venerdì 5 ottobre 2012

Riordino delle Province, alla tanta confusione si aggiunge anche il pastrocchio del CAL

Nagni: La migliore idea resta quella della cancellazione totale di questi enti.











È di ieri la notizia della proposta, inoltrata dal Cal, conferenza regionale delle autonomie locali, di confermare le due Province di Campobasso e Isernia, in deroga ai parametri previsti dalla legge sulla Spending Review.

È come dire che, invece di rispettare le regole si tenta di ignorarle e aggirarle.

La confusione regna sovrana e la semplicissima ipotesi di cancellazione delle Province, che avrebbe risolto con molta più facilità il quadro successivo nell’ambito di una nuova architettura istituzionale, potenziando, come previsto dalla legge, le unioni dei comuni, è stata trasformata in un enorme pastrocchio. Il governo centrale, non abbastanza coraggioso ha, infatti, avviato un quadro di riduzione degli enti determinando, di fatto, una vera e propria rivolta territoriale.

Da una parte, ci sono tutte quelle aree convinte di potenziare il loro ruolo allargando i confini e immaginando di diventare quasi concorrenti delle stesse regioni; dall’altra, ci sono le vittime sacrificali della situazione, completamente cancellate e che si ribellano contro l’ingiustizia. Tanti, infatti, sono i soggetti che si muovono in questa direzione lavorando, di fatto, ognuno alla difesa del proprio orticello.

A questa confusione va ad aggiungersi, ora, anche il CAL, da poco insediato, che, in barba alle indicazioni di governo, propone terze soluzioni che, secondo noi, creano ulteriore scompiglio.

La politica già fortemente compromessa agli occhi dell’immaginario collettivo, nel tentativo di auto conservarsi rischia così di peggiorare ulteriormente le cose. È questo il tipico esempio di cattiva politica.  Noi crediamo fortemente nel ruolo della politica buona e sana, che deve svolgersi, però, in un contesto normale.

L’architettura istituzionale del nostro paese sta implodendo nei rivoli dei tanti enti e delle tante agenzie territoriali che sono indubbiamente da ridimensionare. Tali realtà hanno creato una classe di lavoratori dipendenti dalla politica che è anche una forte fonte di spesa ed è in tutto questo bailamme che l’Italia dei Valori continua ad essere coraggiosamente convinta della necessità di applicare subito un nuovo assetto che sia meno ingombrante, meno costoso, più snello e, certamente, più funzionale.

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