lunedì 26 agosto 2013

Un Patto per rilanciare il Molise

La regione si è vista abrogare dalla Corte Costituzionale il Rendiconto 2011 con la contestazione su 1.286.000.000 di euro di residui attivi che potrebbero mascherare debiti fuori bilancio. Nel mentre che i servizi ispettivi nazionali della Ragioneria Generale dello Stato spulciano la documentazione contabile degli ultimi anni per fare chiarezza sull’ammontare dei debiti regionali, non si può procedere ad istruire né il consuntivo del 2012 e né l’assestamento di bilancio del 2013.







I vincoli del patto di stabilità ed il taglio dei trasferimenti nazionali si sommano alle criticità connesse coi 300 milioni di fondi sanitari utilizzati per la spesa corrente e all’indebitamento contratto verso le imprese, nei confronti delle amministrazioni locali e verso i fornitori di beni e servizi. A ciò si deve aggiungere il pagamento delle rate annuali sui mutui e sui derivati finanziari del passato che limitano i margini di manovra dell’amministrazione regionale. Il peso dei fitti, di contratti e consulenze pluriennali discutibili, di agenzie ed enti sovradimensionati, di incarichi e di manutenzione, non agevola un progetto di snellimento burocratico, semplificazione amministrativa e di riordino istituzionale.

Gli interventi avviati di riorganizzazione del personale, di riduzione delle dirigenze e di soppressione di alcuni enti sub-regionali, vanno accompagnati da un progetto generale di riforma che è stato illustrato nelle 23 cartelle delle dichiarazioni programmatiche del Presidente della Giunta in sede consiliare nel maggio scorso. Le risorse europee per il 2014-2020 potranno sostenere un patto per rilanciare l’economia regionale creando nuova occupazione e tutelando il lavoro presente. Per raggiungere questo risultato occorre il contributo fattivo del partenariato sociale, dell’associazionismo, delle rappresentanze istituzionali, delle imprese e dei sindacati.

Occorre valorizzare le sinergie di ogni settore o comparto per condividere un obiettivo di risanamento dei conti pubblici, di riordino della pubblica amministrazione e di costruzione di un percorso che agevoli la salvaguardia delle principali aziende in difficoltà, sostenga la ripresa dell’edilizia e dell’agricoltura, individui i punti forti su cui investire e  adotti scelte strategiche di sviluppo dove il rapporto tra capitale impiegato e numeri di posti di lavoro creati sia il più alto possibile.

Un economia innovativa, competitiva e di qualità che valorizza i servizi pubblici, la conoscenza, la ricerca, la formazione, la scuola, la sanità ed il lavoro di assistenza e di cura verso i più fragili anche attraverso incentivi alla mutualità e alla cooperazione. Le sfide dell’autunno sono già partite con la convocazione del primo tavolo ministeriale sull’ITTIERRE del 3 settembre ma il Molise potrà uscire in anticipo dalla crisi in cui versa se saprà risollevarsi anche in termini di determinazione e di unità d’intenti.

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