indotto che generano una ricchezza difficilmente sostituibile.

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