mercoledì 17 ottobre 2012

Toni bassi, concretezza e responsabilità. Si accolga il monito della Chiesa!

La politica regionale abbassi i toni, accolga il monito della Chiesa e si adoperi con sobrietà, responsabilità e concretezza per la risoluzione delle vertenze aperte. E’ innegabile il fallimento strutturale del tessuto produttivo regionale che vede i principali comparti economici in affanno e gli stabilimenti più grandi in difficoltà. 








Così com’è innegabile il dissesto dei conti pubblici, la carenza di liquidità del sistema delle autonomie locali e della regione, l’inefficienza della pubblica amministrazione e l’assenza di risposte efficaci sui temi del lavoro, della scuola, della tutela della salute, dell’assistenza sociale e del trasporto locale. Ciò premesso, il Molise non risolve i propri problemi con una mera elencazione delle speculazioni edilizie, degli scempi ambientali, delle mani sulla città, degli intrecci clientelari e dei traffici affaristici, che pur sono presenti e vanno denunciati e debellati.

Alla politica spetta individuare le soluzioni, indicare il percorso, definire i programmi e progettare il futuro. Alle istituzioni compete misurarsi con senso del dovere sulle vertenze aperte approfondendo le questioni e vagliando tra le diverse opzioni quella più vantaggiosa per il territorio, i cittadini e le comunità locali. Il compito dell’amministratore pubblico è quello di risolvere i problemi con proposte fattibili da costruire attraverso il confronto più ampio e nel rispetto delle leggi dello Stato.

Il Governo Nazionale è chiamato ad aiutare le regioni, a sostenere il sistema produttivo meridionale, a salvaguardare il tessuto economico molisano e a garantire i livelli essenziali di assistenza sanitaria, scolastica, sociale e di mobilità. Con l’implosione della politica centrale e la scarsa credibilità della politica regionale sussiste il rischio che i danni peggiori si scarichino sui cittadini, sui lavoratori, sui malati e sui giovani disoccupati.

Il Molise non può essere abbandonato a sé stesso altrimenti a morire non è la classe dirigente che ha causato i guasti ma i molisani che ne resterebbero doppiamente vittime. Per questo accolgo il monito della Chiesa e delle forze sociali che non condividono una descrizione tutta in negativo della nostra regione.

Perché se passa un messaggio simile ne potrà discendere un disimpegno totale del Governo Nazionale verso le nostre vertenze territoriali ( sanità, trasporto pubblico locale, tessile, avicolo, saccarifero, metalmeccanico, edilizia, commercio, turismo, ambiente, infrastrutture, scuola, poste, digitale, frane, politiche sociali, ecc. ).

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