martedì 14 maggio 2013

Lettera del presidente Frattura al Corriere della Sera

Lettera che il presidente Frattura ha inviato al direttore del Corriere della Sera in replica all'articolo firmato da Sergio Rizzo "Compagne e cognati, vecchie parentopoli nel "nuovo" Molise, pubblicato a pagina 8 nel numero oggi in edicola.







Iniziavamo davvero a preoccuparci. Quasi ci dispiaceva aver perso la ribalta nazionale: la fama, nel bene e nel male, dà alla testa, è una debolezza dello spirito umano. Stamani siamo stati accontentati. Ne siamo riconoscenti a Lei, al Suo giornale e al signor Rizzo che ha speso per noi la sua illustre penna. Con un’inchiesta puntualissima. Che scava in tutti i legami, professionali e sentimentali. Come carne da macello.

Ora, ci rendiamo conto che Rizzo, che ha regalato ai suoi lettori pagine importantissime sugli scandali della Casta, magari non abbia tempo per indagare su nuove faccende, purtuttavia ci sorprendiamo del fatto che torni, proprio lui, su argomenti risaputi, noti e già dati in pasto alla stampa. Probabilmente dovrebbe cambiare fonte, Sergio Rizzo. Quella cui si rifà in maniera unilaterale è caduta nel dimenticatoio qui in Molise. Forse a Sergio Rizzo sfugge che sono stati gli stessi elettori a scegliere, nonostante le continue calunnie gettate addosso a noi nei 'lunghi' mesi della campagna elettorale.

Per entrare, però, nel merito delle accuse che ci vengono addebitate, è giusto sottolineare che sono già state tutte smontate pubblicamente con carte e atti ufficiali: magari al suggeritore del Nostro non è convenuto produrre al suo giornalista di riferimento tale materiale. Un presidente è libero di scegliere il suo staff e il nostro metodo tiene conto esclusivamente di merito e competenza.

A questo potremmo aggiungere ulteriori approfondimenti, ma non ce ne voglia Rizzo: crediamo che i lettori non vadano tediati con testi triti e ritriti. Forse, solo una cosa: non siamo così influenti da poter condizionare gli elettori che liberamente, nel famoso e sacro segreto dell’urna, hanno scritto sulla scheda elettorale il nome di Domenico Ioffredi e, ancor di più, quanti – oltre 4 mila – hanno scritto quello di Vincenzo Cotugno, il consigliere regionale più votato del centro-sinistra.

A Rizzo, però, vorrei ricordare che prima di candidarmi ed essere eletto governatore dai molisani, ai quali, ancor più che ad altri, dobbiamo rendere conto del nostro operato, lavoravo. Sono un architetto che partecipa ad alcune attività imprenditoriali. Non ho mai attirato su di me attenzioni particolari già solo per il sospetto di aver confuso le mie iniziative professionali e imprenditoriali con interessi di natura politica e legami familiari.

Tutto questo per assicurare al Suo giornale, caro Direttore, e ai Suoi giornalisti di essere già a disposizione per qualsiasi chiarimento diretto, magari prima che la vicenda torni a essere un noioso tormentone ripreso a cascata come già accaduto in passato con il Fatto quotidiano.

Con il profondo rispetto che portiamo e sempre porteremo a Lei e al Corriere della Sera,

i nostri saluti


                                                                                                                     Paolo di Laura Frattura

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bravo, Presidente Frattura! Sono la prima a dire che bisogna fare indagini e fare pulizia, ma quando lo si vuol fare senza basi fondate, per il puro gusto di fare notizia, puntare il dito, e sulla base del sentito dire, non è vera denuncia, voi che dite? Il caro Silvio gli strali se li merita tutti, le prove ci sono, così come ci sono per Penati, ma in questo caso c'è dell'inconsistenza di fondo. Si faccia pulizia, si vada avanti nelle indagini, ma con prove fondate. Come la Gabbanelli che imputava all'On. Di Pietro non si sa quanti appartamenti, perché i suoi colleghi "investigatori" avevano considerato le "particelle" che si vedono negli atti notarili, come appartamenti, mentre una particella potrebbe essere, lo sapete, un garage, un fienile, una cantina... Se dovete fare le cose, fatele bene, in puro spirito anglosassone, rispettoso della Verità e dei Fatti in quanto tali, non per sollevare polveroni. E vi sta scrivendo chi nella Giustizia crede veramente, non chi l'ha screditata seguendo una certa scia criminale del momento...