mercoledì 5 giugno 2013

Confindustria: L' Italia sta pagando un prezzo molto alto alla doppia, profonda e lunga recessione

L' impatto devastante sull' apparato industriale è reso evidente da caduta di produzione, chiusura di imprese, perdita di posti di lavoro, riduzione di base produttiva, redditività e autofinanziamento.







Come risollevarsi? La storia dei paesi avanzati ed emergenti insegna che la crescita economica dipende dallo sviluppo industriale e che le condizioni del successo manifatturiero vanno costruite con determinazione. L’ingresso simultaneo e in pochi anni di nuove grandi economie nell’arena internazionale costituisce uno shock epocale a cui è necessario rispondere senza più indugi.

Il contesto globale profondamente mutato nei rapporti di forza tra gli avanzati e gli emergenti obbliga a puntare sulla competenza nel presidiare mercati e catene dell’offerta. Subito prima della crisi l’industria italiana aveva conservato nell’export due strategici punti di forza: una gamma di prodotti ricca e complessa e un’ampia creazione di valore negli scambi con l’estero.

Ma la duratura contrazione della domanda interna europea è diventata uno svantaggio competitivo perché comprime in modo insostenibile l’utilizzo della capacità produttiva e genera un’efficienza così marcata da non poter essere gestita a livello aziendale. Ciò rende ancora più urgente l’attivazione di oculate politiche espansive.

"L'Italia rimane la settima potenza industriale ma la sua base produttiva è messa a rischio dalla profondità e dalla durata del calo della domanda". Così il Centro Studi di Confindustria che avverte: "La crisi ha già causato la distruzione del 15% del potenziale manifatturiero italiano". Si calcola che quasi 55mila imprese del settore hanno chiuso i battenti nel quadriennio 2009-2012.

E 539 mila persone hanno perso il lavoro tra il 2007 e il 2012 mentre permane il rischio di nuovi tagli (ipotesi -724 mila unità). Tuttavia, per il Csc, "l'Italia ha ottime carte da giocare". "Più manifatturiero uguale più crescita", sottolinea.

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