Il muro contro muro non agevola la soluzione delle vertenze in corso, allontana le parti, impedisce il dialogo e in una fase caotica e convulsa come quella che stiamo attraversando, rischia di peggiorare la situazione materiale di vita e di lavoro per le imprese, per migliaia di lavoratori e per intere comunità locali.
L'Italia rischia di infilarsi in una nuova campagna elettorale dagli esiti imprevisti e con la sostanziale paralisi istituzionale nazionale che avrà pesanti ricadute sui trasferimenti finanziari verso le regioni. In un clima simile occorre moderazione e senso di responsabilità da parte di tutti, orientandosi più sulla proposta costruttiva come ha fatto egregiamente il gruppo dirigente delle ACLI nell'iniziativa di sabato ad Agnone che sul ribellismo inconcludente o sul rivendicazionismo che non approfondisce le cause del dissesto, delle crisi industriali e di un debito pubblico regionale di dimensioni spropositate.
Sull'edilizia occorreva sottoscrivere gli Accordi di Programma Quadro col Governo per utilizzare i 346 milioni della Delibera CIPE del 3 agosto 2011. Non sono stati fatti per due anni e c'è un ritardo nei pagamenti della ricostruzione. Questo dato oggettivo merita una risposta condivisa con un'assunzione di responsabilità collegiale, cosa che la Giunta Frattura sta facendo con serietà e impegno, provando ad accelerare i tempi nella stipula dei vincolanti accordi nazionali e verificando nell'immediato i margini per andare incontro alle emergenze nei pagamenti verso le imprese.
Sulla sanità è chiaro che una disponibilità della Fondazione ex-Cattolica a optare per la cassa in deroga ritirando i licenziamenti per i 45 infermieri eviterebbe una tensione inutile visto che questa scelta sarebbe a costo zero per l'azienda. E proseguendo per le molteplici crisi che toccano tutti i settori non si può che lanciare un appello al dialogo verso le amministrazioni locali, le parti sociali e nei confronti del sistema imprenditoriale, perchè si eviti il muro contro muto e ci si orienti con maggiore oculatezza sul confronto, sul dialogo e sulla ricerca di soluzioni concrete, positive e possibili per le vertenze aperte.
Accentuando i toni e esasperando i conflitti si può solo la peggiorare la situazione che è già drammatica di per sè.
Sull'edilizia occorreva sottoscrivere gli Accordi di Programma Quadro col Governo per utilizzare i 346 milioni della Delibera CIPE del 3 agosto 2011. Non sono stati fatti per due anni e c'è un ritardo nei pagamenti della ricostruzione. Questo dato oggettivo merita una risposta condivisa con un'assunzione di responsabilità collegiale, cosa che la Giunta Frattura sta facendo con serietà e impegno, provando ad accelerare i tempi nella stipula dei vincolanti accordi nazionali e verificando nell'immediato i margini per andare incontro alle emergenze nei pagamenti verso le imprese.
Sulla sanità è chiaro che una disponibilità della Fondazione ex-Cattolica a optare per la cassa in deroga ritirando i licenziamenti per i 45 infermieri eviterebbe una tensione inutile visto che questa scelta sarebbe a costo zero per l'azienda. E proseguendo per le molteplici crisi che toccano tutti i settori non si può che lanciare un appello al dialogo verso le amministrazioni locali, le parti sociali e nei confronti del sistema imprenditoriale, perchè si eviti il muro contro muto e ci si orienti con maggiore oculatezza sul confronto, sul dialogo e sulla ricerca di soluzioni concrete, positive e possibili per le vertenze aperte.
Accentuando i toni e esasperando i conflitti si può solo la peggiorare la situazione che è già drammatica di per sè.
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